La CDU non è d’accordo con Pantisano: denuncia a Reichelt? Non a nome del Senato

Alfonso Pantisano
Alfonso Pantisano © Julian Laidig

Una controversia scuote la giovane coalizione nero-rossa nel governo di Berlino, dopo che il neo-nominato commissario per le politiche queer Alfonso Pantisano, in carica da appena una settimana, ha denunciato l’ex caporedattore della Bild, Julian Reichelt. La sua scelta ha suscitato grande disappunto all’interno della CDU, che è il partito di maggioranza della coalizione.

L’oggetto del contendere è semplice: Pantisano ha agito nel suo ruolo istituzionale, riflettendo la posizione ufficiale del Senato di Berlino, o lo ha fatto a titolo personale? Il motivo della denuncia presentata da Pantisano è stato un tweet di Reichelt che commentava in modo fortemente negativo la presenza della bandiera arcobaleno davanti alla sede della polizia, con associazioni che il neo-commissario queer ha ritenuto inaccettabili. Per questo è partita la denuncia per istigazione all’odio, che ha coinvolto anche la società che gestisce i contenuti di Reichelt su Youtube.

La CDU contro l’azione di Pantisano: non coordinata con il Senato

La CDU, nella persona del capogruppo parlamentare Dirk Stettner, ha preso le distanze dall’azione di Pantisano sottolineando che quest’ultimo non agisce a nome del governo del Land di Berlino e che ha mancato di coordinarsi con il Senato come avrebbe dovuto, prima di procedere. Questa posizione è stata ribadita dai rappresentanti dell’amministrazione del Dipartimento del Senato per l’integrazione, la diversità e la lotta alla discriminazione, guidato da Cansel Kiziltepe (SPD), che ha tuttavia ricordato che l’intero Senato ha nominato Pantisano come rappresentante queer dello Stato di Berlino e che le sue attività sono coordinate con l’amministrazione responsabile. Per Stettner, il problema è un altro “mi aspetto che non si denuncino affatto i giornalisti”, ha dichiarato alla Berliner Zeitung.


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Anche la portavoce del senato, Christine Richter, ha sottolineato che Pantisano ha agito nella sua funzione di commissario, parte del Dipartimento del Senato per il lavoro, gli affari sociali, l’uguaglianza, l’integrazione, la diversità e la lotta alla discriminazione, e la Cancelleria del Senato “ne ha preso atto”.

Pantisano ha difeso il proprio operato ribadendo il dovere combattere l’odio e la violenza contro le persone queer.

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