“Una persona alla volta”, presentato a Berlino il libro di Gino Strada

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Simonetta Gola (Emergency) intervistata da Lucia Conti (Il Mitte). Presentazione del libro di Gino Strada "Una persona alla volta"

Il 19 maggio, presso l’AWO di Friedrichshain-Kreuzberg, si è tenuta la presentazione del libro di Gino Strada “Una persona alla volta” (qui la live completa). L’evento, organizzato da Emergency Deutschland insieme a Il Mitte e con il sostegno del Comites Berlino e di Radical Chic, ha avuto come ospite Simonetta Gola, responsabile della comunicazione di Emergency e compagna di attivismo, nonché moglie, di Gino Strada. A intervistarla, Lucia Conti, coeditrice e direttrice del nostro magazine.

Prima dell’intervista è intervenuto per un saluto e per sottolineare l’importanza di Emergency il consigliere Comites Umberto Mastropietro, che ha parlato in rappresentanza del Comitato.

Gino Strada, “Una persona alla volta”: incontro con Simonetta Gola

I temi affrontati sono stati tanti e importanti, tutti legati ai due massimi valori su cui si fonda Emergency: l’affermazione dell’universalità del diritto alla salute e la promozione di una cultura di pace. Ripercorrendo parte della vita di Strada, ma soprattutto le principali esperienze che hanno motivato il suo impegno, “Una persona alla volta” mostra concretamente come e perché il fondatore di Emergency sia arrivato a credere fermamente in questi principi incrollabili, praticati per tutta la vita.

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Umberto Mastropietro, consigliere Comites

Sanità pubblica, gratuita e universale

Da quando, ancora giovanissimo, rifiutò un contratto negli Stati Uniti perché “non si può praticare la medicina in un Paese in cui per farsi curare bisogna tirare fuori la carta di credito“, Gino Strada è stato sempre convinto che lo Stato debba curare tutti, in ogni caso e gratuitamente. La sanità deve essere una voce di spesa, non un business finalizzato al profitto, cosa che accade per esempio in Sierra Leone, dove una lista di prezzi di singoli trattamenti sanitari è appesa fuori dal principale ospedale di Freetown, come se si trattasse di un ristorante. Solo chi paga ha accesso alle cure, non importa quanto sia grave la patologia. Hai un appendicite e non puoi pagare? Muori di peritonite, nell’indifferenza generale. In molti Paesi del mondo, soprattutto i cosiddetti Paesi in via di sviluppo, la salute non è un diritto garantito.

Anche nei Paesi più fortunati, però, può essere un privilegio dei più ricchi. Basti pensare agli Stati Uniti, dove tutto è deciso dalle assicurazioni sanitarie e chi è indigente è spesso anche condannato, se si ammala.

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“Una persona alla volta”, Gino Strada

L’Italia e il drastico peggioramento del nostro sistema sanitario

C’è poi il caso dell’Italia. Nel 2000 era considerato il secondo Paese al mondo per qualità del sistema sanitario, secondo l’OMS, seconda solo alla Francia. Dopo più di 20 anni, sottolinea Gino Strada, la sanità pubblica italiana è stata completamente drenata da quella privata e miliardi di soldi dello Stato vanno a finanziare, attraverso le convenzioni, un sistema parallelo, che favorisce i più ricchi e rende il settore pubblico sempre più inefficiente e mandato avanti grazie all’impegno di personale sottodimensionato e precario, senza contare le disparità tra regioni.

Il Covid19 è stato la cartina di tornasole di questo stato di cose, con la Lombardia, vessillo della sanità privata, costretta a chiedere aiuto alle tanto vituperate ONG per gestire la crisi, tra mancanza di posti letto, apparecchiature e risorse. Passato lo spavento, non abbiamo utilizzato questa esperienza per ripensare a quanto sbagliato fosse il modello adottato. Gino Strada lo dice chiaramente e con Simonetta Gola abbiamo cercato, se non di trovare delle risposte, di stimolare una riflessione seria sul tema.

Simonetta Gola (Emergency) intervistata da Lucia Conti (Il Mitte). Presentazione del libro di Gino Strada “Una persona alla volta”

Gino Strada chirurgo di guerra: gli occhi rassegnati di un padre afghano

L’altro polo della discussione, ovviamente, ha riguardato l’attività di Gino Strada come chirurgo di guerra. Nella sua prima missione, prima ancora di fondare Emergency e vivere l’esperienza fatale dell’Afghanistan, Strada ha avuto il primo contatto con il volto della guerra e con gli occhi di un padre, un rifugiato afghano in Pakistan. L’uomo aveva in braccio il figlio quattordicenne, che aveva una mano spappolata da una di quelle mine che hanno l’aspetto di un giocattolo e sono progettate per mutilare i bambini del nemico. Ricordando i passaggi del libro che descrivono le emozioni di Gino Strada di fronte a quel ragazzo, a cui fu necessario amputare completamente la mano, e di fronte agli occhi rassegnati di suo padre, ormai tragicamente abituato all’orrore, si è parlato di quanto la guerra “moderna” distrugga i civili più che i combattenti e di come i bambini rappresentino una percentuale spaventosa dei morti e dei mutilati.

Milioni di persone curate gratuitamente nel mondo

Da qui la necessità di sostenere Emergency, che dal momento della sua fondazione, nel 1994, ha curato gratuitamente, grazie ai suoi volontari, circa 12 milioni e ottocentomila persone nel mondo, ha promosso il diritto alla salute a tutti i livelli e in tutti i Paesi, ha ribadito che se i diritti non sono per tutti allora tanto vale chiamarli privilegi, ha mostrato con l’esempio le terribile conseguenze delle guerra, definita una “malattia stupida e inutile”, che non si può migliorare o umanizzare, ma solo abolire. Come si può fare ad aiutare? È molto semplice.

Modi per aiutare Emergency

Questi sono solo alcuni dei modi in cui potrete dare il vostro contributo a Emergency:

Comprando “Una persona alla volta“. In questo modo si ricorderà Gino Strada, riascoltando ancora una volta la sua voce, si diffonderà il suo messaggio e il ricavato andrà ad Emergency.

Donando qualunque somma, in base alla vostra disponibilità. Questo è il sito ufficiale di Emergency, dove potrete trovare tutte le informazioni a riguarda.

Diventando volontari di Emergency Deutschland.

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