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Germania, killer della sinagoga di Halle prende in ostaggio guardie del carcere in cui sconta l’ergastolo

Nel 2019 ha cercato di assalire la sinagoga di Halle e ucciso due persone, ferendone altre durante la fuga. Lunedì sera, ha preso in ostaggio due persone nel carcere in cui sta scontando l’ergastolo, creando il panico.

Stephan Balliet, 30 anni, estremista di destra, è detenuto nella prigione di Burg, vicino a Magdeburg. Il carcere in questione, non lontano dall’autostrada 2, conta 637 posti e 18 per la detenzione preventiva.


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Il killer della sinagoga di Halle prende in ostaggio due agenti: panico in carcere

In base a quanto riferito dal Ministero della Giustizia martedì mattina, lunedì sera l’uomo, noto come il killer della sinagoga di Halle, ha preso in ostaggio due membri del personale dell’istituto penitenziario. L’iniziativa ha provocato una mobilitazione massiccia e su vasta scala delle forze dell’ordine, con agenti pesantemente armati posizionati davanti alla prigione. Alla fine Ballet è stato sopraffatto e gli ostaggi sono stati liberati nella stessa serata. Già martedì mattina la situazione si presentava risolta.

Non si conosce esattamente la dinamica dei fatti, né come il detenuto sia riuscito ad avere la meglio su due persone addestrate e incaricare di gestire l’ordine  ma così è stato e per questo sono al momento in corso indagini da parte dell’ufficio di polizia criminale del Land.

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Stephan Balliet: un detenuto da tenere d’occhio

È un detenuto difficile e “poco collaborativo”, Stephan Balliet. Già nel fine settimana di Pentecoste, nel 2020, mentre era ancora imputato nel processo di Halle, aveva cercato di evadere dal carcere.

Durante un’esercitazione in cortile, infatti, il trentenne aveva scavalcato una recinzione alta 3,40 metri e cercato una via d’uscita per ben cinque minuti, senza alcun controllo, prima di essere riacciuffato dagli agenti penitenziari. In quest’ottica, l’episodio di lunedì dimostrerebbe la sua particolare pericolosità, oppure una grave negligenza da parte di un sistema che già ha avuto modo di constatare la pericolosità del soggetto, anche in condizioni di detenzione.

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Targa commemorativa e fiori davanti alla sinagoga di Halle. Datesa, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

L’attentato di Halle, quando Balliet urlava: “Ebrei, radice di tutti i mali”

Balliet sta scontando la pena dell’ergastolo per l’attentato commesso il 9 ottobre del 2019 contro la sinagoga di Halle, durante la ricorrenza religiosa ebraica dello Yom Kippur. In quella circostanza, l’estremista di destra aveva cercato di attaccare la sinagoga, utilizzando incendiari ed esplosivi contro la porta e gridando che “la radice di tutti i mali sono gli ebrei”. Non era però riuscito a forzare la porta e a penetrare all’interno dell’edificio e aveva quindi “ripiegato” sui passanti, sparando a una donna di 40 anni, che camminava nei pressi di un cimitero ebraico, e a un ragazzo di 20 anni, che si trovava all’interno di un chiosco di kebab. Dandosi alla fuga, aveva quindi ferito altre due persone, in seguito operate d’urgenza.

All’epoca il procuratore federale Kai Lohse aveva definito l’attentato “uno degli atti antisemiti più ripugnanti dalla seconda guerra mondiale”, diretto a colpire non solo gli obiettivi individuati, ma “la vita ebraica in Germania nel suo insieme”. Ferocemente antisemita, il killer era anche un negazionista dell’olocausto e aveva inoltre in precedenza realizzato video in cui attaccava anche gli immigrati e le femministe.

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