Wiesbaden: chi non paga il biglietto dell’autobus non sarà più perseguito penalmente
Il fatto che in Germania si possa andare in prigione per non aver pagato il biglietto dell’autobus è uno di quegli elementi del diritto tedesco che risultano incomprensibili e vagamente inquietanti per chi si trasferisce a vivere in questo Paese. La sproporzione fra il “reato” e la pena, tuttavia, sembra iniziare a preoccupare anche alcuni politici tedeschi i quali, nonostante veementi critiche, si stanno adoperando per modificare questo stato di cose.
Nella capitale dell’Assia, Wiesbaden, per esempio, la coalizione attualmente al governo, formata dai Verdi, SPD, Die Linke e Volt, ha stabilito che l’azienda di trasporto locale, la Eswe Verkehr, dovrà in futuro astenersi dal presentare denunce penali per l’evasione tariffaria sui mezzi publici. Questa nuova politica ha suscitato molte critiche dall’opposizione.
Chi non paga il biglietto dell’autobus rischierà solo una contravvenzione: “la povertà non deve portare alla detenzione”
Coloro che verranno sorpresi a utilizzare i 300 autobus dell’aziende senza un titolo di viaggio valido dovranno semplicemente pagare una “tariffa maggiorata” di 60 Euro. Di fatto, non pagare il biglietto dell’autobus smette quindi di essere un reato, per diventare un semplice illecito amministrativo.
La decisione della coalizione di governo locale è stata motivata, fra le altre cose, con la necessità di ridurre il carico sui tribunali e le procure e anche il costo che la detenzione comporta per lo Stato. Inoltre, i promotori dell’iniziativa hanno fatto riferimento alle “conseguenze ingiuste e antisociali” di questa pratica, sostenendo che “la povertà non dovrebbe essere causa di detenzione” e sottolineando come altre città, come Düsseldorf, abbiano già adottato politiche simili.
Solo a Wiesbaden, nel 2019, sono state registrati e giudicati dai tribunali oltre 1.500 casi di “infrazioni per evasione tariffaria”. Circa 7.000 persone all’anno, in Germania, vengono incarcerate per non aver pagato il biglietto dei trasporti pubblici, in base all’articolo 265 del Codice penale tedesco, che definisce l’evasione tariffaria come un illecito che può essere punito con una multa o con la detenzione fino a un anno.
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Anche a livello federale, una riforma simile è stata proposta dal Ministro della Giustizia Marco Buschmann (FDP) ed è appoggiata dal gruppo parlamentare SPD al Bundestag, che preferirebbe abolire completamente l’infrazione. Questo particolare illecito è stato reso un reato penalmente perseguibile dal regime nazista negli anni ’30 e non manca chi, nella Germania contemporanea, lo considera un inaccettabile anacronismo.
La CDU “così si indebolisce lo Stato di diritto”
Per contro l’opposizione, sia a livello federale che nel caso dell’amministrazione di Wiesbaden, è fortemente contraria. Bernd Wittkowski, consigliere comunale della CDU, ritiene che tale approccio equivalga a un indebolimento dello Stato di diritto, riducendo l’effetto deterrente e aumentando le perdite economiche per le aziende di trasporto pubblico. Wittkowski si è detto “sconcertato dalla deriva a sinistra della coalizione”. Lucas Schwalbach (FDP) ha espresso un parere simile, sostenendo che alla detenzione si arriverebbe solo nel caso di trasgressioni ripetute e sottolineando che “coloro che eludono le tariffe danneggiano la società”. Secondo Christian Bachmann (Liberi Elettori), la decisione della coalizione del comune di Wiesbaden incoraggia a non pagare il biglietto dell’autobus.
Eswe Verkehr ha espresso la sua insoddisfazione verso questa decisione dei consiglieri comunali, temendo una possibile perdita di entrate. Secondo l’azienda, la trasformazione dell’evasione tariffaria in illecito amministrativo minerebbe l’effetto deterrente.
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