A Berlino si dovranno ripetere le elezioni anche per il Bundestag

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Foto di Stefano Comi

A Berlino non si finisce mai di votare. Soprattutto, non si finisce mai di ripetere le operazioni di voto del 2021, che sono passate alla storia come uno dei più imbarazzanti pasticci organizzativi della storia tedesca. Dopo aver dovuto ripetere, a febbraio 2023, le elezioni per il governo locale, che hanno portato alla fine del mandato di Franziska Giffey e della giunta a guida SPD, per fare posto a quella guidata dalla CDU di Kai Wegner, ora tocca addirittura alle elezioni per il Bundestag. In 455 dei 2.256 collegi elettorali della città, infatti, sarà necessario anche ripetere il voto per le elezioni politiche che hanno portato in carica l’attuale governo del Cancelliere Olaf Scholz (SPD), che vede i socialdemocratici in coalizione con i Verdi e con i liberali dell’FDP.

A deciderlo è stata la Corte costituzionale federale di Karlsruhe, che ha mantenuto quindi un convincimento simile a quello già espresso dal Bundestag nel novembre 2022.

La debacle elettorale del 2021

La giornata elettorale del 26 settembre 2021, in effetti, è stata caotica oltre ogni immaginazione. In quell’occasione si votava per il Bundestag, per il governo locale e per il referendum sull’esproprio dei grandi gruppi immobiliari, il tutto nello stesso giorno in cui si svolgeva la maratona – e quindi parte dei percorsi in auto erano chiusi. Il voto è stato funestato da infiniti disguidi, lunghi tempi di attesa e schede elettorali mancanti che non potevano essere consegnate a causa delle limitazioni al traffico. I seggi sono anche stati costretti a chiudere temporaneamente e, in alcuni casi, sono rimasti aperti ben oltre le 18:00 – ora prevista per la loro chiusura. I risultati sono stati considerati inattendibili per quanto riguarda l’elezione locale, mentre per quella nazionale il processo di valutazione è stato più lungo e solo ora, con la decisione della Corte Costituzionale, può considerarsi concluso.


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Come già detto, il Bundestag aveva già deciso per una ripetizione del voto, da effettuarsi però soltanto in 327 distretti della capitale e 104 dei 1.507 distretti di voto per corrispondenza. Alla decisione di Karlsruhe si è arrivati perché il gruppo parlamentare CDU/CSU non era d’accordo con questa delibera del Bundestag e chiedeva di ripetere le elezioni in un numero maggiore di distretti. Per questo motivo, i cristiano-democratici hanno presentato un ricorso alla Corte Costituzionale, che però è stato accolto solo in parte. La sentenza di Karlsruhe non dà ragione, quindi, né al governo né all’opposizione.

Berlino dovrà ripetere le elezioni, ma è improbabile che cambino gli equilibri del Bundestag

Va detto che è improbabile che una ripetizione limitata a meno di 500 collegi elettorali in una sola città possa pesare al punto da cambiare gli equilibri di potere al Bundestag in modo significativo. Il partito che poteva essere considerato più “a rischio”, ovvero Die Linke (già “dissanguato” da un’emorragia di parlamentari seguita alla fuoriuscita di Sahra Wagenknecht), può però tirare un sospiro di sollievo: la ripetizione parziale non andrà a intaccare il risultato delle due circoscrizioni in cui il partito aveva ottenuto un mandato diretto. Ciò significa che i deputati così eletti, Gesine Lötzsch e Gregor Gysi, nonché il deputato di Lipsia Sören Pellmann rimarranno in parlamento, così come tutti i 39 deputati eletti fra le fila di Die Linke (compresi quelli che hanno lasciato il partito insieme a Wagenknecht).

La ripetizione parziale del voto dovrà avvenire entro 60 giorni.

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