Sex work a Berlino: quadruplicato dal 2020, ma c’è meno sicurezza

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A Berlino, si è quadruplicato in tre anni il numero delle persone che operano nell’ambito del sex work, che sono passate dalle 595 del 2020 alle 2.055 del 2023 (dato rilevato con riferimento al mese di agosto). Ben 1.383, inoltre, provengono dall’estero.

Questa cifra, ottenuta in seguito a un’interrogazione parlamentare della Linke, la sinistra tedesca, certifica un incredibile aumento dell’offerta di sesso, nella capitale tedesca. Sta tuttavia aumentando anche il bisogno di assistenza, soprattutto da parte di chi opera in strada, mentre invece diminuiscono sempre di più, paradossalmente, i servizi di supporto legati al sex work.

Sex work a Berlino: aumenta la richiesta, ma diminuisce l’offerta di supporto

Il centro d’incontro per donne Olga, situato nella Kurfürstenstraße, ha registrato un incremento del 50% del numero di donne che chiedono supporto. Nel 2019, Olga assisteva in media 37 donne al giorno, mentre l’anno scorso questo numero è salito a 53. Questo aumento si accompagna a una richiesta sempre crescente di servizi essenziali come pasti caldi, servizi di lavanderia e consulenza sociale, come confermato dal portavoce Thomas Luthmann.


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Nonostante queste crescenti necessità, le iniziative che forniscono aiuto alle sex worker stanno invece diminuendo, come ad esempio quella che aveva luogo il mercoledì presso la Chiesa dei Dodici Apostoli, durante la quale veniva servito un pasto caldo. Questo appuntamento è stato infatti cancellato, così come è stato cancellato, a causa di limitazioni di budget, anche il servizio di consulenza svolto da un’assistente sociale. È stato inoltre chiuso il Laola Café, un rifugio per le lavoratrici del sesso.

“In un momento in cui la povertà, il fenomeno delle persone senza fissa dimora e l’uso di sostanze che creano dipendenza stanno diventando sempre più visibili, tagliare aiuti urgenti e necessari equivale a stigmatizzare ulteriormente il gruppo delle lavoratrici del sesso di strada” è la dichiarazione di Luthmann.

Intanto, il distretto di Tempelhof-Schöneberg prevede di eliminare un’importante figura

Oltretutto, l’ufficio del distretto di Tempelhof-Schöneberg prevede di eliminare, alla fine dell’anno, la figura della referente per le sex worker, che al momento è un importante punto di coordinamento per le strutture di aiuto e consulenza sul territorio.

La deputata della Linke Ines Schmidt ha fortemente criticato questa decisione, suggerendo al sindaco del distretto, Jörg Oltmann, di non rinunciare a uno strumento chiave in grado di collegare, a livello distrettuale, polizia, consulenti e progetti di supporto per le lavoratrici del sesso.

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