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Kaspar Hauser, il mistero del “Fanciullo d’Europa”

Uno degli enigmi più affascinanti della storia europea è quello di Kaspar Hauser, un giovane che fece la sua comparsa a Norimberga nel 1828, in circostanze surreali e incomprensibili. Questo diede origine a numerose speculazioni sulla sua identità, che si protrassero per tutto il tempo della breve vita del ragazzo, senza che si potesse gettare luce su quello che resta, ancora oggi, un grande mistero.

Kaspar Hauser, l’arrivo a Norimberga

La mattina del 26 maggio 1828, un giovane fu trovato da un calzolaio di nome Weickmann su una piazza di Norimberga. Il ragazzo sembrava spaesato e confuso ed era incapace di comunicare in modo intelligibile.

Aveva con sé due lettere, in cui si dichiarava che il suo nome era Kaspar Hauser ed era nato il 30 aprile del 1812. Doveva avere, quindi, circa sedici anni. Una delle due era indirizzata al capitano della cavalleria Friedrich von Wessenig e il mittente sosteneva di non potersi più prendere più cura del ragazzo e di volerlo affidare al capitano perché il giovane voleva diventare un cavaliere, “come suo padre”. Le lettere non erano firmate.

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Arrivo di Kaspar Hauser a Norimberga. 19th century [1], unknown author, public domain, via Wikimedia Commons.

Inizialmente, il giovane fu imprigionato nel castello di Norimberga come vagabondo. Nei giorni seguenti, furono molti i tentativi di scoprire maggiori dettagli su chi fosse e come fosse arrivato in città, ma senza risultati apprezzabili.

Successivamente, fu affidato prima al borgomastro Binder e poi al professor Georg Friedrich Daumer, che gli insegnò a leggere, scrivere e a contare. Man mano che la sua istruzione progrediva, il ragazzo iniziò a comunicare meglio e a dimostrare un’intelligenza sorprendente, in alcuni ambiti specifici, sebbene le sue abilità sociali rimanessero limitate e il suo linguaggio a tratti confuso e sconclusionato. Aveva inoltre una notevole predisposizione per il disegno.

Disegno a matita di Kaspar Hauser, 1829. Kaspar Hauser, Public domain, via Wikimedia Commons. Source: Stadtarchiv Ansbach

L’identità misteriosa e l’ipotesi di una nascita “nobile”

Il giovane cominciò inoltre a rivelare dettagli del suo passato. Sostenne di essere stato recluso fin dalla nascita in una stanza angusta, con all’interno solo due giocattoli di legno, un cavallo e una pallina, e di essere stato cresciuto da un uomo che non aveva mai visto in faccia, perché si era sempre premurato di coprirsi il viso.

Quest’uomo, sempre secondo i racconti del ragazzo, lo aveva nutrito e tenuto pulito, ma anche minacciato e picchiato, quando Kaspar aveva tentato di guardarlo in faccia o gli aveva chiesto informazioni sulla sua identità. Dopo anni di isolamento, lo aveva infine abbandonato nella piazza di Norimberga, con in mano le due lettere con cui era stato trovato. Il giovane non sapeva dire altro, né sulla sua famiglia di origine, né sulle ragioni della sua reclusione.

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Johann Georg Laminit (1775–1848), Public domain, via Wikimedia Commons

Il mistero che circondava l’arrivo di Kaspar Hauser e le storie sul suo passato portarono molti a speculare, ipotizzando una possibile origine nobile. Tra le varie teorie che vennero proposte nel tempo, una delle più famose fu quella secondo cui Hauser sarebbe stato il vero figlio del granduca Carl II di Baden e Stéphanie de Beauharnais, sostituito alla nascita con un neonato morto e tenuto in isolamento per motivi politici, mentre i “genitori” piangevano ignari un bambino non loro.

Le indagini sul giovane Hauser non riuscirono mai a confermare o smentire queste teorie, ma il fascino e il crescente successo della sua storia portarono il caso a diventare oggetto di discussione e di studio in tutta Europa.

Il primo attentato e i primi dubbi: e se Hauser avesse inventato tutto?

La vita di Kaspar Hauser, già indecifrabile, si chiuse in modo altrettanto oscuro, dopo un doppio presunto attentato su cui non sono disponibili informazioni chiare e concordanti. Nel 1829, un anno esatto dopo l’arrivo a Norimberga, Hauser dichiarò infatti di essere stato aggredito da un uomo mascherato, ma di essere riuscito a sfuggirgli, riportando solo una profondo taglio sulla fronte.

L’autore della violenza non fu mai individuato, ma il ragazzo sostenne di aver avuto il sospetto che si trattasse dell’uomo che lo aveva tenuto prigioniero dalla nascita. L’uomo gli avrebbe inoltre detto qualcosa, “Tu vuoi essere un soldato, ma non lo diventerai“, secondo alcune fonti, e “Non uscirai vivo da Norimberga“, secondo altre.

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Raffigurazione del primo attacco a Kaspar Hauser. 19th century, see page for author, unknown author, public domain, via Wikimedia Commons.

Tuttavia, ci fu anche chi mise in dubbio il racconto del ragazzo, ipotizzando che potesse essere una fantasia esibizionistica o un tentativo di manipolare l’attenzione. Tra gli scettici, ci fu anche Paul Johann Anselm Ritter von Feuerbach, giurista tedesco, presidente della corte d’appello bavarese e padre del filosofo Ludwig Andreas von Feuerbach.

