Till Eulenspiegel è un personaggio molto amato della cultura tedesca, belga e olandese. Secondo la tradizione popolare, sarebbe nato intorno al 1300 a Kneitlingen, nel ducato di Brunswick, in Bassa Sassonia, e sarebbe morto nel 1350 a Mölln, nello Schleswig-Holstein.
Si dice che abbia viaggiato in lungo e in largo per la Germania, forse spingendosi fino in Italia e in Polonia, e che fosse sempre pronto a scherzare e a prendere in giro gli altri, inventando costantemente nuovi inganni e nuove burle, spesso volgari. Dopo la sua morte, divenne quasi subito il protagonista di moltissimi racconti popolari e fiabe, all’inizio tramandati oralmente e in seguito trascritti. La versione scritta più antica risale al 1515, ma è probabile che una raccolta di storie su Till Eulenspiegel sia circolata già nel 1483.
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Till Eulenspiegel: tra Arlecchino e Loki
Till Eulenspiegel viene solitamente raffigurato vestito di rosso, con un copricapo ornato di sonagli come quello dei giullari, calze gialle o verdi e scarpe allungate con la punta stretta o ricurva. Molto più raramente è rappresentato come vestito di azzurro o arancione, o con abiti multicolori. In quest’ultimo caso è stato spesso associato ad Arlecchino, la nota maschera del carnevale italiano, ma Till ha origini molto più antiche. Il suo aspetto, inoltre, ricorda spesso anche quello con cui veniva rappresentato Loki, il dio dell’astuzia e dell’inganno della mitologia norrena.
Till è quello che in inglese viene chiamato “trickster” (letteralmente: imbroglione), termine usato per definire una serie di figure della mitologia e del folklore di vari Paesi, umane o sovrumane, caratterizzate dall’ambiguità, da una certa dose di amoralità e soprattutto dalla capacità di fare scherzi o ingannare il prossimo (lo sono anche Ermes, Puck, lo stesso Loki, Kitsune e molti altri).
Till Eulenspiegel ha inoltre un’estrazione popolare e spesso inganna, oltre che per il piacere di farlo, anche per sopravvivere grazie ai suoi espedienti e in questo ricorda molto anche la figura del picaro spagnolo.
Spesso finge di essere uno sciocco, ma è in realtà molto acuto, privo di scrupoli, di legami e di ogni ansia per il futuro, oltre ad essere un artista della burla. A volte finge di non capire solo per motteggiare l’interlocutore, ad esempio prendendo alla lettera espressioni figurate e persino sul letto di morte si fa gioco di un prete venuto a confortarlo. Ricordando un po’, in questo episodio, l’indimenticabile Ser Ciappelletto del “Decameron” di Boccaccio.
La variante “eroe rusticano”: contro il potere e le ingiustizie
In altre versioni, tuttavia, Till Eulenspiegel è rappresentato non solo come un burlone, ma anche come una sorta di “eroe rusticano“, che con i suoi scherzi punisce i più ricchi, vendicando la povera gente. Sempre nell’ambito di questo specifico filone narrativo, inoltre, nel tempo diventerà il ribelle che attacca il potere e combatte l’ingiustizia, schierandosi sempre dalla parte del popolo, e in questo senso le sue gesta verranno adattate a seconda dei Paesi e delle epoche storiche.
In un libro pubblicato nel 1867 dallo scrittore belga Charles de Coster, ad esempio, Till viene trasformato in un fiammingo del XVI secolo, che non si limita a burlarsi del prossimo, ma combatte per liberare la sua terra dalla dominazione spagnola.
Il significato del nome e l’impatto di Till Eulenspiegel sulla cultura di massa
Il nome di questo personaggio contiene i termini “civetta” (Eule) e “specchio” (Spiegel) e per questo Till è spesso raffigurato con l’una o con l’altro tra le mani. In realtà, il termine deriverebbe da un’espressione gergale, che ha un significato simile all’italiano “essere uno specchietto per le allodole“.
Il segno lasciato nella cultura e nell’arte è notevole. Tra i tanti artisti ispirati dal tema, c’è il celebre compositore Richard Strauss, che nel 1895 ha composto il poema sinfonico “I tiri birboni di Till Eulenspiegel“, coreografato, nel 1916, dal famoso ballerino Vaslav Nijinsky. Le avventure dell’irriverente burlone sono inoltre state riproposte in molti romanzi e raccolte di successo, fino ad oggi, e al famoso “trickster” tedesco è dedicato persino un asteroide, l'”asteroide 55749 Eulenspiegel“.
Anche nella città dove sarebbe morto il “vero” Till Eulenspiegel, vale a dire Mölln, c’è una sua statua su una fontana e si dice che toccargli il pollice porti fortuna. Nella stessa città c’è inoltre una pietra con la sua effigie (Gedenkstein) e un museo dedicato (Till Eulenspiegel-Museum).
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