Una ciocca di capelli di Beethoven svela segreti sulla vita e sulla morte del grande compositore

Beethoven

Il compositore Ludwig van Beethoven è stato recentemente oggetto di uno studio che ha esaminato il suo patrimonio genetico attraverso l’analisi di alcune ciocche di capelli originali. I risultati di questa ricerca, condotta da un team di ricercatori dell’Istituto Max Planck per l’Antropologia Evolutiva (MPI EVA), dell’Ospedale Universitario di Bonn e della Beethoven-Haus Bonn, hanno dimostrato che Beethoven aveva una predisposizione ereditaria alla cirrosi epatica e aveva contratto l’epatite B nell’ultima fase della sua vita. La combinazione di questi fattori, insieme al consumo quotidiano di alcol, potrebbe aver portato a una progressiva insufficienza epatica e alla morte del compositore nel 1827 all’età di 56 anni.

Da cinque ciocche di capelli, informazioni sulla vita, la morte e la famiglia di Beethoven

Il compositore, nato a Bonn nel 1770, è stato uno dei più importanti della storia della musica e forse il più celebre esponente del romanticismo tedesco, autore, fra le altre cose, della celeberrima Nona Sinfonia, il cui quarto movimento contiene l’Inno alla Gioia, con testo del poeta Friedrich Schiller.

Beethoven è quasi altrettanto famoso per la sua salute cagionevole e in particolare per il fatto di aver perso progressivamente l’udito, fino a restare completamente sordo negli ultimi anni di vita, pur non rinunciando mai alla musica. Finora, la maggior parte delle informazioni sulle sue condizioni di salute era stata ottenuta attraverso l’esame di documenti storici come lettere, diari e cartelle cliniche dei suoi medici, oltre a campioni di tessuto tra cui i capelli. Tuttavia, alcuni di questi campioni sono risultati non essere autentici.


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Il team ha infatti analizzato otto ciocche di capelli che si presumevano appartenere a Beethoven ed essere state tagliate negli ultimi anni della sua vita. Di queste, solo cinque sono state classificate come autentiche e il materiale genetico di Beethoven è stato sequenziato utilizzando il cosiddetto ricciolo di Stumpff, il meglio conservato. Grazie ai dati così ricavati, i ricercatori hanno potuto identificare “una serie di fattori di rischio genetici significativi per le malattie del fegato”, oltre alla presenza del DNA dei virus dell’epatite B. Questo particolare tipo di epatite si trasmette per via sessuale o per contatto con il sangue, per esempio attraverso l’uso di strumenti chirurgici contaminati.

Non è stato invece possibile individuare alcuna chiara indicazione di una causa genetica per la sua sordità.

Infine, secondo lo studio, il materiale genetico esaminato fornisce indicazioni sul fatto che nella linea paterna di Beethoven doveva esserci almeno un figlio nato da una relazione extraconiugale intorno agli anni ’70 del XVIII secolo. Tuttavia, i ricercatori non hanno trovato alcuna prova conclusiva che il frutto di tale relazione fosse lo stesso Beethoven.

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