Crisi delle assicurazioni? Paga chi è senza figli. Polemiche su Lauterbach
Il ministro federale della sanità Karl Lauterbach sta pensando di aumentare l’aliquota contributiva per le persone senza figli. Questo per compensare il bisogno di entrate delle assicurazioni per l’assistenza continuativa, il cui deficit, l’anno scorso, ammontava a circa 2,2 miliardi di euro e che per l’anno in corso, in base alle previsioni, dovrebbe toccare i 3 miliardi.
Inevitabili le polemiche sulla scelta operata dal ministro e sulla “penalizzazione” di una categoria sociale, quella delle persone senza figli, che si sente spesso ingiustamente vessata.
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Nonostante la richiesta esplicita delle casse mutue, che invocano un maggior gettito fiscale per compensare il mancato afflusso di denaro sufficiente, Lauterbach ha altri piani e cioè, per l’appunto, far sostenere alle persone senza figli il peso di questa compensazione.
Le intenzioni del ministro hanno sollevato un discreto vespaio e i detrattori alzano la voce lamentando il fatto che, ancora una volta, il sistema che Lauterbach incarna scelga di discriminare chi non ha figli, aumentando una pressione che è sociale, prima ancora che economica.
I detrattori: una discriminazione inaccettabile
Se da un lato, infatti, è comprensibile che si voglia alleggerire il peso sostenuto dalle famiglie, è vero anche che chi non ha figli paga già un’aliquota fiscale piena, utilizzata anche per scuole e asili nido, senza contare il fatto che, statisticamente, lavori in media di più durante le feste di Natale e i periodi “caldi” delle vacanze estive.
La società, insomma, è fatta di gruppi interdipendenti, tutti utili alla collettività e in grado di apportare vantaggi e benefici diversi alla società. Per questa ragione, continuare a sovraccaricare chi non ha figli, rimarca una stigmatizzazione che non dovrebbe esistere. Questa è la principale critica mossa alla logica, prima ancora che alla sostanza, delle valutazioni di Latuerbach.
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