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Il ministro della salute tedesco: “L’omeopatia non sarà più coperta dalla sanità statale”

Il ministro tedesco della Salute Karl Lauterbach (SPD), ha recentemente annunciato la sua intenzione di eliminare il rimborso dei trattamenti omeopatici da parte delle assicurazioni sanitarie pubbliche. Non è la prima volta che Lauterbach sottolinea il consenso, nella comunità scientifica, sul fatto che l’omeopatia non abbia alcun effetto medico e non apporti alcun beneficio e come, di conseguenza, non debba avere spazio fra le pratiche sanitarie coperte dalle casse mutue. Questa posizione genera ogni volta accese discussioni, dal momento che, Germania, l’omeopatia gode ancora di ampia popolarità.

La posizione di Lauterbach: l’uso dell’omeopatia non ha basi scientifiche

Lauterbach, che è medico e, prima di essere nominato Ministro, è stato è stato direttore dell’Istituto di economia sanitaria ed epidemiologia clinica (IGKE) presso l’Università di Colonia, basa la sua posizione su una valutazione delle evidenze scientifiche e recentemente, sulla piattaforma social X (ex Twitter) ha paragonato l’impiego dei trattamenti omeopatici in ambito sanitario con il tentare di “combattere il cambiamento climatico con le bacchette da rabdomante”.

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Karl Lauterbach. Heinrich-Böll-Stiftung from Berlin, Deutschland, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons

L’omeopatia, fondata alla fine del XVIII secolo dal medico tedesco Samuel Hahnemann, si fonda sul principio dei “simili”, secondo cui una sostanza in grado di provocare determinati sintomi in un soggetto sano, se opportunamente diluita, può curare quegli stessi sintomi in una persona malata. I rimedi omeopatici vengono diluiti ripetutamente, spesso fino al punto che nella soluzione finale non rimane traccia della sostanza di partenza. Queste soluzioni ultra-diluite sono poi somministrate sotto forma di granuli, gocce o altre preparazioni. Numerosi studi hanno dimostrato che gli eventuali miglioramenti osservati nei pazienti che assumono rimedi omeopatici sono riconducibili all’effetto placebo, e non a un’azione farmacologica diretta.

Il documento del ministero, che fa infuriare gli omeopati tedesci

Il Ministero della Salute tedesco, sotto la guida di Lauterbach, ha inviato ad altri ministeri un documento programmatico che indica le aree nelle quali è possibile operare un risparmio a favore delle casse dello Stato, tagliando le spese non necessarie. Nel testo si suggerisce di escludere omeopatia e medicina antroposofica dalla copertura assicurativa pubblica, poiché prive di comprovata efficacia scientifica. L’intento di Lauterbach è sì ottimizzare l’utilizzo delle risorse nel sistema sanitario, eliminando spese per terapie ritenute inefficaci e non suffragate da prove, ma – ci ha tenuto a precisare il ministro – la sua indicazione a proposito dell’omeopatia è una questione di principio, non di bilancio. Stando alle stime del Ministero, infatti, la misura comporterebbe un risparmio di entità compresa tra i 20 e i 50 milioni di euro l’anno. Una cifra dall’impatto limitato, se si considera che, nel 2023, le casse malattia pubbliche tedesche hanno presentato un deficit di circa tre miliardi di euro e che l’anno precedente il deficit era di ben 14 miliardi di euro.


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Non è ancora chiaro, poiché non è stato specificato nel documento, quando e con quale riforma specifica dovrebbe verificarsi l’eliminazione della copertura per l’omeopatia e l’antroposofia da parte delle assicurazioni sanitarie statali. Il Ministro ha solo specificato che questo avverrà “presto” e ha anche chiarito che le singole assicurazioni saranno comunque autorizzate a stipulare, con i propri clienti, accordi per estendere coperture aggiuntive a tali pratiche.

Come era prevedibile, la proposta di Lauterbach ha suscitato una forte opposizione fra i praticanti dell’omeopatia e le associazioni di categoria. Michaela Geiger, presidente dell’Associazione centrale dei medici omeopati, ha dichiarato a Tagesschau 24 che una riforma come quella descritta dal Ministro sarebbe una “grande perdita” e andrebbe contro l’interesse dei pazienti, limitando le loro opzioni. L’intero settore chiede ora di poter trovare un accordo con Lauterbach, il quale appare, tuttavia, considerevolmente fermo nelle sue posizioni.

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