Giovedì e venerdì, a Berlino, presso l’hotel Pullmann Berlin Schweizerhof, la ministra federale degli interni Nancy Faeser ha incontrato i ministri degli interni dei singoli Länder per parlare di vari temi. Tra questi, al punto 33 dell’ordine del giorno, la lotta “contro la violenza omofobica e transfobica”, che però viene interpretata, in modo più esteso e inclusivo, come violenza queerfobica e cioè come potenzialmente diretta verso i membri dell’intera comunità lgbtqia+.
Aumento della violenza queerfobica in Germania: i dati
In base a quanto rilevato dal ministero federale dell’interno, infatti, in Germania negli ultimi anni si è registrato “un aumento significativo dei crimini a sfondo queerfobico”. Parliamo di 1400 reati di questo tipo registrati solo nel 2022 ed è impossibile non menzionare quanto accaduto durante l’ultimo Christopher Street Day di Münster, quando un uomo trans di 25 anni è morto battendo la nuca sul marciapiede, proprio in seguito a un’aggressione.
Si deve inoltre considerare il sommerso e cioè quella percentuale di casi non denunciati, che restano necessariamente fuori dalle valutazioni statistiche, ma che non possiamo escludere, concettualmente, dall’equazione relativa alla violenza queerfobica in Germania. Su questo concorda anche Faeser, sottolineando come il fenomeno debba “essere chiaramente identificato come tale e perseguito in modo specifico, dalla polizia e dai pubblici ministeri”.
Ma cosa può fare lo Stato, per contrastare meglio il fenomeno? Nel 2021, i ministri dei governi federali e statali hanno istituito un “Gruppo di lavoro sulla lotta alla violenza omofobica e transfobica”, che ha recentemente elaborato un rapporto di 19 pagine ed elaborato delle linee guida in collaborazione con varie tipologie di esperti.
Gli strumenti messi in campo dallo Stato e la proposta del ministro della giustizia
Tra i suggerimenti, un’adeguata formazione per il personale di polizia, che dovrebbe acquisire delle “competenze arcobaleno” per gestire in modo più consapevole questa particolare tipologia di reati, ma anche la creazione di punti di contatto, in tutti gli Stati federali, per lesbiche, gay, bisessuali e persone trans e intersessuali. Anche le èpersone appartenenti alla comunità lgbtqia+ dovrebbero essere informate e formate sui loro diritti, con l’aiuto indispensabile di centri consulenza.
Intanto, il ministro federale della giustizia, Marco Buschmann (FDP), ha già inserito in un progetto di legge la possibilità che i tribunali possano considerare motivi di odio queerfobico come delle aggravanti di pena. La proposta è al momento al vaglio del Bundestag.
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