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Germania: le emissioni di CO2 calano ai minimi storici. Ma non è (solo) una buona notizia

In un contesto globale in cui l’attenzione verso le tematiche ambientali è sempre più preponderante, emerge un dato in pochi si aspettavano: la Germania ha registrato nel 2023 un decremento delle emissioni di CO2, attestandosi sul livello più basso dal dopoguerra. Secondo un’analisi preliminare condotta dall’istituto Agora Energiewende, il Paese ha visto una riduzione di 73 milioni di tonnellate di CO2 nell’arco dell’ultimo anno, raggiungendo un totale di 673 milioni di tonnellate. Si tratta di una notizia al 100% positiva? Non proprio. La situazione, come sempre quando si parla di protezione del clima e progresso dell’industria, è complessa.

Emissioni di CO2 del 46% più basse che nel 1990

La rilevazione, che colloca la Germania su un trend decrescente del 46% rispetto al dato del 1990, evidenzia tuttavia che solo una frazione di questo calo, circa il 15%, è attribuibile a interventi strutturali di lungo periodo, tra cui l’incremento nell’utilizzo delle fonti rinnovabili. La restante parte della contrazione, quasi la metà, è imputabile a fattori circostanziali e per di più legati a una crisi, come per esempio una diminuzione dei consumi, che si prevede siano di natura temporanea e non necessariamente destinati ad avere un impatto sul riscaldamento globale.

Effetti della crisi: le emissioni di CO2 non calano, ma si spostano

L’industria, in particolare i comparti ad alta intensità energetica, ha mostrato un declino nella produzione che, a sua volta, ha inciso sul volume delle emissioni. Questo aspetto, sebbene contribuisca positivamente al risultato complessivo in termini di emissioni di CO2 in Germania, vuol dire, in molti casi, che la mancata produzione è stata spostata in altri Paesi – e così le emissioni che ne derivano. Questo vuol dire che il pianeta, nel suo complesso, non ha ridotto le emissioni, ma semplicemente che l’industria tedesca ha subito un declino a cui è corrisposto un incremento produttivo altrove.

2. Edilizia residenziale, Baumschulenweg © Gabriella Di Cagno

Edilizia e trasporti: emissioni ancora troppo alte per l’agenda 2030

Analizzando in dettaglio il mix energetico, si nota che la principale causa del calo delle emissioni è la diminuzione dell’uso del carbone per la produzione di energia elettrica. In tal senso, le emissioni derivanti dal settore elettrico hanno evidenziato un decremento di 46 milioni, passando a 177 milioni di tonnellate di CO2. Tuttavia, non tutti i settori mostrano un progresso altrettanto marcato: l’edilizia e i trasporti, ad esempio, rimangono aree critiche, poiché ancora distanti dal raggiungimento degli obiettivi climatici prefissati. Secondo i calcoli, le emissioni in nel settore dell’edilizia sono diminuite infatti appena di 3 milioni di tonnellate, attestandosi a 109 milioni di tonnellate di CO2. Oltretutto, il calo non è stato dovuto tanto a pratiche virtuose da parte delle aziende coinvolte, ma piuttosto a un minore utilizzo del riscaldamento dovuto al clima mite (le temperature in Germania sono in netto rialzo). Il settore nel suo complesso è ancora ben 8 milioni di tonnellate al di sopra del livello che dovrebbe aver raggiunto per essere in regola con la tabella di marcia necessaria per gli obiettivi climatici del 2030.


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Anche il settore dei trasporti ha mancato, per la terza volta consecutiva, tale obiettivo. Secondo Agora, anche qui le emissioni sono diminuite di solo 3 milioni, passando a 145 milioni di tonnellate di CO2: ben 12 milioni di tonnellate in più rispetto al necessario.

pannelli solari

Crescono le rinnovabili, soprattutto il fotovoltaico

In Germania, l’impiego di energia solare ha conosciuto un’impennata nel 2023, con un record di nuova capacità che ha raggiunto i 14,4 GW, superando così le previsioni. D’altra parte, l’espansione dell’eolico onshore non ha tenuto il passo necessario per allinearsi agli obiettivi del 2030, in parte a causa di procedure di autorizzazione complesse che hanno rallentato l’attuazione dei progetti.

Nel complesso, l’andamento registrato dalla Germania nel campo della riduzione delle emissioni di CO2 apre a riflessioni di ampio respiro. Se da un lato il calo appare come un segnale incoraggiante verso il percorso di transizione energetica, dall’altro si rende evidente la necessità di interventi strutturali e duraturi per assicurare che i risultati possano essere mantenuti e migliorati nel tempo senza che l’economia tedesca ne risenta in modo drammatico. Ovvero, bisogna fare in modo che il calo delle emissioni non sia un’altra faccia della crisi. La sfida che si prospetta per il futuro è quella di implementare politiche e tecnologie che garantiscano una riduzione delle emissioni non solo contingente ma stabile e progressiva, in linea con gli impegni internazionali per il contrasto al cambiamento climatico.

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