L’UNESCO, durante la sua più recente sessione, che si è tenuta a Riyadh, in Arabia Saudita, ha lanciato un accorato appello alla Germania e ai Paesi Bassi, chiedendo di cessare l’estrazione di petrolio e gas nel Mare dei Wadden e nelle sue zone limitrofe. Quest’area, compresa fra il Mare del Nord e un tratto di costa dell’Europa nord-occidentale, che tocca i Paesi Bassi, la Germania e la Danimarca, è stata dichiarata patrimonio naturale dell’umanità nel 2009.
Che cos’è il mare dei Wadden
La parola “Wadden” (in tedesco “Watten”) viene dal frisone “Wad”, che indica una piana fangosa o una secca, che viene modellata ed emerge o meno a seconda della marea. L’intera area è caratterizzata da fondali più o meno bassi, simili a quelli della laguna di Venezia. Questo paesaggio particolarissimo, che oggi ha una lunghezza totale di circa 450 km, una larghezza compresa tra 5,5 e 30 km e una superficie di circa 10.000 km², è stato formato nel corso del tempo dalle maree e si presenta sotto forma di dune di sabbia fangosa, piane di marea e terre umide, che ospitano un ecosistema unico dalla grandissima biodiversità.
Ecosistema di pericolo
L’UNESCO ha sottolineato l’importanza di proteggere il Mare dei Wadden, facendo riferimento alle trivellazioni attualmente in corso per l’estrazione di gas e petrolio e anche alla realizzazione di nuove linee elettriche per i parchi eolici offshore.
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In questa critica, vengono individuati specifici progetti considerati dannosi per l’ambiente e il clima. Tra questi, spiccano il progetto olandese di estrazione del gas di Ternaard, che prevede la perforazione di un giacimento di gas proprio sotto il Mare dei Wadden, il progetto di estrazione di gas “GEMS – Gateway to the Ems“, che riguarda la zona nelle vicinanze dell’estuario dell’Ems e delle isole di Borkum e Schiermonnikoog, e quello della società petrolifera e del gas Wintershall Dea, che vuole aumentare la produzione di petrolio nella parte del Mare dei Wadden che pertiene alla regione tedesca dello Schleswig-Holstein.
Tutti questi progetti, secondo l’UNESCO, mettono in pericolo l’unicità di questo ecosistema transnazionale. L’Unesco ha ricevuto il plauso e il supporto supporto di diverse organizzazioni ambientaliste, fra le quali la tedesca Deutsche Umwelthilfe (DUH) e il World Heritage Watch. Queste organizzazioni hanno richiesto un’immediata sospensione dei progetti dannosi per l’ambiente e per il clima nel Mare dei Wadden, sottolineando l’unicità e il valore naturalistico di questo paesaggio. I progetti di estrazione delle materie prime, come il petrolio e il gas, ma anche il sale, rischiano di avere effetti devastanti sul clima e sulle specie e, secondo gli ambientalisti, non sarebbero realmente necessari per la sicurezza energetica, ma si limiterebbero a speculare sulla paura che deriva dalla crisi attuale.
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