Continua lo sgombero di Lützerath. Luisa Neubauer portata via dalla polizia

Lützerath
Agenti di polizia portano via gli attivisti dal villaggio di Lützerath, 11 gennaio 2023. Foto: EPA-EFE/RONALD WITTEK

Lützerath, il piccolo villaggio nel Nord Reno-Westfalia destinato all’evacuazione per far posto a una miniera di lignite dell’azienda energetica RWE, sta diventando un simbolo. Lo scontro, che qui si protrae in sordina da molti mesi e solo negli ultimi giorni è esploso arrivando alla ribalta internazionale, rappresenta per certi versi il culmine di un confronto molto più vasto: quello fra governo tedesco e attivisti per il clima.

Gli attivisti del clima delusi dai Verdi: “siete il partito del carbone”

Si tratta anche di uno scontro fortemente politico: gli attivisti tedeschi si dichiarano delusi dal partito dei Verdi e giovedì, per la seconda volta in una settimana, la sede del partito nel Nord Reno-Westfalia, a Düsseldorf, è stata occupata da circa 30 aderenti a diverse organizzazioni, che hanno chiesto di negoziare personalmente con il ministro dell’Energia del NRW Mona Neubaur (Verdi). Martedì, inoltre un gruppo di attivisti per il clima di Düsseldorf aveva già scaricato 250 chili di lignite davanti alla sede del partito, accusato simbolicamente “di non essere più il partito dei protettori del clima, ma il partito del carbone”.

Ad accendere la rabbia degli attivisti è proprio il fatto che quello che dovrebbe essere il loro partito di riferimento, in primis il leader e Ministro dell’Economia Robert Habeck, difendano lo sgombero e lo sfruttamento del territorio per l’estrazione della lignite, accedendo quindi a nuove fonti di carbone, invece di dismettere progressivamente quelle già esistenti. Gli attivisti sostengono inoltre che la lignite che si trova sotto Lützerath non sia necessaria né rilevante per il panorama energetico nazionale e che il governo stia di fatto agendo solo per proteggere gli interessi economici di RWE a discapito del clima.


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Occupanti portati via su veicoli dell’azienda RWE

Non aiuta il fatto che alcuni degli occupanti portati via dalle forze dell’ordine siano stati trasportati proprio su veicoli della RWE e non su camionette della polizia. Secondo quanto riportato da Der Spiegel, inoltre, il Land paga all’azienda un affitto per l’uso dei veicoli. Un portavoce della polizia ha risposto alla domanda di un giornalista dello Spiegel in merito dicendo che i veicoli utilizzati avevano una licenza operativa per il sito RWE all’interno e intorno alla miniera a cielo aperto, ma non ha confermato né smentito l’ipotesi che i mezzi siano stati noleggiati.

Die Linke nel Meclemburgo-Pomerania anteriore contro lo sgombero

Fino a questo momento, una delle poche voci che, dalla politica, si sono levate in opposizione allo sgombero del sito, che sta avvenendo in questi giorni, + arrivata dai rappresetnanti di Die Linke nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore (dove il partito di sinistra fa parte della maggioranza di governo), suscitando forti critiche da parte di David Wulff, portavoce per la politica interna del gruppo parlamentare di opposizione FDP, che ha accusato Die Linke di aver “accoltellato alla schiena” il ministro degli Interni del Land Christian Pegel (SPD), il quale ha inviato un contingente della polizia del Land proprio a sostegno delle azioni di sgombero.

Luisa Neubauer portata via dalla polizia

A portare Lützerath ulteriormente sotto i riflettori c’è anche il fatto che fra gli attivisti portati via di peso dalle forze dell’ordine ci sia anche Luisa Neubauer di Fridays For Future, che si è unita personalmente alla protesta. E d’altra parte anche Greta Thunberg, fondatrice del movimento, ha espresso il proprio sostegno per gli occupanti di Lützerath e ha confermato la sua presenza alla manifestazione prevista per sabato.

Greta Thunberg a Berlino
Greta Thunberg. European Parliament, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons

Sul fatto che lo sgombero sia destinato ad avere successo, in realtà, non ci sono praticamente più dubbi: le ruspe hanno già iniziato ad abbattere le barricate, le baracche e le case sugli alberi che gli attivisti avevano costruito. Il vento e la pioggia hanno probabilmente accelerato le operazioni di sgombero, rendendo più difficile l’attività degli occupanti, i quali per lo più hanno scelto la via della resistenza passiva. Si sono verificati anche isolati lanci di pietre, bottiglie molotov e materiale pirotecnico contro gli agenti, ma, stando alle dichiarazioni della polizia stessa, si è trattato di un numero ridotto di casi. Per contro, i tentativi degli attivisti di rendere difficile la loro rimozione fisica dal sito si sono fatti più estremi. Dopo essersi incollati ai vetri di alcune abitazioni – tecnica che ormai gli agenti riescono ad aggirare in tempi relativamente rapidi, alcuni degli occupanti si sono fisicamente cementati su alcune strade di accesso al villaggio e costringendo la polizia a intervenire con martelli pneumatici e seghe circolari.

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Il cartello all’ingresso di Lützerath.
Afranz1982, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

“Vogliamo restare seduti qui finché non ci porteranno via di peso”, aveva detto Neubauer all’agenzia di stampa dpa prima di essere portata via dalle forze dell’ordine. Secondo l’attivista di Fridays for Future, la polizia ha anche usato spray al peperoncino contro gli attivisti in casi isolati. Il portavoce della polizia ha detto allo Spiegel di non poterlo né confermare né escludere.

Habeck difende lo sgombero di Lützerath “era la cosa giusta da fare, è il simbolo sbagliato”

Nel frattempo, soprattutto in rete, gli attivisti e i loro sostenitori continuano ad attirare l’attenzione sul contrasto fra resistenza pacifica e intervento delle forze dell’ordine e sul fatto che la continua estrazione di combustibili fossili sia incompatibile con il raggiungimento degli obiettivi climatici che la Germania si è posta. Indipendentemente dal risultato di questa particolare azione, appare ormai sempre più chiaro che le posizioni del governo rispetto alle scelte degli attivisti per il clima segnino la rottura definitiva fra i movimenti ecologisti e il partito dei Verdi. Il ministro federale dell’Economia Robert Habeck ha espresso la sua preoccupazione a ZDF mercoledì, sostenendo che l’attivazione della cava di lignite di Lützerath fosse, “purtroppo la cosa giusta da fare”. Al momento, ha affermato il ministro, la priorità del governo era “scongiurare la carenza di gas, un’emergenza energetica in Germania, anche con un’ulteriore produzione di elettricità da lignite”.

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Robert Habeck, gennaio 2022. Photo credits: EPA-EFE/CLEMENS BILAN

Tuttavia, ha tentato di rassicurare Habeck, Lützerath non rappresenta “il prosieguo di una politica energetica del passato”, ma piuttosto “la fine dell’estrazione di lignite” in Nord Reno-Westfalia. “Pur con grande rispetto per il movimento per il clima” ha concluso Habeck “penso che questo villaggio sia il simbolo sbagliato”.

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