di Amelia Massetti
L’associazione Artemisia ha avuto modo di partecipare agli Special Olympics 2023, che si sono tenuti a Berlino dal 17 al 25 giugno, con due volontarie del direttivo, Alice Marchetto e Valeria Reghenzani, e con le socie Maria Cristina Canta, che ha condotto i corsi di Danzaterapia, e Petra Fantozzi, di Meditazione.
Ho raccolto le loro impressioni, sia relative a questo evento, che ha aggregato 20.000 persone provenienti da tutto il mondo, sia relative ai corsi organizzati come ringraziamento per il supporto offerto. Di seguito, il loro punto di vista.
Maria Cristina Canta, Danzaterapeuta
“Quella degli Special Olympics è stata un’occasione unica di confrontarmi e mettermi in gioco come professionista, ma innanzitutto come persona. Offrire un workshop di Danza Movimento Terapia ai volontari delle S.O. mi ha permesso di essere testimone e sentirmi parte, anche se solo per poche ore, di un evento davvero ‘speciale’, fatto di persone provenienti da tutto il mondo ed entusiaste di offrire il loro supporto.
Credo sia stato davvero importante portare la Danza Movimento Terapia all’interno di un contesto di inclusione come quello degli Special Olympics, in quanto trovo non ci sia canale migliore di quello del corpo e del movimento, per creare un ambiente inclusivo di condivisione e scambio di risorse personali. E del resto agli Special Olympics il corpo è protagonista e allora perché non dargli la possibilità di esprimersi a tutto tondo!
Accolta da uno straordinario team che mi ha assistito nell’organizzazione e nella preparazione, posso dire che questi workshop hanno avuto un’alta partecipazione e sono stati molto apprezzati. Ogni partecipante ha avuto la possibilità di esprimersi liberamente ma anche di divertirsi e liberarsi da ogni giudizio e pregiudizio, oltre che di sciogliersi fisicamente e rilassarsi mentalmente. Posso quindi concludere di ritenermi onorata e grata di essere parte di questa esperienza, con la speranza di poter offrire ancora di più al prossimo incontro e di aver lasciato anch’io qualcosa di ‘Speciale’ ai volontari e alle volontarie”.
Petra Fantozzi, Meditazione
“L’esperienza agli Special Olympics è stata davvero ‘special’. È stato bellissimo poter contribuire, creando un momento di meditazione e rilassamento per e insieme ai volontari e alle volontarie. Il respiro è l’atto più inclusivo che esista e la meditazione ci aiuta a ricordarlo. Respirare insieme ci fa sentire parte di un cuore unico, forti e coraggiosi, capaci di abbattere ogni tipo di barriera. Inoltre ci insegna a rispettare il riposo, che è una parte tanto importante come quella attiva.
I workshop si sono tenuti nel bellissimo giardino giapponese accanto al laghetto e sono stati un successo; tante persone hanno partecipato con interesse e curiosità. Sono davvero felice di vedere quanto si può raggiungere in così poco tempo lavorando sul corpo e sul semplice respiro”.
Alice Marchetto, socia fondatrice e Vicepresidente di Artemisia
“Lavorare come volontaria agli Special Olympics è stata un’occasione professionale e di crescita personale che non potevo perdermi. È stata un’esperienza molto impegnativa, dal punto di vista lavorativo e d’altronde con un’organizzazione così grande non poteva essere altrimenti, ma il team di supporto era fantastico e molto disponibile.
Ho lavorato come Key Volunteer, il mio compito era quello di essere a disposizione per il pubblico, sia lavorando nell’Infopoint che gestendo e supportando gli spettatori nelle tribune, dove avvenivano le competizioni. In particolare mi occupavo di due sport: judo e powerliftig (alzare pesi in diverse posizioni). Ogni giorno ho lavorato con persone diverse, di diverse nazioni e con diverse disabilità. L’inclusione si respirava anche volontari e volontarie. Saper includere le persone con disabilità in questo ambito è stato bellissimo e chi ha partecipato era felice sentirsi utile e di poter supportare pienamente atleti e atlete.
Come riassumere questa esperienza: pelle d’oca ed emozioni fortissime. Non dimenticherò mai la forza e lo spirito degli atleti e delle atlete, espressione di una competizione sana, ma dove i filtri non esistono e chiunque può essere la persona che è con i suoi punti di forza e debolezza, senza escludere nessuno.
Valeria Reghenzani, socia fondatrice e consigliera dell’organo di controllo di Artemisia
“Sono molto contenta di aver partecipato agli Special Olyimpics come volontaria. Mi hanno assegnato il compito di Spectator Service Volunteer (volontaria al servizio spettatori) e ho aiutato durante la serata di apertura. È stato veramente emozionante vedere lo stadio così pieno di persone venute da tutto il mondo, per festeggiare e sostenere gli atleti e le atlete. Ho sentito una bellissima energia e tanta voglia di stare insieme.
Nei turni successivi sono stata assegnata all’Infopoint dell’Olimpiapark, dove si svolgevano le gare di atletica e di Futsal (calcetto). Anche in questo caso è stata un’esperienza più che positiva: ho trovato un gruppo molto motivato e accogliente, così come la nostra responsabile e le Key Volunteer. La cosa che più mi ha colpito, che spero sia un passo in più verso l’inclusione, è stata la tanta partecipazione di tutti coloro che sono venuti a sostenere con entusiasmo gli atleti e le atlete. Penso che tutto questo sia stato possibile, perché gli organizzatori hanno creato un evento accessibile e con un ricco programma, che ha coinvolto tutta la città di Berlino. Sicuramente un’esperienza da ripetere!”
