Condannata a due anni la segretaria del campo di concentramento di Stutthof

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L'ex campo di concentramento di Stutthof, in Polonia, oggi memoriale delle vittime del nazismo. Pankrzysztoff, CC BY-SA 3.0 PL , via Wikimedia Commons

Il tribunale regionale di Itzehoe, nello Schleswig-Holstein, ha condannato Irmgard Furchner, ex segretaria del campo di concentramento di Stutthof, a due anni di reclusione, con pena sospesa, per favoreggiamento in oltre 10.000 omicidi, in quello che potrebbe essere l’ultimo processo per crimini nazisti in Germania. L’imputata, oggi novantasettenne, è stata giudicata da un tribunale minorile, poiché all’epoca dei fatti aveva fra i 18 e i 19 anni e quindi, per le leggi dell’epoca, era minorenne.

Furchner era impiegata come segretaria nell’ufficio del comandante dal campo di Stutthof, vicino a Danzica. Si trattava di un impiego civile, che l’anziana donna ha ricoperto dal giugno del 1943 all’aprile del 1945. Nel suo ruolo amministrativo, secondo il tribunale, ha di fatto assistito i responsabili del campo nello sterminio sistematico dei detenuti, che avveniva sia con l’intenzionale creazione di condizioni di vita non sostenibili sia con esecuzioni vere e proprie.


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Furchner aveva cercato di scappare prima del processo

Gli avvocati difensori di Furchner avevano chiesto l’assoluzione, con l’argomentazione che non è possibile provare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l’imputata fosse a conoscenza di quanto stava accadendo nel campo. L’ex segretaria, dal canto suo, si è limitata a dichiarare, alla fine del processo “Mi dispiace per tutto quello che è successo e mi pento di essere stata a Stutthof in quel momento. Non posso dire altro”. Probabilmente nella condanna ha pesato anche il tentativo di Furchner di sottrarsi al processo, cercando di far perdere le sue tracce, allontanandosi dalla casa di riposo di Quickborn (distretto di Pinneberg), dove risiedeva. Le forze dell’ordine l’hanno arrestata dopo alcune ore in una strada di Amburgo e, per questo motivo, la donna ha trascorso cinque giorni in regime di carcerazione preventiva.


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A Stutthof lo sterminio avveniva soprattutto creando condizioni inumane, ma anche con fucilazioni e camera a gas

Fra tutti i rappresentanti della parte civile, due si erano espressi contro la sospensione della pena detentiva, mentre gli altri si sono detti concordi con la decisione del tribunale.

Per l’accusa sono stati ascoltati i pochi sopravvissuti del campo ancora in vita, i quali hanno raccontato le condizioni di detenzione atroci del campo di concentramento di Stutthof, ma anche lo storico Stefan Hördler, che ha presentato una lunga perizia in 14 sessioni. La difesa aveva inizialmente tentato di ricusare Hördler, ma la mozione è stata respinta. Il processo è iniziato il 30 settembre 2021 ed è durato 40 giorni, ma la sentenza è arrivata solo alla fine di quest’anno.

Il campo di concentramento di Stutthof
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A Stutthof sono state detenute oltre 100.000 persone e oltre 65.000 di queste sono morte. La maggior parte sono state uccise dalla fame, dalle malattie e dai maltrattamenti. Le condizioni di vita all’interno del campo erano deliberatamente inumane, con lo scopo preciso di uccidere quanti più detenuti possibile. Nel campo erano comunque presenti anche una camera a gas e una struttura nella quale i prigionieri venivano fucilati alla nuca.

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Un contenitore di Zyklon B, il gas utilizzato nello sterminio dei prigionieri nei campi di concentramento nazisti, conservato nel museo del campo di Stutthof.
Andrzej Otrębski, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Questo potrebbe essere l’ultimo processo per crimini nazisti in Germania

Alla fine di giugno 2022, il Tribunale regionale di Neuruppin ha condannato un ex guardia del campo di concentramento di Sachsenhausen a cinque anni di carcere per concorso nell’omicidio di migliaia di prigionieri. Secondo l’Ufficio centrale di Ludwigsburg (Baden-Württemberg), altri cinque procedimenti preliminari contro presunti autori di crimini nazisti sono pendenti presso le procure: due a Neuruppin e uno ciascuno presso le autorità di Erfurt, Coburgo e Amburgo. Le accuse, anche in questi casi, sono di concorso in omicidio – reato per il quale, nel 1979, in Germania è stata abolita la prescrizione per l’omicidio. Ciò significa che gli indagati che sono in grado di sostenere un processo dovranno affrontarlo indipendentemente dal tempo trascorso. Resta appunto da capire se e quanti degli imputati arriveranno alle date dei rispettivi processi in condizioni fisiche e mentali adatte a comparire in tribunale.

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