Crisi di bilancio in Germania: il governo congela la spesa pubblica
La recente svolta nella crisi di bilancio del governo federale tedesco ha scatenato una serie di incertezze e interrogativi, gettando un’ombra sul futuro finanziario del paese. Il Ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP) ha imposto il congelamento del bilancio, generando molte domande e timori riguardo alle conseguenze di questa decisione. Alla base di questa crisi c’è una sentenza della Corte Costituzionale federale, che dichiara illegittimo lo spostamento di impegni di spesa originariamente progettati per gestire la crisi del Covid verso altri progetti, in particolare quelli per il clima e la sostenibilità.
Si parla di 60 miliardi di Euro che avrebbero dovuto essere trasferiti al Fondo per il Clima e che ora, dopo la sentenza di Karlsruhe, non potranno essere dirottati in quella direzione. C’è anche il rischio che una sorte simile tocchi al fondo per la stabilizzazione economica. La decisione del Ministero delle Finanze, che di fatto congela il bilancio dello Stato a quasi tutti i livelli, è considerata l’apice di una delle più gravi crisi che questo governo si sia trovato ad affrontare – il che non è poco, considerando la situazione geopolitica al cui interno il governo Scholz si è sviluppato. Ma che cosa significa, concretamente, il congelamento della spesa pubblica? Quali investimenti vengono bloccati?
Che cosa succede quando il governo tedesco congela il bilancio
La decisione del Ministero delle Finanze non implica, ovviamente, un’immediata cessazione di tutti gli investimenti pubblici. Secondo il Ministero, infatti, i fondi destinati al 2023 possono ancora essere utilizzati regolarmente. Tuttavia, i ministeri non possono attualmente assumere nuovi impegni di spesa per gli anni successivi, con ripercussioni sugli impegni pianificati entro il 31 dicembre 2023.
I servizi pubblici non sono a rischio
Il presidente dell’Istituto Tedesco per l’Economia Marcel Fratzscher è intervenuto pubblicamente per rassicurare su alcuni punti dell’attuale crisi che potrebbero non essere chiari all’opinione pubblica. In particolare, Fratzscher ha rassicurato sul fatto che le autorità federali e gli uffici che esse gestiscono non sono a rischio chiusura. Non si tratta dello stesso tipo di “shutdown” del quale si parla, per esempio, quando il Congresso degli Stati Uniti non riesce a trovare un accordo sul bilancio, ha spiegato.
In Germania, i dipendenti pubblici non rischiano di non ricevere lo stipendio e il lavoro degli uffici e dei servizi pubblici continua regolarmente.
Ci sono rischi per le pensioni e il reddito di cittadinanza?
I beneficiari di pensioni, reddito di cittadinanza e altre prestazioni sociali possono stare tranquilli, poiché i pagamenti continueranno regolarmente. Tuttavia, la mancanza di fondi del governo federale ha scatenato discussioni riguardo a possibili tagli al welfare proposti dall’FDP, ai quali però si oppongono l’SPD e i Verdi.
Michaela Engelmeier, presidente dell’Associazione sociale tedesca (SoVD), ha ammonito contro i tagli alle prestazioni sociali, sottolineando come questo tipo di politiche rischi di alimentare divisioni e fratture all’interno della società.
Impatto sui settori chiave
La situazione finanziaria in bilico rischia di compromettere numerosi progetti nel contesto della politica climatica e industriale del programma della coalizione di governo, che dipendevano dal Fondo per il Clima. Progetti come le fabbriche di chip Intel a Magdeburgo e TMSC a Dresda, dai quali dipendono migliaia di posti di lavoro e che rappresentano grandi opportunità nelle rispettive regioni, potrebbero non essere finanziati.
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La transizione energetica e altri progetti chiave, come quelli nell’industria dell’acciaio e dell’idrogeno, sono minacciati dal mancato sostegno finanziario del governo. Le industrie di riferimento, di conseguenza, rischiano di non poter rimanere competitive senza il necessario supporto finanziario. Concretamente, sono a rischio tutti i progetti industriali che non hanno già ricevuto decisioni di finanziamento vincolanti.
Le politiche ambientali del governo, in particolare i progetti che si finanziavano con il Fondo per l’Ambiente, sono a rischio. Per esempio, il bonus ambientale che lo Stato versa ai consumatori quando acquistano un’auto elettrica potrebbe non essere più disponibile.
Ci sarà un impatto sul prezzo dell’energia?
Non è improbabile. Il Ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi), che è stato il maggiore fautore del freno ai prezzi dell’energia per imprese e famiglie, ritiene ipotizzabile che tali misure, che hanno contribuito a ridurre i prezzi al consumo di gas ed elettricità, non saranno più possibili in futuro. Questo porterebbe a un inevitabile aumento delle tariffe e quindi delle bollette, poiché lo Stato non interverrebbe più ad ammortizzarlo attraverso il Fondo per la Stabilizzazione Economica, che è stato congelato. Eventuali aumenti, tuttavia, non dovrebbero essere implementati entro la fine del 2023.
Che cosa può fare il governo
La domanda ora è quanto grave sarà il deficit finanziario e come il governo affronterà la situazione. Le opzioni, come sempre in questi casi, si distribuiscono in due categorie: l’incremento delle entrate attraverso un aumento della pressione fiscale o la riduzione della spesa sociale. Anche la terza opzione, ovvero quella di sospendere il freno al debito e quindi contrarre nuovo debito pubblico è presa in considerazione, nonostante il Ministro delle Finanze Lindner ne sia sempre stato un fierissimo avversatore. Per questo motivo, è facile prevedere che i partiti della coalizione faticheranno a trovare un accordo in merito.
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