I luoghi più belli da visitare in Germania #36: Lubecca – il mare, il marzapane e il diavolo
Lubecca, la “Corona della Lega Anseatica”, è un gioiello incastonato nella costa baltica della Germania settentrionale, nel Land dello Schleswig-Holstein, proprio al confine con il Meclemburgo-Pomerania Anteriore. È una città dalla storia ricca e affascinante che si svela soprattutto nel centro storico e sul lungo mare, fra stradine strette che richiamano ancora l’impianto medievale, alte case dai tetti spioventi e chiese dalle guglie svettanti che ci comunicano che questa è una città del Nord Europa. Se si potesse assaggiare, questa città saprebbe di marzapane, ma nella sua aria frizzante (e a volte gelida) si respira il sale del Mar Baltico e quell’odore di pietra bagnata che sale dai cortili medievali del centro nelle giornate più umide. Proprio questi cortili sono stati per secoli il fulcro della vita cittadina e ancora oggi costituiscono una delle caratteristiche distintive di Lubecca.
Perché Lubecca sa di marzapane
Il marzapane, per i tedeschi, è una questione seria. È amatissimo e presente in moltissime varietà di dolci. Se anche il vostro supermercato di fiducia fosse a corto dei beni di prima necessità, durante una crisi, riuscireste comunque a trovare almeno una tavoletta di cioccolato ripiena di marzapane. Lubecca porta questo amore nazionale al livello successivo: qui c’è infatti un vero museo del marzapane. Qui potrete apprendere tutto sull’origine, l’elaborato processo di produzione e le mille variazioni di questo prodotto dolciario e, naturalmente, assaggiarlo in tante forme diverse. La tradizione di Lubecca, in materia di marzapane, risale addirittura al XV secolo. Si racconta che, durante una carestia, nel 1407, i fornai della città siano rimasti a corto di farina. Come soddisfare, dunque, la richiesta di pane degli abitanti? La risposta si presentò in tutta la sua deliziosa semplicità: con zucchero e mandorle! Le dolci pagnotte, si dice, salvarono dalla fame l’intera popolazione. Una tappa in questo museo è consigliatissima, quando si visita la città con tutta la famiglia.
La Porta di Holsten
La Holstentor (ovvero la porta di Holsten) è forse il monumento più famoso di Lubecca e uno dei più importanti del tardo medioevo tedesco. Imponente e molto più complessa di quanto non siano normalmente le porte di accesso alle città, questa struttura porta le tracce di un passato glorioso, quando la Lega Anseatica era all’apice del potere e del successo. In quel periodo, intorno al XIV secolo, Lubecca era la città più ricca della regione. Una particolarità che non tutti colgono a prima vista è la pendenza della porta: durante la costruzione, infatti, ci furono dei problemi e dei cedimenti che influenzarono la conformazione definitiva del monumento.
Questo capolavoro del tardo gotico delimita quello che era l’ingresso occidentale della città e, ancora oggi, ci restituisce un’idea accurata di quanto fossero imponenti le fortificazioni che la circondavano. D’altra parte, quando fu costruita, tra il 1464 e il 1478, all’architetto del consiglio comunale di Lubecca, Hinrich Helmstede, fu richiesta una struttura che non fosse soltanto fortificata, solida e sicura, ma anche un simbolo atto a rappresentare la potenza e l’importanza della città. Le sue funzioni difensive non furono tuttavia mai messe alla prova.
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Il suo ruolo di rappresentanza è chiaramente intuibile dalla sua complessità e dalle due imponenti torri con tetti conici ricoperti di ardesia, che fiancheggiano l’arco a tutto sesto.
La chiesa di Santa Maria, con la Danza Macabra e la Pietra del Diavolo
Se avete un certo gusto per il gotico e le leggende oscure, vi consigliamo una visita alla Chiesa di Santa Maria. Al di là della bellezza dell’edificio in sé, che sicuramente vale una visita, ci sono alcuni dettagli che ne fanno una meta perfetta per gli amanti del folklore “dark”. Fra questi c’è sicuramente la cappella della Danza Macabra, sulle cui finestre sono rappresentate le immagini di un’opera medievale, andata distrutto durante la guerra. Questo soggetto, particolarmente popolare nell’alto medioevo, è una delle allegorie più celebri della morte e rappresenta la sua ineluttabilità nell’esperienza umana. La morte, tradizionalmente rappresentata come uno scheletro e nelle varie declinazioni del “tristo mietitore”, si accosta a personaggi che rappresentano tutte le categorie umane: uomini e donne, giovani e vecchi, servitori e re, ricchi e poveri, probi e peccatori.
L’opera del XV secolo che un tempo era esposta nella cappella mostrava appunto una folla di vivi e morti, di scheletri e di santi che danzano verso la tomba che li attende, mentre la morte suona il piffero. Le vetrate sono state realizzate negli anni ’50, in omaggio a quelle distrutte dai bombardamenti e che erano state donate dal Kaiser Wilhelm II.
Visitando la chiesa di Santa Maria, inoltre, troverete una statuetta che normalmente non ci si aspetterebbe di trovare in un luogo di culto: una piccola figura di bronzo che rappresenta il diavolo. Narra la leggenda che, quando, a metà del XIII secolo, la chiesa era in costruzione, Satana in persona si sia fermato a guardare il cantiere, come un umarél qualsiasi, e chiese informazioni agli operai intenti a lavorare.
I poveri operai, comprensibilmente, non ebbero il coraggio di dire la verità, per paura che il demonio si vendicasse su di loro, così scelsero di mentire, dicendo che stavano costruendo una meravigliosa enoteca. Il diavolo, rallegrato dall’idea, decise perfino di dare una mano nei lavori. Quando la basilica era quasi finita, però, il diavolo si accorse di essere stato ingannato e, furioso, afferrò una grossa pietra, con l’intenzione di distruggere la chiesa. Un operaio dai riflessi pronti, però, riuscì a calmarlo, dicendogli che l’enoteca l’avrebbero costruita davvero, poco lontano. Satana a quel punto si placò e fece cadere a terra la lastra di pietra, proprio vicino alla chiesa. Questo spiega i segni sul lastrone di pietra che ancora oggi si possono vedere accanto alla basilica e che sono attribuiti proprio agli artigli del diavolo. La statuetta è stata collocata sulla lastra solo nel 1999. È opera di Rolf Goerler e raffigura un demonietto soddisfatto e sorridente, perché la promessa fattagli dall’operaio è stata mantenuta. Infatti, proprio di fronte alla chiesa, si trova ancora oggi una taverna.
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