Indagato Julian Reichelt: denunciato dal commissario di Berlino per le politiche queer
Il giornalista ed ex caporedattore del quotidiano “Bild”, Julian Reichelt, è oggetto di un’indagine dopo essere stato denunciato dal nuovo commissario queer di Berlino, Alfonso Pantisano (SPD). Il ruolo di commissario queer è stato creato nella capitale ed è il primo del suo genere in Germania: serve da interlocutore di riferimento per le comunità lgbtqia+ della città. Il motivo principale della denuncia è un tweet in cui Reichelt ha criticato l’innalzamento della bandiera arcobaleno davanti alla sede della polizia di Berlino.
In un tweet, Reichelt avrebbe paragonato la bandiera arcobaleno a un simbolo nazista
Secondo Pantisano, il tweet di Reichelt potrebbe costituire un reato di istigazione popolare (un reato che, nel codice penale tedesco, riassume gli estremi dell’istigazione all’odio) e ha dichiarato che è dovere della società punire le manifestazioni di odio e violenza contro le persone queer. La polizia di Berlino ha ricevuto diverse segnalazioni in seguito al tweet, nel quale Reichelt dichiarava che “ogni persona sensata in questo Paese” vorrebbe “che le bandiere di un movimento politico non vengano mai più issate davanti [alla sede della] polizia e davanti alle facciate più oscure della nostra storia”. Un riferimento che sembrerebbe collegare la bandiera arcobaleno al peggior passato tedesco e che è inaccettabile, per la comunità queer rappresentata da Pantisano.
Sotto accusa anche un format su Youtube
È inoltre fortemente contestato anche il format YouTube di Reichelt, intitolato “Achtung, Reichelt!”, accusato di diffondere informazioni errate e incitare all’odio contro la comunità queer, soprattutto contro le persone trans. Il video ha ricevuto pesanti critiche da parte del portale “queer.de“, che lo ha giudicato pieno di falsità, bugie sulle persone transgender e sulla loro infanzia e adolescenza, accuse inventate e infamanti e disinformazione sulla chirurgia per il cambio di sesso
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Pantisano ha sottolineato come Reichelt stia perseguendo una strategia simile a quella utilizzata al “Bild” nel corso dei suoi anni da caporedattore, che per il commissario queer di Berlino consisterebbe nell’incitare il pubblico all’odio contro le minoranze.
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