La Lorelei, anche nota come Loreley, è una figura creata dai poeti romantici tedeschi nel corso del XIX secolo e in seguito divenuta mito e folklore. Il primo fu Clemens Brentano, con una ballata del 1801, mentre il più celebre fu Heinerich Heine, con una poesia musicata da Friedrich Silcher.
La protagonista di queste opere è una bellissima ondina, rappresentata spesso mentre, seduta su una roccia affiorante sul fiume Reno, si pettina i lunghi capelli dorati e attira con il suo canto chiunque passi in quel punto, causando naufragi e sciagure. È di fatto una versione nordica delle sirene di Ulisse, per il fatto di sedurre i marinai cantando, ma anche del mito di Cariddi, per la sua capacità di trascinarli in gorghi pericolosi.
Se Lorelei è una creatura immaginaria, la roccia che porta il suo nome esiste ed è una scogliera di ardesia alta 132 metri che si trova nei pressi di Sankt Goarshausen, in Renania-Palatinato, proprio nel punto più profondo e stretto del Medio Reno.
Lorelei, la scogliera che si erge in un punto un tempo pericolosissimo
L’origine di questo nome non è del tutto chiara. È quasi certo che l’ultima sillaba “ley” abbia radici celtiche e venga spesso utilizzata, nella zona della Renania, per indicare una roccia o una pietra. Esistono invece diverse teorie a proposito del significato di “lore”.
Alcuni suggeriscono una derivazione dal medio-alto tedesco “lorren” o “lurren”, con il significato di “ululare” o “urlare” e traducono quindi l’intera espressione con “roccia urlante”, legandola all’eco presente nell’area o al fragore della cascata di Galgenbach, situata proprio di fronte alla Lorelei. Altri invece collegano “lore” a “luren”, che significa “appostarsi”, “guardare” o “sbirciare”. C’è persino chi ipotizza un legame con il termine “lur”, che sta per “elfo”, suggerendo così che la Lorelei sia una “roccia elfica”.
Ad ogni modo, prima che il fiume fosse bonificato, nel secolo scorso, i marinai che si avventuravano in questo punto del Reno venivano avvisati dal suono di tre campane prima del passaggio e si riunivano per pregare. Questo perché, al di sotto della superficie del fiume, un banco di sabbia e numerose rocce sommerse creavano vortici improvvisi, complicando la navigazione e facendo spesso naufragare le imbarcazioni.
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Oggi, per i turisti, la Lorelei rappresenta un simbolo del romanticismo renano. A poche centinaia di metri dal belvedere, sin dal 1939, è inoltre presente un palcoscenico all’aperto che ospita regolarmente grandi eventi e concerti rock. La Valle del Medio Reno superiore, riconosciuta come patrimonio mondiale dell’UNESCO, è comunemente denominata “Valle della Lorelei”. La ninfa del romanticismo tedesco, insomma, è diventata ufficialmente leggenda e vive nel presente.
Il mito di Lorelei nella cultura contemporanea
Non a caso, il mito di Lorelei non ha affascinato solo moltissimi poeti e musicisti ispirati dal romanticismo tedesco, ma ha continuato a esercitare una forte influenza anche sulla cultura contemporanea. Di seguito un elenco, assolutamente non esaustivo, di esempi.
Il gruppo scozzese alt-rock Cocteau Twins ha dedicato un brano all’ondina del Reno, intitolato proprio “Lorelei” e incluso nel loro terzo album in studio, “Treasure”, pubblicato nel 1984. Anche gli Scorpions, i Tom Tom Club (gruppo composto da membri degli ex Talking Heads, senza David Byrne) e i Mercury Rev hanno scritto brani ispirati alla bionda e inquietante creatura del Reno.
Nell’ambito dei cartoni animati, nel terzo episodio del cartone giapponese “Flo, la piccola Robinson“, i passeggeri di un’imbarcazioni restano ammaliati dalla roccia Lorelei durante un viaggio in barca dalla Svizzera all’Australia, attraverso il Reno. In questa scena, una passeggera intona l’opera “Das Lied von der Loreley” di Heinrich Heine (1824) e la piccola Flo riesce a intravedere lo spirito della bellissima ondina, mentre, seduta sulla roccia, pettina i suoi capelli d’oro.
Il mito di Lorelei ha lasciato il segno anche nel mondo dei videogiochi. Nella prima generazione dei giochi Pokémon, Pokémon Rosso e Blu e Pokémon Giallo, e nei remake Pokémon Rosso Fuoco e Verde Foglia, la prima superquattro si chiama infatti proprio Lorelei.
Nel teatro musicale, George e Ira Gershwin hanno composto la canzone “Lorelei” per il musical “Pardon My English” (1933), che rievoca la leggenda originale. Infine, persino Paul McCartney ha citato il mito di Lorelei nella canzone “Beautiful Night”, contenuta nel suo album “Flaming Pie” del 1997.
Il mito tedesco di Lorelei, dunque, continua a riverberarsi in diverse forme artistiche e culturali, dimostrando il suo impatto duraturo e affascinante sulla creatività.
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