“Hitler meglio di Netanyahu” il leader del clan berlinese live su TikTok

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I conflitti di interesse globale, nell’era dei social, hanno evidenziato una dicotomia nettissima nel discorso collettivo. Se, da un lato, i media “ufficiali” tendono a riflettere una certa polarizzazione, restando però all’interno di linee guida più o meno esplicite, gli utenti dei social, anche quelli più influenti, si spostano agevolmente verso posizioni più estreme. Un esempio lampante di questo fenomeno, in Germania, sono le recenti dichiarazioni di Arafat Abou-Chaker, leader del clan berlinese Abou-Chaker, il quale, durante un live-stream su TikTok insieme al predicatore Pierre Vogel, ha dichiarato di ritenere “Adolf Hitler migliore di Netanyahu”.

Al momento, le dichiarazioni di Abou-Chaker sono oggetto di un’indagine da parte della polizia di Berlino. Vale la pena di menzionare, per chi non avesse familiarità con la legge tedesca, che tutte le dichiarazioni che possano considerarsi apologia del nazismo o che siano tese a sminuire o relativizzare la gravità dei crimini commessi dal regime e dell’olocausto in particolare sono penalmente perseguibili in Germania.

Secondo Abou Chaker, Hitler sarebbe meglio di Netanyahu, perché “almeno uccideva rapidamente le sue vittime”

Abou Chaker e Vogel hanno discusso, sulla popolare piattaforma video, del conflitto in Medio Oriente. Nel corso della trasmissione Abou-Chaker ha dichiarato che il “regime sionista” è paragonabile a quello di Adolf Hitler. “Per me, Adolf Hitler è persino meglio di Netanyahu, perché almeno uccideva subito le sue vittime”. Più avanti nel video, Abou-Chaker ha ulteriormente approfondito tale osservazione, sostenendo di “non essere un sostenitore di Adolf Hitler” e di considerarlo “un assassino di massa”, specificando però che il “regime israeliano” è peggiore perché condanna le sue vittime a una morte lenta.

Al di là della scarsa conoscenza della storia del nazismo e delle lunghe agonie degli internati nei lager, che traspare dalle dichiarazioni di Arafat Abou-Chaker, l’intera discussione presenta aspetti problematici che non hanno mancato di mettere in allarme la comunità ebraica tedesca.

Il Consiglio centrale degli ebrei in Germania ha condiviso una clip del video su X, indirizzandola direttamente all’account ufficiale di TikTok e lamentando il fatto che molti giovani siano esposti a ideologie pericolose attraverso i live-stream che vengono ospitati sulla piattaforma cinese. Sempre su X, la polizia di Berlino ha dichiarato di aver già inviato il video al dipartimento per la sicurezza dello Stato.

Chi sono i protagonisti della vicenda

Pierre Vogel, oggi noto come Abu Hamza, è un ex pugile tedesco originario di Frechen, in Nord Reno-Westfalia, convertitosi dal cristianesimo evangelico all’islam e divenuto predicatore. Oggi è considerato influente nella scena salafita tedesca.


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Arafat Abou Chaker è un membro di spicco del clan di origine palestinese Abou Chaker, i cui membri vivono fra la Germania (principalmente a Berlino) e il Libano. Secondo le stime della polizia, nella capitale tedesca vivono tra i 200 e i 300 membri del clan, alcuni dei quali sono noti per aver preso parte ad attività della criminalità organizzata. Fra le attività illecite che hanno visto coinvolti i membri del clan Abou Chaker ci sono il racket, il traffico di droga e di armi, il riciclaggio di denaro, le rapine, i furti e lo sfruttamento della prostituzione.

Abou Chaker è noto, fra le altre cose, per essere stato il manager del notissimo rapper Bushido – rapporto di collaborazione che si è interrotto in modo burrascoso, con una causa in tribunale, che è stata vinta dal rapper. Nel gennaio 2019, Arafat Abou-Chaker è stato condannato in primo grado dal tribunale distrettuale di Tiergarten a dieci mesi di reclusione con pena sospesa per aggressione e minacce. La condanna è stata poi commutata in appello in una pena pecuniaria. Più di recente, Abou Chaker è fra coloro che hanno festeggiato dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, postando su Instagram uno screenshot di una mappa sulla quale erano segnati i luoghi degli attentati e la didascalia “Mi piace vedere questo”.

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