Il primo ministro bavarese, Markus Söder, ha denunciato il populista di destra austriaco Gerald Grosz, che in un comizio l’ha definito “Södolf”, fusione palese tra Söder e Adolf.
In Austria, Grosz ha ricoperto diverse cariche, nei partiti populisti di destra FPÖ e BZÖ e si è presentato come indipendente alle presidenziali del 2022, dove ha ottenuto il 5,6% dei voti.
Söder denuncia il politico austriaco Gerald Grosz: lo ha chiamato “Södolf”
Le dichiarazioni del politico austriaco sarebbero state rese in un discorso tenuto a Deggendorf il 22 febbraio, in occasione del “Mercoledì politico delle ceneri” (antica tradizione tedesca, a metà tra folklore e politica). In quella circostanza, Grosz, invitato dal partito di ultradestra tedesco AfD, avrebbe non solo chiamato Söder “Södolf”, ma avrebbe definito il premier bavarese un “autocrate del Coronavirus” e un “traditore del Paese”. Nell’ambito dello stesso discorso, Grosz avrebbe inoltre definito il ministro della sanità Karl Lauterbach un “virologico clown dell’orrore”.
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Il 9 marzo, la Cancelleria bavarese ha presentato una denuncia a carico di Grosz per conto di Markus Söder, come reso noto dalla procura. Un portavoce della cancelliera ha inoltre sottolineato con la dpa che “anche nelle dispute politiche ci sono dei limiti” e che “la Cancelleria di Stato bavarese rifiuta fermamente qualsiasi forma di slogan nazista e di diffamazione da parte di estremisti di destra”.
Grosz ha reagito subito all’annuncio della denuncia di Söder, definendola un ”inconcepibile attacco al libero dibattito politico attraverso la magistratura”. A sostenere le ragioni del politico austriaco, c’è anche AfD, per bocca del leader del partito in Baviera, Stephan Protschka. ”A quanto pare, la lesa maestà è il peggiore dei crimini, agli occhi di Markus Söder, e pesa molto di più delle massicce restrizioni ai diritti fondamentali che lui stesso ha adottato in nome del Coronavirus” ha commentato Protschka. L’esponente di Alternativa per la Germania ha infine ribadito che “la libertà di espressione deve essere preservata a tutti i costi” e che “lo scherno e la critica ne fanno espressamente parte”.
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