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Hitler come strumento di Cristo: le teorie dell’autore della strage di Amburgo, già segnalato come instabile

Dopo la sparatoria di Amburgo, nella quale mercoledì scorso hanno perso la vita otto persone in una Sala del Regno dei Testimoni di Geova, il dibattito s’inasprimento delle leggi sulle armi sta riprendendo vigore. In particolare, l’esperto di balistica forense e specialista nella ricostruzione dei crimini, Philipp Cachée, ha espresso la sua opinione al Tagesspiegel, in contrasto con le prime dichiarazioni della polizia locale, riguardo alla possibilità di prevenire questo particolare episodio.

Secondo Cachée, la legge sulle armi, nella sua versione attuale, offrirebbe tutte le possibilità legali per evitare crimini di questa portata, quando ci sono dubbi noti alle autorità sull’affidabilità dei detentori di porto d’armi, e l’arma avrebbe potuto e dovuto essere sottratta al colpevole, identificato come Philipp F., prima che commettesse l’atroce gesto.

Cachée ha criticato la polizia di Amburgo, sostenendo che ci sia stata una mancanza da parte delle forze dell’ordine locali, dopo che avevano già avuto indicazioni sulla possibile instabilità mentale di F., in base a una soffiata anonima e ad alcune altre indicazioni facilmente reperibili in rete considerate allarmanti. La polizia, per contro, sostiene di aver fatto tutto il possibile nel rispetto della legge.


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Una segnalazione anonima poco prima della sparatoria indicava l’attentatore come mentalmente instabile

La segnalazione anonima, ricevuta dalle forze dell’ordine a gennaio di quest’anno, richiedeva di verificare l’affidabilità di F. in quanto detentore di porto d’armi. L’informatore anonimo aveva parlato di una presunta “malattia mentale non diagnosticata” e aveva specificato che F. non aveva richiesto nessun tipo di assistenza psichiatrica. Inoltre, l’informatore aveva riferito che F. aveva sviluppato una particolare rabbia verso la religione dei Testimoni di Geova e verso il suo ex datore di lavoro.

In seguito a questa segnalazione, il 7 febbraio – quindi poco prima della sparatoria – due agenti hanno effettuato un controllo presso il domicilio di F. e hanno poi riferito che l’uomo si è mostrato collaborativo e non sono emerse indicazioni di problemi psicologici, che avrebbero permesso di richiedere una perizia psichiatrica. Secondo gli agenti coinvolti e la polizia di Amburgo, a quel punto erano da considerarsi esauriti i mezzi legali per la sospensione o la revoca del porto d’armi.

Philipp K. aveva pubblicato un libro a tema religioso nel quale elogiava Hitler come “strumento di Cristo”

Su questo punto dissente Cachée, il quale sostiene che l’arma avrebbe dovuto essere tolta al sospettato dopo una segnalazione del genere, in modo da tutelare l’interesse della sicurezza e dell’ordine pubblico in attesa di poter prendere una decisione basata sui fatti.

Su tale decisione, sostiene l’esperto di armi, avrebbe dovuto pesare anche ciò che emerge da una semplice ricerca del nome e cognome di Philipp K. su internet. A dicembre scorso, K. aveva infatti pubblicato un libro dal titolo “La verità su Dio, Gesù Cristo e Satana: una nuova visione riflessa di dimensioni epocali”, in cui veniva rivelato “il segreto del regno millenario di Cristo”. Nel libro, K. elogiava Vladimir Putin e Adolf Hitler, descrivendo quest’ultimo come “uno strumento di Cristo”.

Philipp F. aveva ottenuto il permesso di portare armi a dicembre dell’anno scorso, qualificandosi come tiratore sportivo. Aveva quindi acquisito legalmente quella che poi è diventata l’arma del delitto: una pistola semiautomatica P30 Heckler & Koch.

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