A Monaco c’è lo scheletro di Santa Munditia, protettrice delle zitelle, delle lesbiche e delle prostitute
Nella città di Monaco di Baviera, all’interno della Chiesa di San Pietro, si trovano le spoglie di una santa molto speciale. Santa Munditia Protogenia, una martire precristiana morta probabilmente a Roma intorno al IV secolo dopo Cristo, è oggi considerata la patrona delle “zitelle”, delle ragazze madri e delle cosiddette “ragazze perdute”. Pur avendo viaggiato molto per arrivare a Monaco, oggi Munditia costituisce un elemento importante della cultura della capitale bavarese.
Santa Munditia nella chiesa di San Pietro
La Chiesa di San Pietro, conosciuta anche anche come “Alter Peter” (“Il vecchio Pietro”), è una delle strutture più antiche di Monaco e risale a prima delle prime testimonianze documentate dell’esistenza della città, intorno al 1158. La chiesa è famosa, fra le altre cose, per la caratteristica cupola “a lanterna” della sua torre, che fu aggiunta quando l’edificio fu ristrutturato in stile barocco nel XVII secolo.
Quando si entra nell’edificio, ci si trova di fronte a una bara di vetro contenente uno scheletro riccamente ingioiellato, nel cui teschio sono stati incastonati due occhi che sembrano fissare i fedeli al loro arrivo. In una mano, lo scheletro tiene un’ampolla di sangue secco, considerata il simbolo del martirio. Si tratta di Santa Munditia, che arrivò a Monaco nel XVII secolo.
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Dalle catacombe romane alla Germania
Inizialmente, Munditia riposava in una catacomba romana, dove si ritiene sia stata sepolta dopo essere stata martirizzata intorno al 310 d.C., all’età di 60 anni. Molto probabilmente fu decapitata con un’accetta, dal momento che sulla lastra di marmo della sua tomba si trovano le lettere “APC,” che stanno per “Ascia Plexa Capita” (“decapitata con una scure”).
A portarla in Germania fu Franz Benedikt Höger von Anzing, un devoto cattolico originario di Monaco, che si trovava in pellegrinaggio a Roma nel 1675. Questo era il periodo in cui migliaia di reliquie venivano esumate dalle catacombe e, sebbene ufficialmente le spoglie dei martiri non fossero in vendita, era possibile assicurarsene una dietro ingenti donazioni alla chiesa romana. Von Anzing scelse di portare con se lo scheletro di Santa Munditia, per destinarlo alla chiesa di San Pietro, nella sua città natale. Per onorarne ulteriormente le spoglie, le fece ricoprire di gioielli.
È ragionevole pensare, tuttavia, che il devoto von Anzing non avesse in mente di far diventare la santa l’oggetto del culto e della venerazione particolare delle prostitute locali. Eppure fu proprio così: le ragazze che lavoravano nel bordello di Sendlinger Tor iniziarono a recarsi con regolarità a pregare davanti alle spoglie di Munditia, che consideravano la “loro” santa poiché, come lei, erano nubili. Per questo, ancora oggi, alla sua protezione vengono affidate tutte le donne che non hanno accanto un uomo: le “zitelle”, ma anche le suore, le lesbiche e le prostitute. Ogni anno, il 17 novembre (presunta data della sua morte) si celebra una festa in suo onore, con una Messa solenne e una suggestiva processione.
Le spoglie di Santa Munditia, come quelle di altri santi, furono nascoste al pubblico dopo che, nel 1804 fu vietata l’esposizione e la venerazione degli scheletri e fu disposto che le reliquie come questa venissero chiuse in teche di legno. Le reliquie della santa furono nuovamente esposte al pubblico, in concomitanza con il restauro della chiesa, nel 1883.
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