Le recenti indagini sul presunto sequestro di una donna tedesca nell’est della Francia hanno subito una svolta ulteriore, scagionando il marito da ogni accusa. Dopo neanche due giorni, martedì sera il pubblico ministero incaricato ha annunciato il rilascio dell’uomo senza alcuna imputazione. Le prove raccolte non supportavano l’ipotesi di un rapimento o di violenze domestiche, avallando invece l’ipotesi di un disturbo della donna, che è stata descritta come “confusa”.
L’episodio aveva suscitato scalpore quando la moglie dell’uomo, che ha la doppia nazionalità tedesca e spagnola, aveva chiamato i soccorsi dicendo di essere prigioniera da dodici anni nella casa coniugale ed era stata trovata, nuda e in uno stato inizialmente descritto come “di degrado”, in un appartamento nell’area di Forbach. La sua testimonianza aveva immediatamente innescato una serie di indagini e speculazioni e portato all’immediato arresto del marito. Tuttavia, le prove raccolte dalla polizia non hanno confermato questa versione dei fatti.
Il presunto sequestro non è mai avvenuto: il marito della donna è stato completamente scagionato
Il marito, anch’esso di nazionalità tedesca, era stato inizialmente detenuto con molteplici accuse, fra le quali sequestro di persona, stupro aggravato e violenza privata. Tuttavia, le incongruenze nel caso hanno indotto il pubblico ministero a lasciar cadere tutte le accuse e a rimettere l’uomo in libertà. Olivier Glady, il procuratore incaricato, ha sottolineato che non esistevano prove sufficienti per giustificare un ulteriore procedimento penale. Anche il medico legale incaricato di esaminare la donna non ha rilevato segni di violenza. Contrariamente a quanto riportato lunedì dalla stampa internazionale, la donna rinvenuta a Forbach non aveva né ossa rotte né lividi.
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Le affermazioni iniziali, che suggerivano l’esistenza di strumenti collegabili alle presunte torture nell’appartamento, si sono rivelate fuorvianti. L’indagine ha svelato che anche la rete metallica presente nell’appartamento era utilizzata solo per impedire la fuga dei numerosi gatti che vivevano nell’abitazione della coppia.
Questi sviluppi hanno portato a una revisione delle prospettive sul caso, allontanando l’ombra di un presunto “Barbablù della Mosella”. Gli interrogatori condotti dall’investigatore hanno rivelato una versione diversa dei fatti. Il marito ha dichiarato che la moglie soffriva di cancro e che lui si stava prendendo cura di lei. Questa testimonianza ha gettato nuova luce sulla situazione, indicando che le condizioni fisiche precarie della donna potrebbero essere state causate dalla malattia anziché da maltrattamenti.
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