“Keine Werbung!” (niente pubblicità): quante volte avete letto o scritto questa richiesta inequivocabile su una cassetta delle lettere? A volte capita che questa indicazione non venga rispettata e che la cassetta delle lettere in questione riceva, in ogni caso, volantini e flyer pubblicitari di ogni tipo. Chi mette in atto questo comportamento, però, probabilmente non sa fino a che punto rischia.
Lo dimostra una recente sentenza emessa dal Tribunale di Monaco di Baviera (rif. 142 C 12408/21), che ha comunicato a un’azienda di traslochi che, per ogni successiva violazione, rischierà una multa di 250.000 euro o la reclusione fino a sei mesi. Facciamo un passo indietro e spieghiamo il caso.
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Il caso: due volantini in una cassetta delle lettere, a Monaco
Il tutto è nato quando il residente di un condominio, a Monaco, ha trovato due volantini pubblicitari dell’azienda in questione. I volantini non erano esattamente nella sua cassetta della posta, ma in una fessura tra la cassetta e le altre. Il punto è che su tutte le cassette c’era scritto “Keine Werbung” e per questo l’uomo ha deciso di portare la questione in tribunale. Il giudice ha accolto il ricorso nella sua interezza, ravvisando una “turbativa del possesso” ai danni del condomino, violato nel suo spazio dall’immissione forzata di materiale pubblicitario indesiderato.
Le obiezioni dell’azienda ritenute non rilevanti
L’azienda di traslochi si è difesa sostenendo di far sempre presente, a chi distribuisce i volantini, che le cassette su cui compare la scritta “niente pubblicità” vadano ignorate, ma l’obiezione non è stata ritenuta rilevante. La responsabilità, infatti, è sempre dell’azienda, che potrebbe però cautelarsi con accordi contrattuali ad hoc, ad esempio prevedendo sanzioni, nel caso di questa specifica violazione.
Non è stata accolta, inoltre, l’obiezione secondo cui le cassette delle lettere del complesso residenziale sarebbero accessibili a tutti i passanti, rendendo possibile il fatto che terzi ignoti abbiano potuto collocarvi il materiale pubblicitario in questione. L’azienda non è infatti riuscita a dimostrare fatti da cui si possa dedurre seriamente una diversa e invero atipica sequenza di eventi rispetto all’ipotesi più probabile e cioè che a depositare i volantini siano state persone legate all’azienda.
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