Hanno fatto molto scalpore le dichiarazioni sulla Germania del presidente della Repubblica cecena indipendente, Ramzan Kadyrov, definito dalla stampa come “l’aguzzino di Putin” o “il macellaio di Grozny”.
Recentemente, infatti, il controverso esponente politico, al potere dal 2007 grazie al presidente russo e noto alle organizzazioni internazionali per il modo brutale in cui reprime il dissenso e si accanisce contro la comunità lgbtqia+ (è sua la famosa frase “Non ci sono omosessuali in Cecenia“), ha parlato della Germania est come del “nostro territorio”.
Ramzan Kadyrov: “La Germania est è il nostro territorio”
In un’intervista rilasciata all’emittente russa di stato Rossiya-1, infatti, Kadyrov ha definito un errore il fatto che la Russia si sia ritirata alla Germania est negli anni novanta e suggerisce addirittura che vi faccia ritorno. Il leader ceceno si è spinto anche oltre, dichiarando che il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, andrebbe preso “a pugni in faccia“. Probabilmente, tali commenti sono stati ispirati dall’annuncio dalle consegne di carri armati all’Ucraina da parte della Germania.
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Sull’Ucraina: “La Russia conquisterà il 100% degli obiettivi”
All’emittente NTV, inoltre, Kadyrov ha dichiarato di sentirsi ottimista, relativamente all’esito del conflitto in Ucraina. Pensa infatti che entro la fine dell’anno la Russia possa prendere il controllo della capitale Kiev, della seconda città più grande Kharkiv e della principale città portuale Odessa e in generale conquistare il 100% degli obiettivi che si era prefissati.
L’ossessione per la guerra di Kadyrov: fino alla minaccia nucleare
Dall’inizio del conflitto, Kadyrov è stato uno dei più accaniti sostenitori della guerra. Oltre ad aver inviato al fronte le sue truppe e gli uomini della sua milizia personale, noti come “Kadyrovtsy” e responsabili, in tempo “di pace”, di sanguinose repressioni, rapimenti e torture, ha inoltre dichiarato di voler inviare sulla linea del fuoco persino tre dei suoi figli minorenni.
Kadyrov si è inoltre sempre opposto all’idea di poter arrivare a una negoziazione con il presidente ucraino Zelensky e ha persino suggerito di utilizzare in Ucraina armi nucleari a basso potenziale. Proposta che persino il Cremlino ha bollato come troppo emotiva.
Di lui la Politkovskaja diceva: “È uno Stalin dei nostri giorni”
La celebre giornalista Anna Politkovskaja, in un’intervista rilasciata due giorni prima di essere assassinata, definiva Kadyrov “uno Stalin dei nostri giorni”, ma anche “un codardo armato fino ai denti“. Lo scorso ottobre, Ramzan Kadyrov è stato promosso a colonnello generale di corpo d’armata da Vladimir Putin. È il terzo grado più alto delle forze armate russe.
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