Gassi al pianoforte! Intervista al Maestro Antimo Magnotta, che ha dedicato un brano al nostro Merlin

antimo magnotta pianoforte
di Paolo Brasioli

Oggi con il nostro Gassi non visitiamo un luogo berlinese, come da nostra bella abitudine, ci culliamo in compagnia di un brano musicale per pianoforte, che è stato dedicato proprio ai miei Gassi berlinesi e che si intitola “Merlin”.

Tale brano è stato composto dall’amico e pianista Maestro Antimo Magnotta, in occasione dell’esposizione “Ich bin ein Merliner” svoltasi il 14 luglio presso il Comites di Berlino. E li è stato riprodotto ed ascoltato in prima mondiale… Prima!

Ascoltando il brano, nella tradizione della musica evocativa ed onomatopeica, è possibile davvero immaginarmi mentre passeggio allegramente tra le vie ed i parchi di Berlino.
Per questo, oggi ho il desiderio ed il piacere di parlarne direttamente con il Maestro Antimo e gli propongo alcuni spunti per un’amichevole e creativa condivisione.

Buongiorno Maestro Antimo… Ciaoooo! Grazie, grazie mille per questo splendido regalo. Son curioso di sapere da te qualcosa di più sul lato creativo del brano “Merlin” che mi hai dedicato!

Ciao Merlin! È stato un piacere musicare i tuoi Gassi e devo dire che mi sono divertito molto nel farlo. Adoro improvvisare al piano e mi è piaciuta l’idea di seguirti senza sapere bene dove andare per le strade di Berlino, come fossi stato un compagno di avventure che si fida del tuo istinto e commenta musicalmente le tue passeggiate, lasciandosi sorprendere ad ogni angolo. Devo dire che il pezzo è emerso molto spontaneamente, proprio come un’improvvisazione.

Il brano per pianoforte “Merlin”, che ti ho dedicato, parte con una sequenza di accordi sospesi che preparano la “passeggiata” che parte da Potsdamer Platz. Sono suoni iniziali sospesi nell’aria che tu, Merlin, annusi, quasi a cercare una direzione da prendere. Segue poi una fase inizialmente esitante, che asseconda la tua curiosità nel mappare sensorialmente la geografia del territorio, come chi muove i primi passi e gradualmente acquisisce confidenza man mano che procede nell’esplorazione. Questa fase si innesta naturalmente in una con un piglio più deciso che riflette la gioia e il piacere di farsi sorprendere davanti alle meraviglie architettoniche di una città che ti rivela, attraverso le sue stratificazioni, il passaggio del tempo e le testimonianze che hanno portato questo luogo a rinascere più volte e a riprendersi da periodi difficili.

Tu, Merlin, sei lì che passeggi in mezzo alla storia che ti parla e ti strizza l’occhio come per suggerirti che la vita è in continuo cambiamento, una continua rinascita. La tua passeggiata musicale rallenta e accenna di nuovo agli accordi iniziali, quelli sospesi che tu annusi nell’aria ma che adesso hanno il sapore di una riflessione diversa, arricchita da ciò che hai acquisito sensorialmente durante i tuoi “Gassi”. Un leitmotiv che ti ricorda che tutto davanti a noi si srotola come una continua sorpresa.

Io so che tua curiosità di bimbo e la tua innata creatività ti hanno portato lontano, in un “Gassi planetario” potremmo dire, e anche in mezzo al mare, dove 11 anni fa ti è capitato qualcosa! Puoi parlarci di questo evento e si come tu ne abbia tratto ulteriore forza artistica?

Sì, è stata proprio la curiosità ad alzare le vele della mia navicella, parafrasando il grande Dante Alighieri. Fin da piccolo ho sempre sognato viaggiare e all’inizio lo facevo dalla mia scrivania, esplorando il mondo attraverso le pagine di un’enciclopedia (“I Mille perché”) che i miei genitori mi regalarono al mio settimo compleanno. Un ricordo indelebile di questi tre volumi rilegati in pelle rossa, di cui ricordo ancora l’odore, che per me custodivano i segreti del mondo. Coincidentalmente scoprii la passione per la musica, in particolare per il pianoforte e così cominciai i miei studi musicali. Scoprii poi che potevo viaggiare con la musica, esplorando mondi sconosciuti, semplicemente suonando il piano.

Se osservi il pianoforte con la coda aperta si delinea il contorno di una barca con la vela spiegata. Ho sempre sognato di essere il capitano del mio vascello, di ciò che io chiamo il mio piano a vela! Il coronamento dei miei sogni da bambino si realizzò quando, finiti i miei studi di pianoforte al Conservatorio, ebbi l’opportunità di suonare su navi da crociera.

Quello è stato uno dei capitoli più intensi della mia vita e ho avuto l’opportunità di vivere letteralmente in un sogno. Questo sogno però all’improvviso si è trasformato in un incubo. Ero imbarcato come pianista di bordo sulla nave Costa Concordia e, come forse in molto sanno, questa nave naufragò tragicamente il 13 gennaio 2012. Io ero proprio lì durante quella fatidica notte e sono miracolosamente sopravvissuto al naufragio.

