L’ultimo Lenin: perché in Germania c’è ancora una statua del rivoluzionario russo
Quando si parla di abbattere statue, nel mondo, si aprono sempre numerosi dibattiti. La Germania, per esempio, come è ovvio, ha cancellato tutte le tracce celebrative del nazismo, costruite durante gli anni del regime, e quasi tutte quelle della DDR. Alcuni monumenti, come il memoriale sovietico di Treptower Park, sono rimasti, perché la loro conservazione era inserita negli accordi con i quali si ratificò la riunificazione del Paese, ma anche perché legata direttamente al rovesciamento del regime nazionalsocialista. Non tutti sanno, però, che a Schwerin, capitale del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, ancora oggi persiste una statua di Vladimir Ilyich Ulyanov, meglio noto come Lenin. Questa statua alta 3 metri e mezzo, testimonianza dell’era sovietica e della divisione tedesca, è stata per anni al centro di un acceso dibattito sulla memoria storica del Paese.
Nella DDR non erano poche le statue di Lenin, così come le vie a lui dedicate. La stessa Hamburger Allee, dove oggi sorge la statua di Schwerin, si è chiamata Lenin Allee fino al 1990. A Berlino, come è noto, esisteva anche la Stalin Allee (oggi Karl-Marx-Allee). Man mano che la DDR compiva la propria parabola e a maggior ragione dopo la sua dissoluzione, quasi tutti i simboli sovietici furono rimossi o distrutti.
La statua di Lenin a Schwerin, invece, è rimasta. In posa rilassata, con le mani in tasca, Lenin continua a sovrastare la scritta “Decreto sulla terra”, che si riferisce al secondo decreto di Lenin dopo il “Decreto sulla pace”, pubblicato l’8 novembre 1917, durante la rivoluzione d’Ottobre. Il tema del decreto era appunto la terra e, nello specifico, l’esproprio dei grandi proprietari terrieri. La scelta specifica del riferimento è dovuta al fatto che Schwerin era uno dei centri agricoli più importanti della Repubblica Democratica Tedesca. L’idea di erigere questo monumento fu di Horst Sindermann, membro del Politburo, e il costo dell’opera fu di 60.000 Marchi.
Controversie e memoria storica: perché il monumento di Lenin a Schwerin è stato conservato
Perché questo monumento non è stato distrutto? L’ipotesi è stata considerata a più riprese, al punto che perfino lo scultore che l’ha creata nel 1985, l’estone Jaak Soans, ha proposto di fondere la statua per creare un nuovo monumento. Molti di coloro che, durante gli anni della DDR, hanno subito le conseguenze più dure del regime, non guardano con favore alla permanenza di una delle figure chiave che hanno contribuito all’ascesa dell’Unione Sovietica – e quindi al destino di quella parte di Germania che si ritrovò a est della Cortina di Ferro.
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In più occasioni, la statua è stata oggetto di atti vandalici e imbrattata con graffiti. Per altri, invece, il fatto che Lenin, verso la fine della sua vita, si fosse in parte dissociato dai metodi di Stalin contribuisce ad ammorbidire il giudizio. A questo si aggiungono le considerazioni che accompagnano tutti i monumenti controversi, ovvero quelle sulla necessità di mantenere la memoria del passato, da considerare non come sigillo di approvazione di tale passato, ma semplicemente come testimonianza di ciò che è stato. Il risultato è che, finora, le varie votazioni locali sul futuro della grande effige in bronzo sono sempre giunte alla stessa conclusione: lasciare Lenin esattamente dov’è.
La città di Schwerin sembra comprendere la complessità dei sentimenti associati alla figura di Lenin e, nel 2007, ha collocato una targa informativa di fronte alla statua per illustrare criticamente il suo contesto storico.
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