SPD vota a favore di un accordo con CDU a Berlino, ma il partito è diviso
A Berlino, l’SPD ha detto sì alla possibilità di una GroKo e cioè a un accordo di governo con i cristiano-democratici della CDU. I membri del partito si sono infatti espressi in senso favorevole a un governo nero-rosso, con Kai Wegner (CDU) sindaco.
A votare sono stati 11.886 dei 18.555 membri della SPD nella capitale e quindi il 65% degli iscritti. Su 11.379 voti validi, 6179 hanno espresso assenso e 5200 dissenso, rispetto alla proposta. Parliamo quindi di una maggioranza favorevole del 54%, contro un 45,7% di contrari.
Accordo nero-rosso: l’SPD vota a favore
L’attuale sindaca di Berlino, Franziska Giffey, che è sempre stata una sostenitrice di questo possibile assetto, si è detta “sollevata per l’SPD e per la città”. Giffey non sembra preoccupata dalla spaccatura individuata dal voto, né dalle proteste interne, inclusa la forte contrapposizione dei giovani del partito, gli Jusos. Al contrario, ritiene che l’avallo della nuova coalizione metta fine allo stallo politico attuale, impedendo una paralisi della politica locale anche nei prossimi mesi.
Il leader del partito a Berlino, Raed Saleh, ha parlato di segnale forte. “Ora sta a noi dimostrare che la decisione è giusta e importante” ha commentato, parlando di un accordo che “porta la firma completa dell’SPD” e dichiarando di voler coinvolgere anche scettici e oppositori. Saleh ha aggiunto che, ovviamente, non è facile per l’SPD cedere il timone dopo 23 anni di municipio rosso, così come non è facile collaborare con la CDU. Giffey butta però acqua sul fuoco, augurandosi che il partito torni a essere più forte grazie alla partecipazione al governo.
Le critiche: Verdi, Linke e FDP
Aspre critiche arrivano, com’era immaginabile, dalle altre forze politiche. Susanne Mertens e Philmon Ghirmai (Verdi) hanno commentato molto negativamente l’approvazione di una GroKo da parte dell’SPD, esprimendo il timore che questo accordo possa annullare quanto già raggiunto dalla coalizione rosso-rosso-verde, dai “progetti faro per una Berlino giusta, ecologica e cosmopolita” ai risultati raggiunti nelle politiche sociali, climatiche e di mobilità.
Anche Bettina Jarasch, attuale senatrice ai trasporti, ha scritto su Twitter che questo “non è un buon inizio” e che l’SPD si è schierata contro una Berlino “cosmopolita e socialmente ed ecologicamente giusta”. “Accettiamo il ruolo di leadership dell’opposizione” ha chiosato.
Ein guter Start ist das nicht. Rückenwind sieht anders aus. Die SPD hat sich sehr für den Rückschritt und gegen ein sozial und ökologisch gerechtes, weltoffenes Berlins ausgesprochen.
Wir nehmen die Rolle der Oppositionsführung an.— Bettina Jarasch (@Bettina_Jarasch) April 23, 2023
Nella stessa direzione hanno commentato i principali esponenti della Linke, in primis Katina Schubert, leader del Partito a Berlino, nonché Anne Helm e Carsten Schatz, capigruppo nel parlamento cittadino. “Oggi non è un buon giorno per la nostra città” hanno commentato, parlando di una futura coalizione che “non ha risposte reali alle questioni urgenti del nostro tempo”.
Si associa alle critiche anche l’FDP, che insiste su quanto il risultato del voto sia un segnale “devastante”, che dimostra quanto l’SPD, a Berlino, sia “profondamente divisa”
La rabbia dei promotori dell’iniziativa “Espropriate Deutsche Wohnen & Co.”
Si definiscono infine scioccati i promotori dell’iniziativa “Espropriate Deutsche Wohnen & Co.”, che ha raccolto con un referendum il favore della maggioranza dei berlinesi e riflette l’ostilità di molti cittadini verso i grandi gruppi immobiliari, accusati di essere responsabili della crisi degli alloggi e del caro-affitti.
Constanze Kehler, portavoce dell’iniziativa, parla della scelta dell’SPD come di una chiara indicazione di quanto la volontà espressa dai berlinesi sia stata ignorata, mentre invece è stato “steso un tappeto rosso” per Kai Wegner e “per i suoi amici della lobby immobiliare”.
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