Berlino: una condanna all’ergastolo per crimini di guerra commessi in Siria

crimini di guerra

La Corte d’Appello di Berlino, presieduta dalla giudice Delia Neumann, ha condannato all’ergastolo per crimini di guerra Moafak D., un palestinese apolide di 55 anni accusato di crimini di guerra in Siria e in particolare di un attentato risalente al 2014. I giudici hanno anche specificato nella sentenza la particolare gravità della colpa, rendendo di fatto impossibile l’uscita in regime di libertà condizionale dopo 15 anni.

D. è imputato di quattro omicidi e due tentati omicidi, ma si stima che i morti nell’attentato di cui è ritenuto responsabile siano molti di più, dal momento che l’uomo avrebbe sparato con un’arma anticarro su una folla di profughi che aspettavano razioni alimentari nel campo di Al-Yarmouk, a Damasco.

In quel periodo, il campo registrava una vera e propria catastrofe umanitaria, con grande difficoltà nelle consegne di generi di prima necessità da parte delle organizzazioni internazionali e rischi per gli operatori umanitari, che avevano accesso al campo solo sporadicamente ed erano bersaglio delle milizie filogovernative che sorvegliavano l’insediamento. Di una di queste milizie faceva parte Mofak D.

Poco prima dell’attentato del 2014, suo nipote Emat, di 25 anni, era stato ucciso in uno scontro a fuoco con i combattenti dell’Esercito Siriano Libero (FSA), che si opponeva al regime di Assad. L’attentato, secondo il resoconto dei superstiti, sarebbe stato una vendetta per la sua morte.

“Non lascerò vivo nessuno di voi”. L’attentato sarebbe stato una vendetta personale

Il 23 marzo 2014, più di 100 residenti disarmati del campo, soprattutto donne e bambini, si erano recati presso un punto di distribuzione per ricevere uno dei pacchi di cibo disponibili. Nel tardo pomeriggio, D. sarebbe arrivato al campo con altri miliziani e si sarebbe fatto consegnare un lanciarazzi. I superstiti lo avrebbero sentito gridare “Non lascerò vivo nessuno di voi” e “Per te, Emat”, prima di sparare sulla folla. Due dei sopravvissuti, gravemente feriti, si sono costituiti parte civile nel processo. Entrambi lamentano le conseguenze durature dell’attentato e uno di loro ha ancora schegge di granata conficcate nei polmoni.


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Non ci sono informazioni esatte sull’arma del delitto, ma la corte ritiene che si sia trattato di un lanciarazzi RPG 7, un dispositivo da 6,5 kg usato per lanciare granate. I corpi umani nel raggio di due o tre metri dall’impatto del proiettile di una simile arma vengono frantumati e il raggio delle schegge può raggiungere i 150 metri. Anche per questo non è possibile stimare il numero esatto delle vittime.

Moafak D. è arrivato in Germania dalla Siria nel 2018 e qui alcuni testimoni lo hanno riconosciuto e denunciato come Abu-Akr, il capo di una milizia e autore dell’attentato contro i civili. È stato arrestato nell’agosto 2022 e da allora è in detenzione preventiva.

È possibile giudicare in Germania i crimini di guerra commessi all’estero

La giudice Neumann ha precisato, nella spiegazione della sentenza, che Mofak D. può essere condannato in Germania in base al principio del diritto internazionale. Ciò significa che la giustizia tedesca può effettuare processi per i crimini internazionali più gravi, come il genocidio o i crimini di guerra, anche se sono stati commessi all’estero.

Il verdetto del tribunale, arrivato dopo 40 giorni di processo, accoglie di fatto la richiesta della procura federale, mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato, il quale si dichiara innocente e afferma di aver lasciato Al-Yarmouk nel 2012.

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