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Goethe-Institut, chiudono varie sedi italiane: Baerbock bersagliata da critiche

Il Goethe-Institut, importante istituto culturale della Repubblica Federale, con 158 sedi in 98 Paesi e lo scopo di promuovere la lingua tedesca nel mondo, sta attraversando una fase di tagli significativi e nove istituti chiuderanno presto i battenti.

Goethe-Institut: chiudono diverse sedi, soprattutto in Italia e Francia

A essere particolarmente colpite sono l’Italia e la Francia. Alla fine di gennaio 2024, infatti, in Francia verranno chiusi gli istituti di Strasburgo, Bordeaux e Lille, mentre in Italia si preparano a chiudere le sedi di Torino, Genova e Trieste. Sarà inoltre ridimensionata anche la sede di Napoli.

Le ragioni di questa decisione si legherebbero a una logica di contenimento dei costi, ma anche a una sorta di “riorganizzazione geostrategica”, che punta a intensificare la presenza del Goethe-Institut in altre aree del mondo, tra cui l’Europa centrale e orientale, il Pacifico meridionale, il Caucaso e alcune zone negli Stati Uniti.


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Il ministero degli esteri tedesco cerca di minimizzare

“Non si tratta di una riduzione, ma di una modernizzazione delle nostre relazioni culturali ed educative” ha dichiarato il Ministero degli Esteri di Annalena Baerbock, bersagliata dalle critiche in seguito a questa decisione. Si precisa infatti che, anche dopo la chiusura delle succitate sedi, Francia e Italia continueranno a ospitare la maggior parte delle istituzioni culturali tedesche del mondo, tra cui diversi Goethe-Institut.

I tagli, però, ci sono e non riguardano solo il Goethe-Institut, ma anche altre istituzioni culturali all’estero, che il governo tedesco ha deciso di ridimensionare poco dopo la pandemia. Nel bilancio federale per il 2024, saranno previsti tagli anche relativi al Servizio tedesco per lo scambio accademico (DAAD) e la Fondazione Humboldt. Per il Goethe-Institut, inoltre, il finanziamento annuale è stato oggettivamente ridotto, con 250 milioni di euro nel 2021, 233 milioni nel 2022 e 239 nel 2023, mentre il progetto di bilancio per il 2024 prevede ulteriori tagli del 3,3%, pari a circa 24 milioni di euro.

Reazioni e proteste. Criticata Annalena Baerbock

Molte sono state le proteste relative alla chiusura delle sedi del Goethe-Institut, specialmente in Italia, dove 16.000 firme sono già state raccolte per mantenere aperta la sede di Torino e a metà ottobre lo stesso sindaco, Stefano Lo Russo, ha scritto una lettera al presidente del Goethe-Institut, all’ambasciatore tedesco e alla ministra Baerbock, sottolineando l’importanza di un’esperienza che non dovrebbe concludersi.

Oltre all’importanza culturale dello scambio che gli istituti promuovono, molti sottolineano anche il fatto che questa decisione avrà un impatto assai negativo sui dipendenti, soprattutto se difficili da ricollocare professionalmente. La sede di Torino, ad esempio, ha 38 dipendenti, di cui 32 donne, quasi tutte ultracinquantenni. “Questa decisione è stata presa dalla ministra degli esteri (Annalena Baerbock ndr), che vuole fare una politica estera femminista, ma non ha pensato al fatto che ora sta colpendo donne che si trovano in situazioni lavorative davvero terribili” è l’aspro commento di una delle insegnanti del Goethe-Institut di Torino, riportato dalla Berliner Zeitung.

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