Sembra che la passione per gli alcolici riguardi i meno giovani molto più che i cosiddetti Zoomer, ovvero i rappresentanti della Gen Z, la generazione dei nati tra il 1997 e il 2012. Un’indagine condotta dal Centro federale per l’educazione alla salute (BZgA), infatti, ha rivelato una tendenza delle nuove generazioni a bere meno alcol, rispetto a quelle che le hanno precedute.
Le nuove generazioni bevono meno alcol: i dati
L’indagine è stata condotta in Germania, su un campione di ragazzi tra i 12 e i 25 anni, a partire dal 2004. I risultati mostrano, ad oggi, un indubbio calo del consumo di alcol sul lungo periodo.
Nel 2004, infatti, il 21% dei giovani tra i 12 e i 17 anni dichiarava di bere alcolici almeno una volta alla settimana. Nel 2021 questa percentuale è scesa a poco meno del 9%. Il consumo di alcolici, è diminuito anche tra i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni, che sono passati dal 44% del 2004 al 32% del 2021. Una sensibilissima diminuzione.
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Feste alcoliche e il cosiddetto “binge drinking” (la tendenza a consumare almeno 5 o 6 drink nella stessa serata) sembrerebbero dunque essere roba da Millennial (i nati tra l’inizio degli anni ottanta e la fine dei novanta o i primi duemila), se non da Generazione X (i nati tra il 1965 e il 1980). Preso atto dei dati, comunque, è inevitabile chiedersi da cosa possa dipendere il fatto che, dal 2004 in poi, i giovanissimi abbiano cominciato a bere sempre meno alcol.
L’alcol interferisce negativamente con le interazioni social: è questa la ragione del minore consumo?
Più che in una maggiore preoccupazione per la salute, la ragione potrebbe risiedere nel diverso modo in cui oggi i giovani interagiscono socialmente e in particolare nella necessità di non compromettere le loro numerose interazioni sulle piattaforme. Secondo il sociologo Heino Stöver, dell’Istituto per la ricerca sulle dipendenze dell’Università di Scienze Applicate di Francoforte, “l’evitamento della perdita di controllo è una delle ragioni principali del minore consumo di alcol”, soprattutto per quanto riguarda le prestazioni sui social media.
Una performance, un contenuto o un’interazione sui social “rovinati” da un’ubriachezza molesta, infatti, potrebbero avere un impatto molto negativo, per chi è giovanissimo oggi, mentre per le generazioni precedenti l’alcol faceva parte di una liturgia sociale, da weekend o da party, che oggi non esiste più nella stessa forma. Secondo il sociologo, le classiche feste “vecchio stile”, con annesso consumo di alcol, rivestono un importanza molto minore, per i giovani del 2023, rispetto alle interazioni di ambito digitale, ormai prevalenti.
Altre possibili spiegazioni
Un’ulteriore spiegazione, secondo Stöver, è anche il fatto che la società sia molto più multiculturale, rispetto al passato e questo può portare al rifiuto o addirittura alla derisione del consumo di alcol, da parte di alcune parti della popolazione dei giovanissimi.
La psicologa Pauline Stockmann ritiene invece che le ragioni di una maggiore astinenza dall’alcol tra gli Zoomer si leghino a un maggiore bisogno di cura di sé, ma anche al desiderio di “mettere in discussione ed essere autorizzati a cambiare tradizioni consolidate”. Torna quindi il tema del distanziamento dai modelli comportamentali delle generazioni precedenti, rispetto alle quali le successive cercano sempre di proporsi come una frattura, o il fatto di percepire il “binge drinking” come un’attività ormai fuori moda.
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