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Il Ministro Lindner agli agricoltori: “non ci saranno altri sussidi”. Fischiato a Berlino

Si potrebbe dire che il Ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner (FDP) ha avuto un certo coraggio a salire sul palco alla manifestazione conclusiva della settimana di mobilitazione degli agricoltori, tenutasi a Berlino lunedì. E certamente il pubblico non gli ha reso facile l’impresa: la totalità del suo intervento dal palco è stata completamente coperta da 30.000 voci che urlavano “Hau ab!”, ovvero “Vattene!”. Nonostante questo, Lindner è rimasto sul palco e ha detto una serie di cose che probabilmente gli agricoltori non volevano sentire – e infatti non le ha sentite quasi nessuno.

Lindner difende i tagli, ma esprime comprensione per gli agricoltori

Nello specifico, Lindner ha difeso i tagli ai sussidi per il gasolio agricolo previsti dal governo e, pur ammettendo però che la politica potrebbe aver chiesto un contributo eccessivo al settore in tempi troppo rapidi, ha reso chiaro che non è possibile promettere nuovi sussidi. Pur comprendendo il malcontento, il Ministro ha sottolineato la necessità che tutti i settori diano il proprio contributo vista la difficile situazione di bilancio del Paese, con tassi di interesse in rapido aumento e il bisogno urgente di maggiori investimenti in infrastrutture e sicurezza. Il provvedimento, ha chiarito, riguarderebbe anche altri settori, come il trasporto aereo, e ci sarebbero anche tagli ai sussidi per i richiedenti asilo e per i beneficiari di sussidi per i cittadini. A giudicare dalle reazioni del pubblico, tuttavia, nel mal comune, gli agricoltori non hanno trovato nessun gaudio.


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Lindner ha comunque promesso di eliminare gradualmente gli oneri aggiuntivi imposti di recente al comparto agricolo, in concomitanza con la progressiva eliminazione del diesel, e di battersi per una “maggiore libertà” d’azione e riconoscimento dei risultati degli imprenditori del settore, nonché la fine di quel “paternalismo ideologico” con cui troppo spesso la politica si rapporta agli agricoltori. Lindner ha anche accennato alla possibilità di prevedere agevolazioni fiscali ad hoc per il settore, al fine di attenuare l’impatto della fluttuazione dei profitti attraverso meccanismi di attenuazione delle aliquote o creazione di riserve di rischio esentasse.

Per il leader della protesta, il compromesso del governo è “pigro”

Nonostante il presidente della associazione agricoltori tedeschi Joachim Rukwied abbia interrotto l’intervento di Lindner quasi subito, per invitare i manifestanti a lasciarlo parlare, le urla e i fischi non sono cessati.

E d’altra parte è stato lo stesso Rukwied a criticare i compromessi proposti dal governo, dopo aver chiesto l’annullamento degli oneri aggiuntivi imposti di recente al comparto agricolo e ponendolo come condizione per la smobilitazione della protesta. La soluzione proposta dal governo, ha detto Rukwied, non è equa, bensì “pigra” e gli agricoltori non hanno intenzione di accettarla.

Oltre 5000 trattori hanno sfilato nella capitale, con adesione anche da parte di altri comparti come trasporti e ristorazione, a testimonianza della diffusa insoddisfazione verso le politiche governative. In particolare, i rappresentanti del settore trasporti e logistica hanno minacciato nuove eclatanti proteste contro l’aumento dei pedaggi autostradali varato di recente, ritenuto ingiustificato a fronte della mancanza di infrastrutture e misure di supporto alla riconversione green dei veicoli per il trasporto merci. Nella giornata di lunedì, le forze dell’ordine sono dovute intervenire per impedire agli agricoltori di rovesciare letame e liquami, dalle loro macchine agricole, sulle strade e autostrade della capitale. Rukwied ha anche respinto con forza i tentativi di screditare la mobilitazione degli agricoltori bollandola come protesta di parte e cercando di consegnarla alle strumentalizzazioni da destra e ha sottolineato come i contadini tedeschi siano cittadini democratici che difendono la Costituzione.

“Le nostre piccole e medie imprese non possono più reggere questa situazione” ha aggiunto Dirk Engelhardt, portavoce della Federazione tedesca trasporti e logistica, lanciando un duro monito al governo: “Se i nostri associati fermassero i camion per due o tre giorni, ci sarebbe il caos più totale nell’approvvigionamento di merci in Germania”.

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