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Gli sfratti a Berlino non sono diminuiti nonostante gli appelli della politica. Nel 2022 potrebbero aumentare

Un’interrogazione parlamentare dell’esperto legale della CDU Alexander J. Herrmann presso il Senato di Berlino ha rivelato che, nonostante i due anni di pandemia e di crisi e le ripetute raccomandazioni della politica, gli sfratti a Berlino non sono diminuiti dal 2019 a oggi. A rispondere, secondo quanto riportato in un documento citato in anteprima dal Tagesspiegel, è stata la Segretaria di Stato per la Giustizia, la Diversità e l’Antidiscriminazione Saraya Gomis.

La senatrice degli Affari sociali Katja Kipping (Die Linke). Foto: Anke Illing

Gli sfratti a Berlino rischiano di aumentare nel 2022

Gli sfratti effettivi sarebbero stati registrati statisticamente solo a partire dal quarto trimestre del 2019, quando risultavano 594 sentenze che decretavano lo sfratto di inquilini di appartamenti a Berlino. Nel 2020 il numero sarebbe stato pari a1487 e nel 2021 a 1423. Nella prima metà di quest’anno sono stati registrati 914 sfratti, il che potrebbe indicare una tendenza all’aumento delle ordinanze per il 2022. Non sarebbe stata raccolta, tuttavia, documentazione specifica sugli sfratti effettivamente eseguiti dopo le rispettive sentenze.

L’esperto della CDU accusa il governo di Berlino di politiche inefficaci: “occorre costruire di più”

Questo vuol dire che gli appelli alla magistratura lanciati dalla politica a livello sia locale che nazionale per una sospensione degli sfratti, in considerazione della pandemia prima e della crisi energetica poi non hanno avuto effetti sul panorama immobiliare della capitale tedesca. Alexander J. Herrmann ha espresso perplessità per il fatto che la senatrice alla Giustizia Lena Kreck e la senatrice agli Affari sociali Katja Kipping (entrambe in quota Die Linke) abbiano pubblicamente chiesto una moratoria sugli sfratti a ottobre di quest’anno. Così facendo, afferma l’esperto della CDU, la politica ambirebbe a interferire con l’indipendenza della magistratura e, per di più, senza portare nella pratica alcun effetto concreto. Hermann accusa il governo rosso-verde-rosso di non aver implementato politiche edilizie sufficientemente efficaci, in termini, per esempio, di nuove costruzioni, per alleggerire le tensioni all’interno del mercato immobiliare berlinese.


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La risposta della magistratura: i giudici che decidono sugli sfratti non devono lasciarsi guidare da criteri emotivi

In ottobre, Kreck e Kipping avevano fatto appello ai tribunali affinché limitassero il più possibile le sentenze di sfratto degli inquilini morosi in vista dell’aumento dei prezzi dell’energia e dell’andamento dell’inflazione, che rischiava di mettere molte famiglie in condizioni economiche critiche. In una lettera inviata dalla senatrice Kreck ai presidenti dei tribunali si afferma che l’obiettivo è quello di sensibilizzare la magistratura e gli ufficiali giudiziari affinché possano “prendere le decisioni necessarie e appropriate in questi tempi turbolenti”.

La sezione berlinese dell’Associazione dei giudici tedeschi ha respinto questa richiesta definendola una inammissibile intromissione della politica nella gestione del potere giudiziario. Pur nella consapevolezza della loro responsabilità in tempi di crisi, ha commentato il presidente regionale di Berlino Stefan Schifferdecker, i giudici devono tutelare la legge e l’ordine e “Non devono agire sulla base di appelli emotivi e non devono favorire nessuna delle parti in causa”. Schifferdecker ha specificato che i giudici respingono anche gli appelli delle aziende immobiliari che invitano a deliberare in loro favore.

L’associazione dei giudici ha inoltre ripassato il testimone al Senato, sottolineando come sia compito della politica legiferare eventualmente sulla protezione contro gli sfratti, nella definizione delle norme sul diritto di locazione e sul welfare.

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