Il termine “Rauhnächte” fa riferimento alle dodici notti che segnano il passaggio tra il vecchio e il nuovo anno e sono molto importanti nel folklore tedesco, ma non solo. Vanno dal 25 dicembre fino al 6 gennaio e le più importanti sono la notte di San Tommaso (20-21 dicembre), quella della Vigilia di Natale (24-25 dicembre), la notte di Capodanno (31 dicembre-1° gennaio) e la Vigilia dell’Epifania (5-6 gennaio).
La notte tra il 20 e il 21 dicembre è menzionata tra le Rauhnächte, nonostante non sia formalmente compresa tra il 25 dicembre e il 6 gennaio, probabilmente perché segna il solstizio d’inverno, la festa della nascita del sole che i romani celebravano, invece, proprio il 25 dicembre.
“Rauhnächte”: porte aperte sul soprannaturale
Queste dodici notti sono da sempre considerate mistiche e rappresentano, secondo la credenza popolare, dei veri e propri varchi che si aprono su altre dimensioni. Questo perché corrispondono a quegli undici giorni (e dodici notti) di differenza tra l’anno lunare e l’anno solare, tradizionalmente considerati “fuori dal tempo” e quindi in grado di spalancare le porte su mondi sconosciuti.
Si ritiene che durante le “Rauhnächte” si possa prevedere il clima dei dodici mesi successivi e che in generale risultino facilitate le arti divinatorie. Per tale ragione, questo periodo è stato a lungo associato a pratiche oracolari e una traccia di queste antiche tradizioni è la pratica di Capodanno del “Bleigießen“ (la fusione del piombo per prevedere il futuro, in vista del nuovo anno). Anche il rumore dei petardi e dei fuochi d’artificio di fine d’anno ha un legame con queste leggende, perché si riallaccia alla convinzione che il rumore possa scacciare gli spiriti maligni, particolarmente insidiosi in queste dodici notti magiche.
La “Caccia Selvaggia”: secondo tradizione, parte il 31 dicembre e si ritira il 6
Il 31 dicembre, a metà delle dodici notti, si dice che inizi inoltre la “Caccia Selvaggia” (Wilde Jagd), una corsa inarrestabile di creature soprannaturali impegnate, per l’appunto, in una frenetica caccia attraverso il cielo, con tanto di cavalli e segugi al seguito. Il temibile corteo, che comprende ogni sorta di demone, spirito o essere ultraterreno ed è guidato da Odino, si ritira la notte del 6 gennaio.
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Durante le “Rauhnächte” vagano inoltre le Frauen, le tre misteriose e notissime figure del foklore nordico: Frau Berchta o Perchta, Frau Gaude e Holda. Si ritiene inoltre che, durante queste dodici notti, gli animali nelle stalle possano parlare e predire il futuro. Chiunque li ascolti, però, morirà immediatamente dopo.
Etimologia del termine e antiche tradizioni
L’etimologia della parola “Rauhnacht” è oggetto di dibattito. Secondo alcune interpretazioni, il termine potrebbe derivare dalla parola alto-tedesca “rûch” (peloso) ed essere associato a demoni coperti di pelo che si ritiene vaghino, insieme ad altre creature soprannaturali, in queste notti mistiche. Altre ipotesi evocano l’antichissima pratica di purificare le case o le stalle dagli spiriti maligni con l’incenso e in questo senso, quindi, il termine potrebbe riferirsi al fumo prodotto nell’operazione (“Rau” o “Rauch” significa “fumo”). Del resto lo dicevano già, nel 1520 e nel 1534, Johannes Boemus e Sebastian Franck: “Nelle dodici notti tra Natale e l’Epifania, non c’è casa che non faccia fumo d’incenso, contro tutti i demoni, gli spiriti e le stregonerie”.
Un’altra antica tradizione è quella di non stendere il bucato durante queste notti e in particolare durante quella di Capodanno. La leggenda narra infatti che, lasciando appese le lenzuola durante le Rauhnächte, si corre il rischio che l’orda impegnata nella “Caccia Selvaggia” ci finisca dentro, il che porterebbe sventura. Un altro timore è che una delle creature della schiera possa rubare un lenzuolo, per poi farne un sudario destinato al suo proprietario. Questa convinzione è talmente radicata che ancora oggi alcune persone usano mille cautele, quando si tratta di lavare i panni in questo periodo dell’anno, pur senza sapere esattamente perché.
Paure e divieti
In alcune zone specifiche, in passato, le quattro notti più importanti di questo ciclo (san Tommaso, Vigilia, Capodanno ed Epifania) sono state considerate così pericolose da essere contrassegnate da moltissimi divieti, tra cui il divieto per le donne e per i bambini di trattenersi fuori dopo il tramonto, il divieto di svolgere alcune attività domestiche e il divieto di giocare a carte.
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