Giovedì scorso, a Berlino, gli attivisti per il clima di Extinction Rebellion hanno dato vita a una serie di azioni mirate, inclusa una marcia attraverso la città, l’imbrattamento di alcuni edifici “simbolo” e una protesta che ha avuto luogo all’interno dell’Hotel Adlon.
In base alle prime informazioni, ci sarebbero stati più di 60 arresti e sarebbero in corso ulteriori indagini per danni alla proprietà.
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Le azioni di Extinction Rebellion a Berlino: imbrattamenti, una marcia e una protesta all’Adlon
In base a quanto dichiarato dalla polizia, gli edifici presi di mira sarebbero stati ricoperti di una sostanza lavabile, di colore nero e simile all’olio. La sostanza è stata lanciata sulle facciate della sede federale dell’FDP e su quelle di Shell, Deutsche Bank, Bayer e Coca Cola, ma Extinction Rebellion ha parlato di 25 sedi di aziende, associazioni e partiti.
Gli attivisti hanno inoltre dato vita a una protesta all’interno del lussuoso Hotel Adlon, presso la Porta di Brandeburgo. Alcuni attivisti hanno infatti prenotato una stanza, srotolando dal balcone un grosso striscione, e hanno acceso fumogeni. Sullo striscione, era raffigurata una testa di dinosauro, un chiaro simbolo di “estinzione”, e la scritta “Non possiamo permetterci i super-ricchi“.
Lo scopo delle azioni, in base a quanto dichiarato dal gruppo, è quello di “denunciare la distruzione dell’ambiente da parte delle multinazionali e dell’attuale sistema economico” e attirare l’attenzione sul fatto che i ricchi producono in media più CO2 della media della popolazione.
Le forze dell’ordine hanno anche parlato di circa 300 persone in marcia attraverso il centro della città, nell’ambito di una manifestazione autorizzata cosiddetto quartiere governativo. I partecipanti erano vestiti da “super-ricchi”, in giacca e cravatta e con pesanti valigie di CO2, con il viso coperto da maschere da dinosauro e seguiti da “persone a piedi” con pale e scope.
Iris Spranger (SPD), senatrice agli interni di Berlino, ha dichiarato che protestare rientra nell’ambito della libertà di espressione e di riunione, ma che la “cieca rabbia distruttrice e la messa in pericolo di altri” si collocano al di fuori di questo perimetro. “Se questa linea viene superata, lo Stato di diritto si opporrà risolutamente” ha commentato la senatrice, affermando che sull’obiettivo di attuare una maggiore protezione del clima c’è accordo, ma la strada scelta dagli attivisti è sbagliata.
Nei prossimi giorni, altre azioni, annunciate e non annunciate, potrebbero causare blocchi all’interno della capitale e sabato è invece prevista una manifestazione in bicicletta sull’autostrada Avus.
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