Lo Jodel: tipico dell’area germanofona e nato da un’esigenza concreta

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A cosa pensi, se senti la parola Jodel? Esatto, “jol-hol-à-hi-hu”! Questo tipico canto tradizionale è diffuso nell’area germanofona alpina, ma anche in Germania, e in particolare in Baviera, in Austria e nelle aree italiane di lingua tedesca, come l’Alto Adige.

Il termine è di origine onomatopeica, tende cioè a riprodurre il canto a cui si riferisce, ed è stato stato coniato nel 1796 da Emanuel Schikaneder, famoso attore, cantante lirico e librettista, noto soprattutto per aver scritto il libretto de “Il flauto magico“, uno dei capolavori di Mozart.

Lo Jodel, l’antica arte di farsi sentire tra le montagne

La pratica dello Jodel è tuttavia ancora più antica si legava a un’esigenza concreta: farsi sentire da una valle all’altra, in alta montagna. Questa tecnica vocale, infatti, era ampiamente utilizzata dai pastori della Svizzera centrale per richiamare il bestiame, quando correva il rischio di smarrirsi. Altre volte, invece, era utilizzata dagli alpini come grido di soccorso o di allerta, per segnalare sentieri impervi o pericoli imminenti.

Lo Jodel è inoltre caratterizzato da un gorgheggio che alterna un tono di voce normale al falsetto, con salti improvvisi di sesta, settima e ottava. Questo conferisce alla melodia un andamento originalissimo, fatto di sillabe che salgono e scendono e che compongono parole senz’altro significato che quello sonoro.

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Un coro Jodel. Pakeha, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Vari tipi di Jodel: dal polifonico, al tirolese, al “country jodel”

Il tipo di Jodel più anrico e tradizionale è naturalmente quello a voce singola e non accompagnato da strumenti, ma esiste anche lo Jodel polifonico, a più voci, accompagnato da strumenti caratteristici delle regioni montane, come campanacci o corni. A volte si utilizza anche una moneta, fatta roteare in un piatto piuttosto largo.

C’è poi la versione tirolese, diffuso soprattutto in Austria, presente più che altro come ritornello nelle canzoni popolari e spesso accompagnata dal suono della fisarmonica.

Non dovete tuttavia pensare che lo Jodel si limiti all’area germanofona, al contrario… è diffuso in molte altre zone del mondo, caratterizzate dalla presenza di montagne e crepacci. Alcune sue varianti esistono infatti negli Stati Uniti, sotto la forma del “country yodel“, nel Caucaso, in Cina, Lapponia, e in molti altri Paesi del mondo, incluse le aree abitate da pigmei e inuit.


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Star dello Jodel e tracce della pratica nella cultura mainstream

In occidente e nell’area germanofana, la “big star” di quest’arte particolarissima è una e una sola: Franz “Franzl” Lang, soprannominato, non a caso, “il re dello Jodel” (der Jodlerkönig). Nato a Monaco di Baviera e morto nel 2015, Lang ha contribuito moltissimo a rendere famosa questa pratica e ha ispirato molti artisti diversi, anche in Italia.

Il cantautore italiano Caparezza, infatti, ha usato un pezzo dello jodel “Aus Freude am Leben“, cantato proprio da Franzl Lang, nel ritornello della sua canzone “Jodellavitanonhocapitouncazzo”. L’indimenticato Fabrizio De André, invece, ha inserito uno jodel tirolese alla fine della canzone “Ottocento”, presente nell’album “Le nuvole”.

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