Devo dire che è stata proprio la musica a salvarmi la vita, durante l’incidente e dopo, quando ho sofferto di Disturbo Post Traumatico da Stress. Durante l’incidente stavo suonando il mio bel pianoforte ed ero su uno dei ponti alti della nave. Riuscii a mettermi in salvo, in modo molto complicato, mentre la nave andava giù. Dopo l’incidente è stato difficile riprendere l’equilibrio ma gradualmente mi sono rimesso in carreggiata a scrivere e a suonare e questa è stata la forma più efficace di auto-terapia.

Qui a Berlino, ed in questa particolare zona, hanno risuonato sorprendenti ed epocali opere musicali… dai concerti di John Sabastian Bach, dedicati nel 1721 al margravio del Branderburgo, alle composizioni di Federico il Grande, e del giovane Felix Mendelssohn Bartoldy per arrivare al canto “Heroes” del 1977 di David Bowie ed al concerto “The Wall” del 1990. Io, annuso qui nell’aria, queste musiche, ed emozionandomi le esalto e le seguo, perdendomi piacevolmente nel loro sorprendente ed occasionale intreccio acustico. Sono la colonna sonora dei miei Gassi e della mia vita! A Te capita qualcosa di simile?

Anche per me la musica “risuona” nell’aria dei luoghi dove ho vissuto e vivo. Sono a Londra ormai da più di dieci anni e lavoro come pianist-in-residence in un grande museo, il Victoria and Albert di South Kensington, vicinissimo alla famosa Royal Albert Hall, uno dei templi della musica mondiale. L’aria di Londra è piena di musica! Qui risuonano le armonie di grandi orchestre, di grandi interpreti e compositori che hanno fatto di questa città una delle capitali culturali del mondo. Da Händel a David Bowie, dal punk al pop degli anni 80, dalla musica etnica alla scena elettronica sempre all’avanguardia qui.

Devo dire però che io ho anche sviluppato una sensibilità particolare al “suono” della città, quello che non conosce le sofisticazioni della musica ma semplicemente catturato dai sensi. È il suono della strada, della metropolitana, dei mercati di quartiere, delle migliaia di lingue che ascolto qui, semplicemente passeggiando per strada.


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Durante il pauroso naufragio a cui sono sopravvissuto, ho perso una raccolta incredibile di suoni, archiviata in alcuni dei miei hard disks, che avevo registrato durante i miei viaggi in giro per il mondo, dai mercati di Istanbul alla stazione di Helsinki, dal porto di Genova al suono dell’oceano Atlantico e molto altro. Perdere quell’archivio di suoni è stato terribile per me. Uno dei miei album, che si intitola “Museum”, è una raccolta di registrazioni d’ambiente (cosiddetti field recordings) che ho catturato al Victoria and Albert museum, mescolando il tutto con mie composizioni per pianoforte. In questo modo ho voluto dispiegare le porte della mia collezione privata di suoni, il mio Museum sonoro. Questo è un progetto aperto, nel senso che vorrò integrare altre musiche e suoni di altri luoghi dove mi troverò a passare o dove la mia curiosità mi porterà.

Curiosamente io e te ci esprimiamo entrambi attraverso uno strumento caratterizzato solamente dal bianco e dal nero. Io con il disegno chiaroscurato in bianco e nero e tu con i tasti bianchi e neri del pianoforte che così intensamente guardi sotto le tue dita mentre suoni! Attraverso questa semplice e minimale bicromia, riusciamo a trasmettere tutto lo spettro delle sensazioni e tutte le sfumature delle emozioni che davvero sfiorano e stimolano tutti i sensi di ognuno e che scaldano l’anima! Donaci, salutandoci, la Tua riflessione a tal riguardo!

In uno dei miei libri ho scritto che la musica mi ha salvato la vita in più occasioni. In generale direi che mi ha accompagnato fin proprio dalla nascita. Ed è strano per me ammettere che non ci sono mai stati musicisti nella mia famiglia e io ho chiesto di suonare il pianoforte avendolo visto per la prima volta in televisione. Vengo da una famiglia di operai edili, autisti e panificatori. Suonare per me è rivelare dal profondo il mio essere ma anche raccontare storie, raccontare la mia giornata, le mie gioie, i miei dolori e preoccupazioni, il mio amore.

Ci sono culture, soprattutto tra i nativi americani, alcune tribù africane, australiane e polinesiane, la cui conoscenza è esclusivamente trasmessa attraverso il suono, il canto, il ritmo. È incredibile! Se non fosse per la musica, la memoria di queste culture si perderebbe rapidamente. Raccontare con la musica dimostra l’universalità di questo straordinario linguaggio. Il potere comunicativo della musica è decisamente forte e raccontare è importante, dai sentimenti più profondi alle passeggiate del simpatico Merlin.

È proprio per questo che ho accettato con immenso piacere di musicare i tuoi “Gassi” alla scoperta della città di Berlino. Grazie! Antimo.

SITO M° Antimo Magnotta: www.antimomagnotta.com
FIRMA E DISEGNO (ritratto del M° Antimo): Paolo Brasioli