Amelia Massetti, madre di Lia Massetti, musa ispiratrice di Artemisia e performer del Thikwa
Lia ha partecipato con il Teatro Thikwa agli Special Olympics con lo spettacolo “RETOLD- NACH:ERZÄHLT“, nell’ambito del quale, ogni giorno, venivano rappresentate dalle tre alle quattro performance differenti, sia ad Alexanderplatz che presso il teatro.
Il Thikwa ha dato vita a uno spettacolo per l’apertura della mostra sugli Special Olympics, con la Performance “Bowling“, presso l’Humboldt Forum, e uno nel Deutsch Tecnikmuseum, per poi proseguire sia in teatro che ad Alexanderplatz, dove gli artisti e le artiste hanno mostrato le loro capacità di adattamento alle inusuali temperature estive.
C’è stato un solo giorno che la performance non è stata realizzata, perché ha piovuto. Lia quella notte non riusciva a dormire, preoccupata che quella condizione di maltempo si potesse protrarre anche nei giorni successivi. Ho visto il suo impegno e la sua disciplina, la mattina faceva yoga prima degli spettacoli e la sera, prima di andare a dormire, soprattutto durante il periodo di prove, ripeteva le sequenze dello spettacolo.
Quando le ho chiesto quali fossero le sue impressioni ha affermato: “….è molto bello poter dare gli spettacoli all’aperto e a diretto contatto con il pubblico”. Non ha sentito assolutamente la stanchezza del dover ripetere più volte lo stesso spettacolo, talvolta anche nello stesso giorno. Le performance erano diversificate e Lia si adattava con estrema facilità alle diverse scene da eseguire.
https://www.facebook.com/ProgettoArtemisiaBerlino/videos/2369964063314658
Dopo l’ultimo spettacolo ad Alexanderplatz, domenica 25 giugno, siamo andate alla cerimonia di chiusura degli Special Olympics. Purtroppo non avevo riservato i biglietti e quindi non ci hanno fatto entrare. Siamo rimaste sulla Pariser Platz, dietro il palcoscenico, dove c’erano gli atleti e le atlete provenienti da tutto il mondo, che seguivano l’evento da uno schermo gigante. Ballavano e si divertivano tra di loro e questa situazione ha particolarmente incuriosito Lia, che intravedeva persone con la Sindrome di Down provenienti da altri Paesi. Anche nello spettacolo musicale sotto la Porta del Brandeburgo c’erano molte persone con la Sindrome di Down che ballavano e questo le ha dato ancor più coraggio e riconoscimento di non essere l’unica ballerina con la Sindrome di Down. A Berlino, tra l’altro, Lia è stata spesso chiamata da artisti famosi a ballare, come ad esempio quando Fatoumata Diawara, nel 2019, la invitò a salire sul palcoscenico della Huxleys Neue Welt per ballare con lei, cosa che Lia ha fatto da grande professionista e con estrema naturalezza.
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Dal 7 al 15 luglio si terranno, presso il Teatro Thikwa, le repliche dello spettacolo “Dance Lowe Music Lowes Dance“, con regia e coreografia di Modjgan Hashemian e musiche della DJ Grace Kelly. È uno spettacolo molto suggestivo e divertente, in cui si eseguono coreografie senza il sottofondo musicale. Seguono tre brevi tracce musicali, dove il pubblico ha il compito di indovinarne quale sia la musica che si adatta alla coreografia eseguita. In questo spettacolo si può vedere come le coreografie sono frutto di una dinamica ben studiata, in cui niente è casuale, anche se, guardando lo spettacolo, sembra di fare una vera e propria passeggiata nella musica insieme agli artisti.
Special Olympics: riflessioni finali e nuovi appuntamenti
Gli Special Olympics sono finiti e ci auguriamo che tutto il lavoro fatto per sensibilizzare e rendere possibile l’inclusione anche nello sport lasci una traccia, nelle coscienze delle persone, per chi era direttamente coinvolto, ma soprattutto per coloro che non si sono mai confrontati con la disabilità.
I benefici che lo sport offre alle persone con disabilità per migliorarne lo sviluppo cognitivo, di autonomia ed evoluzione personale, è un miglioramento soprattutto per coloro che non hanno una disabilità e imparano, in questa circostanza, che il valore delle persone non si basa soltanto su prestazioni più o meno efficaci, ma anche e soprattutto nel coraggio di partecipare e provare a raggiungere obiettivi apparentemente insormontabili. Solo così si costruisce un mondo in cui l’intera umanità viene rappresentatae le barriere mentali superate.
L’associazione Artemisia organizza un’incontro aperto l’8 luglio, dalle ore 16.30 alle 19.00, presso l’AWO, in Adalbertstrasse 23a, prima della pausa estiva, per avere uno scambio con tutte le collaboratrici degli Special Olympics, che racconteranno la loro esperienza e presenteranno i progetti per il prossimo prossimo autunno. L’associazione è sempre aperta a tutte le interazioni da parte di coloro che vogliono collaborare e far parte dell’associazione, allo scopo di sviluppare insieme progetti di inclusione.
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