Dubbi furono avanzati anche dal conte inglese Henry Philip Stanhope, che pure divenne tutore e benefattore del giovane nel 1831, dopo essersi interessato al caso. Stanhope si adoperò generosamente per contribuire al sostentamento e all’istruzione del ragazzo, che portò in giro per tutte le corti europee, inizialmente convinto che potesse essere l’erede di qualche dinastia. Per questo, in quel periodo, Hauser si guadagnò il soprannome di “Fanciullo d’Europa” (das Kind von Europa), con cui è famoso ancora oggi. Alla fine, però, Stanhope cominciò a nutrire dei dubbi sul fatto che Hauser non fosse chi sosteneva di essere e pare che in una lettera lo abbia definito un impostore.

Rappresentazione della seconda aggressione a Kaspar Hauser. 19th century, unknnown author, See page for author, Public domain, via Wikimedia Commons.

Il secondo attentato e la tragica fine del “Fanciullo d’Europa”

Il 14 dicembre 1833, Kaspar Hauser sostenne di essere stato nuovamente aggredito, nel parco del castello della cittadina bavarese di Ansbach, dove risiedeva in casa del professor Johann Georg Meyer. Dichiarò di essere stato pugnalato da un uomo che aveva il viso coperto, come nel caso dell’aggressione precedente. Nel giardino fu inoltre trovata una borsa, che conteneva un confuso messaggio a matita che alcune fonti ricostruiscono così: “Hauser sarà in grado di dirvi precisamente da dove vengo e che aspetto ho. Per evitargli il fastidio, io stesso vi dirò da dove vengo _ _ . Vengo da _ _ _ Il confine di Baviera _ _ Sul fiume _ _ _ _ _ Vi dirò persino il mio nome: M. L. Ö.”.

La gravità delle ferite fu tale che il ragazzo morì tre giorni dopo, all’età di circa 21 anni. Anche questa volta l’assassino non fu mai trovato e il movente del presunto omicidio rimase ignoto. Ci fu inoltre chi dubitò anche di questo secondo attentato e suggerì l’ipotesi di un gesto autolesionistico finito male, nato dal tentativo di attirare nuovamente l’attenzione collettiva, che stava scemando.

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Morte di Kaspar Hauser. 19th century, see page for author, Public domain, unknown author, via Wikimedia Commons

Molti trovarono sospetto il fatto che il messaggio fosse scritto con scrittura speculare, tecnica utilizzata da Hauser, e con un’ortografia molto simile a quella del ragazzo, errori inclusi. Ipotizzarono quindi che potesse essere stato lui stesso a scrivere il messaggio e, forse, anche le due lettere con cui era stato trovato nella piazza di Norimberga, all’inizio di questa storia.

Quale che sia la verità, il “Fanciullo d’Europa” è sepolto ad Ansbach e alla sua tomba si arriva seguendo un percorso guidato. Sulla sua lapide c’è una scritta in latino, che recita: “Qui riposa Kaspar Hauser, enigma del suo tempo. Ignota la sua origine, misteriosa la sua morte – 1833″. Nei giardini dove sostenne di essere stato accoltellato, c’è invece un monumento alla sua memoria, su cui si legge, sempre in latino, “Qui un uomo misterioso fu ucciso in modo misterioso”.

Il fascino di questa figura nella cultura e nella società

La straordinaria vicenda di Kaspar Hauser divenne oggetto di grande interesse e curiosità, sia in Europa che nel resto del mondo. La figura del “fanciullo selvaggio“, riuscito a compiere straordinari progressi nell’apprendimento della lingua, passando dall’isolamento alle principali corti d’Europa, esercitò un fascino irresistibile su scrittori, studiosi e ricercatori.

La lapide di Kaspar Hauser. Michael Zaschka, Mainz / Fulda, Public domain, via Wikimedia Commons

La sua storia fu narrata in romanzi, racconti e poesie, oltre a essere rappresentata in opere teatrali e cinematografiche, tra cui il film “L’enigma di Kaspar Hauser” (in tedesco “Jeder für sich und Gott gegen alle” e cioè “Ognuno per sé e Dio contro tutti”), del notissimo regista tedesco Werner Herzog. Inoltre, nel corso degli anni, numerosi studi, sia a carattere storico che psicologico, hanno cercato di analizzare il caso, senza riuscire mai a trovare il bandolo della matassa. Le interpretazioni più moderne, comunque, tendono a credere poco alle storie raccontate dal misterioso giovane e ad attribuirgli piuttosto un disturbo psichiatrico o un’indole truffaldina.

Un’analisi genetica pubblicata nel 1996 dimostrò che un campione di dna attribuito a Hauser non aveva nulla a che fare con la famiglia dei principi Baden, ma un’altra analisi del 2002 condotta dall’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Münster, tuttavia, reintrodusse la possibilità di una parentela, o meglio, non la escluse in modo reciso. Palla al centro, quindi.

Rampollo al centro di un caso politico? Personalità complessa affetta da un disturbo delirante? Mitomane dallo straordinario talento istrionico? Il tempo sembra aver occultato definitivamente la verità e forse per questo il fascino di Kaspar Hauser non è mai venuto meno e la sua figura rimane un punto di riferimento, per chi si interessa di misteri storici e di vicende umane straordinarie e inquietanti.

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