La recente parabola di Elon Musk su Twitter ha attirato un coro di critiche pressoché universale, giunto all’apice con una specie di “voto di fiducia” in cui la maggior parte degli utenti ha chiesto al magnate di Tesla di abbandonare la guida della piattaforma. Fra le pochissime opinioni positive a proposito dell’operato del tycoon c’è quello della leader di AfD Alice Weidel, che ha lodato le modifiche introdotte da Elon Musk su Twitter come un passo avanti per la libertà d’espressione.
“Da quando Elon Musk ha preso il controllo di Twitter” ha dichiarato Weidel al Rheinische Post “la libertà e l’autodeterminazione possono di nuovo essere sostenute più apertamente sulla piattaforma”.
La parabola di Elon Musk su Twitter: dallo sblocco di Trump al blocco dei giornalisti americani. Passando per i finti account e la guerra dei troll
E in effetti proprio la difesa della libertà d’espressione era stata la base di tutte le dichiarazioni fatte da Musk all’epoca della sua acquisizione del social network lo scorso ottobre. Fra le sue prime decisioni, ci sono state lo sblocco dell’account di Donald Trump, bandito dalla piattaforma per aver espresso solidarietà con l’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, e l’abolizione delle verifiche per gli account ufficiali, sostituite da un abbonamento di 8 Dollari.
Entrambe le misure non hanno sortito gli effetti sperati da Musk: Trump ha snobbato l’invito a tornare e la possibilità di verificare qualsiasi account ha portato alla nascita di migliaia di account troll, soprattutto con nomi di brand, che hanno causato molta ilarità, ma anche qualche serio problema in borsa, con le aziende costrette a specificare che gli account “ufficiali” su Twitter non erano in realtà gestiti dall’azienda. Fra gli incidenti più noti ci sono stati il finto account della Coca-Cola che prometteva di “reinserire la cocaina fra gli ingredienti”, un Rudy Giuliani che delirava fra teorie del complotto e arditi complimenti a Nancy Pelosi, un finto George Bush che dichiarava “mi manca ammazzare gli Iracheni” e un finto Tony Blair che gli rispondeva “anche a me”, ma, soprattutto, un account “ufficiale di Tesla” che annunciava l’abbattimento di una Tesla sulle torri gemelle e una miriade di account “ufficiali” di Elon Musk che si autoinsultavano in modi fantasiosi.
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A quel punto, Musk potrebbe aver rivisto alcune delle sue posizioni sulla libertà d’espressione, prima revocando il nuovo sistema di concessione degli account ufficiali e poi sospendendo alcuni account, fra i quali un bot che tracciava la posizione del suo jet privato e quelli di alcuni giornalisti americani che avevano espresso forti critiche nei suoi confronti.
A tutte queste evoluzioni, Weidel sembra guardare con favore. “Questo è un bene per la bolla di Twitter – e in definitiva per la libertà di espressione in Germania” ha dichiarato.
Gli altri politici tedeschi non sono entusiasti di Musk
Quest’epoca d’oro della libera espressione, però, potrebbe essere giunta al termine. Dopo che la maggioranza dei partecipanti al sondaggio lanciato da Elon Musk su Twitter ha votato per il suo abbandono della posizione di CEO, l’imprenditore ha dichiarato che si dimetterà non appena avrà trovato un successore.
Fra gli altri politici tedeschi, le opinioni non sono così favorevoli. Ad esempio, il Ministro Presidente della Bassa Sassonia Stephan Weil (SPD) ha lasciato la piattaforma subito dopo l’acquisizione da parte di Musk, sostenendo che la nuova gestione di Twitter sia deliberatamente progettata “per evitare qualsiasi controllo e per dare libero sfogo alla diffusione di discorsi d’odio con il pretesto della libertà di parola”.
Al momento, il politico tedesco con più follower è il Ministro della Sanità Karl Lauterbach, il quale ha dichiarato che rimarrà, per il momento, attivo sulla piattaforma “perché è lì che si svolge il dibattito”.
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