La famiglia dell’attentatore di Amburgo aveva avvertito le autorità: “è pericoloso e ha un’arma”
Il padre di Philipp F., il trentacinquenne che il 9 marzo scorso ha ucciso otto persone in una congregazione di Testimoni di Geova ad Amburgo e poi si è ucciso, aveva contattato il servizio psichiatrico sociale nel 2021 per segnalare i problemi del figlio. Tuttavia, dopo un primo colloquio con l’uomo, gli operatori avevano concluso che non era necessario prendere particolari misure di sicurezza. Jan Hieber, capo del Dipartimento di Investigazione Criminale di Amburgo, ha rivelato queste informazioni alla Commissione Interni del Bürgerschaft (il Parlamento di Amburgo). Inoltre, l’Hanseatic Gun Club, del quale l’attentatore era membro, ha dichiarato alla NDR di aver trasmesso un avviso sul possibile pericolo rappresentato dal trentacinquenne al reparto armi della polizia di Amburgo. L’associazione sportiva, infatti, era stata informata dei preoccupanti cambiamenti nel comportamento del proprio membro dal fratello dello stesso, a gennaio di quest’anno.
Il padre e il fratello dell’attentatore avevano avvertito il club di tiro e il servizio psichiatrico sociale
Secondo quanto riferito, nel 2019 la famiglia e i conoscenti di Philipp F. avrebbero infatti notato considerevoli alterazioni nel carattere, in particolare dopo la fine di una relazione sentimentale e la perdita del lavoro. L’uomo avrebbe chiesto aiuto per i propri problemi ed risulta sua stati stato ricoverato in Baviera. Nel 2021, però, avrebbe annunciato di volersi curare da solo e sarebbe stato proprio questo a spingere il padre a contattare le autorità. Il padre di Philipp F. avrebbe quindi chiamato il Servizio Psichiatrico Sociale, dicendo che il figlio sentiva delle voci e voleva uccidersi. Dopo averlo incontrato, però, gli operatori del servizio non avrebbero consigliato nessuna particolare azione preventiva o terapeutica.
Philipp F. aveva il porto d’armi dal 6 dicembre 2022 e aveva sparato per l’ultima volta al club di tiro di cui era membro il 12 dicembre 2022. Il 24 gennaio 2023, la polizia aveva ricevuto una segnalazione anonima che avvertiva che Philipp F. soffriva di paranoia e avanzava dubbi sul fatto che fosse idoneo a possedere un’arma. L’autorità per le armi aveva quindi disposto un controllo, ma secondo la polizia gli agenti non avevano trovato nulla di sospetto e non avevano individuato alcun motivo per confiscare l’arma in possesso dell’uomo.
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Si poteva evitare la strage?
Giovedì, in sede di commissione per gli interni, la polizia di Amburgo e le autorità per gli interni hanno ribadito di non aver riscontrato alcuna negligenza da parte dell’autorità per le armi nel controllo dei precedenti dell’attentatore. Il senatore degli Interni Andy Grote (SPD) e il commissario di polizia Meyer hanno fatto riferimento, in questo contesto, ai precedenti risultati di un gruppo di esame della polizia e della supervisione specialistica del Dipartimento degli Interni. Anche qualora le autorità avessero voluto prendere in considerazione il libro scritto da Philipp F., che l’informatore anonimo avrebbe indicato come prova del suo disturbo mentale (e che, lo ricordiamo, conteneva deliri a sfondo religioso ed elogi alla figura di Adolf Hitler), probabilmente non sarebbe stato possibile evitare la strage. Secondo Meyer, anche se si fosse giunti alla conclusione di richiedere una perizia psicologica, non sarebbe stato comunque possibile disporre immediatamente il sequestro dell’arma. Grote ha espresso un parere simile e ha chiesto un inasprimento delle leggi sulle armi.
Concordano anche il presidente della commissione Interni, Ekkehard Wysocki (SPD), e Dirk Nockemann, referente locale per gli interni di AfD. La CDU, invece, sostiene che le autorità avrebbero potuto e dovuto fare di più.
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