AperturaGuida Germania

I luoghi più belli da visitare in Germania #31: Drachenfels – la Roccia del Drago

Il nome Drachenfels indica una maestosa collina, alta 321 metri, che si trova a Königswinter, nel Nord Reno Westfalia. E tuttavia non bisogna neppure conoscere il tedesco per accorgersi che il suo nome evoca qualcosa di più che una semplice posizione geografica: in questo nome, che significa letteralmente “Roccia del Drago”, riecheggiano suggestioni romantiche che, non a caso, affascinarono perfino Lord Byron. Su questa collina e le rovine che si trovano sulla sua cima, infatti, si narrano leggende antichissime, che si intrecciano con la storia locale e perfino con la celebre saga dei Nibelunghi.

Le rovine del castello del XII secolo, il Burg Drachenfels, sono ancora oggi meta di numerosi turisti che, sulle orme dei poeti romantici di tutta Europa, scalano la collina per godersi la splendida vista panoramica sulla valle del Reno, ma soprattutto per lasciarsi trasportare dalla magia e sentirsi parte delle storie fantastiche che circondano questo luogo.

Drachenfels

La leggenda del drago

Sul drago che ha dato il nome alla collina si narrano numerosissime storie. Una delle leggende sostiene che, in epoca medievale, qui vivesse un drago che amava distruggere con il fuoco tutte le imbarcazioni che solcavano il Reno. Gli abitanti della zona, nel tentativo di placare la terribile creatura, le offrivano ogni giorno sacrifici umani, solitamente prigionieri di guerra, senza però alcuna garanzia che l’offerta avrebbe saziato la fame del drago. Un giorno, però, a essere sacrificata fu una vergine cristiana, la quale non mostrò alcun terrore alla vista del mostro. Pregando, la giovane sollevò la croce che portava al collo e il drago, al vederla, barcollasse e precipitasse dal Drachenfels nel Reno, annegando e liberando così i villaggi vicini.


Leggi anche:
I più bei luoghi da visitare in Germania #30: il Parco Fürst Pückler a Bad Muskau

In un’altra variante della leggenda, meno colorita, si dice semplicemente che, a causa delle preghiere della giovane, il drago volò via e non fece più ritorno. In un’altra ancora, si dice che un altro drago (oppure lo stesso drago?) sia stato sconfitto grazie all’uso della polvere da sparo. Secondo un’altra, legata alle più celebri saghe tedesche, fu Fafnir, figlio di un re dei nani, a essere trasformato in un drago a causa di un anello maledetto e successivamente ucciso dal mitico eroe Sigurd. Fafnir, come ogni drago ma anche ogni nano che si rispetti, viveva in una grotta piena di tesori, che secondo la leggenda si trovava proprio nella catena montuosa di cui fa parte Drachenfels.

Un’altra leggenda riguarda naturalmente Siegfried, il prode uccisore di draghi della saga dei Nibelunghi. L’eroe aveva risalito il Reno, dopo aver terminato il suo apprendistato presso un maestro fabbro. Nelle sue peregrinazioni, passò davanti a un villaggio fra le alture della catena delle Siebengebirge, i cui abitanti vivevano nel terrore di un temibile drago che aveva fatto della loro collina la sua dimora.
Siegfried aveva con sé la spada Balmung, che aveva forgiato lui stesso, e decise di intervenire. Impavido, si arrampicò fino alla grotta del drago, lo uccise e fece un bagno nel suo sangue, per rendersi invulnerabile.

Più prosaicamente, il nome “Drachenfels” potrebbe originariamente riferirsi alla trachite, un minerale molto usato in ambito edilizio ed estratto da questa collina fin dall’epoca romana. La cattedrale di Colonia è un esempio notevole di un edificio costruito proprio con la trachite del Drachenfels. Anche se, dobbiamo ammetterlo, nessuno scala una montagna e si addentra fra le rovine di un castello medievale per sentir raccontare di attività minerarie.

Drachenfels

Il castello di Drachenfels

L’edificio, che tanto affascinava Byron e che ha attirato turisti dal temperamento romantico (e bambini in cerca di draghi) per oltre 200 anni, fu eretto nel XII secolo. La costruzione fu iniziata nel 1138 dall’arcivescovo Arnold I di Colonia, ma il castello fu poi acquistato e completato nel 1149 da Gerhard von Are, prevosto dell’Abbazia di San Cassio a Bonn. Drachenfels, all’epoca, era già il nome dell’altura su cui si trovava il castello.

Inizialmente costruito per difendere la città di Colonia, subì danni significativi durante la Guerra dei Trent’anni, durante l’attacco delle truppe provenienti dalla Svezia nel 1632 e la riconquista da parte di quelle spagnole nel 1634. In seguito, la sua importanza strategica perse rilevanza, e il castello non fu mai completamente restaurato.

Dopo le guerre napoleoniche, il castello di Drachenfels divenne una meta turistica rinomata. L’apertura della ferrovia nel 1883 accelerò ulteriormente il turismo nella regione e il periodo successivo vide la costruzione del castello neogotico noto come Schloss Drachenburg su un altro versante della collina.

Il castello passò di mano più volte nel corso dei secoli, subendo assedi e crolli strutturali fino a quando, nel 1836, il terreno in cima alla collina fu acquistato dal governo prussiano. La sua importanza turistica era già evidente. Inoltre, con un decreto del 1922, la catena montuosa/collinare nota come Siebengebirge, dove si trova Drachenfels, è diventata una delle prime riserve naturali tedesche. L’area,  con i suoi circa 4.200 ettari, presenta i più grandi boschi di faggi contigui della Renania.

Drachenfels

Oggi, Drachenfels può essere definito una delle montagne più scalate d’Europa. Dalla sommità, si gode di una vista unica in tutta la ragione. Nelle giornate in cui l’aria è più limpida, si possono identificare le cime degli edifici più alti di Colonia, tra cui le due inconfondibili guglie del Duomo e la torre della televisione. Spingendo lo sguardo sulla valle del Reno, si può godere di un panorama che spazia per circa 50 chilometri, fino a Bonn.

Fra le rovine sono ancora riconoscibili le diverse parti del castello, come il mastro e il torrione, al punto che non è difficile immaginare i cavalieri che si scontrano per il dominio di questa collina e perfino le spire del drago che si avvolgono intorno alle torri.

P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio