Attaccato un dipinto di Toulouse-Lautrec a Berlino, ma gli attivisti per il clima non c’entrano

Alte Nationalgalerie

Domenica, una donna ha cosparso di sangue finto il vetro che copriva il quadro “Clown”, di Henri de Toulouse-Lautrec, esposto alla Alte Nationalgalerie di Berlino, per poi incollarsi alla parete accanto al quadro. Contrariamente a quanto in molti hanno pensato, tuttavia, non si tratta di un’attivista per il clima e il gesto non è collegato al gruppo Letzte Generation, che negli ultimi tempi ha fatto molto parlare di sé per azioni di questo genere in musei e gallerie d’arte.

La donna che ha attaccato il quadro di Toulouse-Lautrec avrebbe agito da sola e per altre cause

A chiarirlo, subito dopo l’incidente, sono stati i rappresentanti delle forze dell’ordine intervenuti tempestivamente per staccare la donna dalla parete e raccogliere la denuncia del museo. La donna, che poco prima aveva distribuito volantini nelle sale della Galleria, avrebbe affermato di avere “preoccupazioni diverse” da quelle degli attivisti di Letzte Generation e di manifestare “per una maggiore democrazia”. Anche il dipinto di Toulouse-Lautrec, come gli altri coinvolti in azioni simili, non ha subito danni.


Monet

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Due attiviste di Letzte Generation, nel frattempo, erano incollate a un palo al museo di Scienze Naturali: “noi come i dinosauri”

E in effetti il gesto non compare fra le rivendicazioni di Letzte Generation, che, nella giornata di domenica, era invece impegnato in un’azione di protesta al museo di Scienze Naturali, dove due donne di 34 e 42 anni, si sono incollate alle barre di sostegno di uno scheletro di dinosauro. “Proprio come i dinosauri di allora, siamo minacciati da cambiamenti climatici che non possiamo sopportare. Se non vogliamo andare incontro all’estinzione, dobbiamo agire subito” hanno dichiarato gli attivisti per mezzo del sito ufficiale del movimento.

Il presidente della Fondazione prussiana per il patrimonio culturale, Hermann Parzinger, ha espresso proprio sgomento per quello che ha definito un “insensato attacco all’arte” e ha dichiarato che “lo spazio espositivo ha subito danni considerevoli”, poiché “la vernice e la colla devono essere rimosse dalla parete rivestita di tessuto”.

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