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Purè di patate sui covoni di Monet a Potsdam. “L’arte non avrà valore se dovremo combattere per il cibo”

Continuano le azioni degli attivisti di Letzte Generation, il gruppo di attivisti per il clima che, negli ultimi mesi, ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica con gesti eclatanti spesso legati al mondo dell’arte. In questo caso, l’oggetto dell’azione è stato un quadro della celeberrima serie “Les Meules” (I covoni di fieno) di Monet, esposto al Museo Barberini di Potsdam, sul quale sabato pomeriggio due giovani attivisti hanno lanciato del purè di patate, per poi incollarsi alla parete. Anche in questo caso, come in quello recente che ha coinvolto i “Girasoli” di Van Gogh alla National Gallery di Londra e gli attivisti di Just Stop Oil, il quadro era protetto da un vetro e non ha subito danni.

Nel comunicato degli attivisti si legge che i due giovani si sono accostati al quadro “con il cuore pesante, ma determinati”. Una dei due, la venticinquenne Mirjam Herrmann, ha lanciato un appello durante l’azione: “La gente muore di fame, la gente muore di freddo, la gente muore” ha detto “Siamo in una catastrofe climatica. E tutto ciò di cui avete paura è la zuppa di pomodoro o il purè di patate su un quadro. Sapete di cosa ho paura io? Del fatto che la scienza dice che entro il 2050 non potremo nutrire le nostre famiglie. Ci vuole un purè di patate su un quadro per farvi prestare attenzione?”

Le dichiarazioni degli attivisti: “Perché abbiamo più paura dei danni a un’immagine della realtà che della distruzione del nostro mondo?”

Aimée van Baalen, portavoce di Last Generation, ha commentato l’azione dicendo “Monet amava la natura e ne ha catturato la bellezza unica e fragile nelle sue opere. Com’è possibile che tanti abbiano più paura che una di queste immagini della realtà venga danneggiata che della distruzione del nostro mondo stesso, di cui Monet ammirava tanto la magia? Non dobbiamo perderci nell’idillio della tela, ma affrontare la realtà! Non ci sarà tempo per ammirare l’arte, se ci battiamo l’un l’altro per il cibo e l’acqua”.

La domanda “cosa vale di più, l’arte o la vita?” è quella che gli attivisti di Letzte Generation continuano a porre in occasione di tutte le loro azioni che coinvolgono il mondo dell’arte, come ci ha recentemente raccontato una delle attiviste che di recente si erano incollate alla cornice di un dipinto di Cranach alla Gemäldegalerie di Berlino.


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Le richieste degli attivisti al governo continuano a essere quelle di sempre: misure per affrontare la catastrofe climatica, a fronte dei fenomeni sempre più estremi, come ondate di calore e inondazioni, che si traducono con sempre maggiore frequenza in stragi e in larghe fasce di popolazione costrette ad abbandonare le proprie case.

Monet
Foto: Letzte Generation Deutschland

Le reazioni della politica: “Berbarie culturale”. Il museo assicura: il quadro di Monet non ha subito alcun danno

Il museo ha fatto sapere che il dipinto, che è valutato 111 milioni di Dollari, non ha riportato alcun danno e sarà nuovamente esposto già mercoledì 26 ottobre. Le reazioni della politica e delle istituzioni, nel frattempo, sono le medesime riscontrate in passato: il sindaco di Potsdam Mike Schubert (SPD) ha definito il gesto una “barbarie culturale”, mentre la direttrice del museo Ortrud Westheider si è detta sconvolta dall’incidente “Pur comprendendo le urgenti preoccupazioni degli attivisti di fronte alla catastrofe climatica”. Simile l’opinione di Ursula Nonnemacher (Verdi), vice primo ministro e ministro della Sanità del Brandeburgo: “La lotta contro la crisi climatica non si rafforza con gli attacchi a quadri famosi. Al contrario, abbiamo bisogno di un ampio consenso sociale”.

Su Twitter, la Ministra della Cultura del Brandeburgo Manja Schüle (SPD) ha condannato l’azione dichiarando “Sicuramente attireranno l’attenzione, ma anche il sostegno per il mastodontico compito della protezione del clima? No. Così facendo, gli attivisti stanno rendendo un cattivo servizio alla questione e stanno deliberatamente distruggendo i nostri tesori culturali”. L’ultima parte della dichiarazione, va notato, non corrisponde tecnicamente a verità, dal momento che nessuna delle opere oggetto delle azioni degli attivisti di Letzte Generation è stata mai danneggiata.

Fra le poche manifestazioni di solidarietà c’è quella dell’iniziativa Stadt für Alle (Città per tutti) di Potsdam, via Twitter: “Certo, si potrebbe animatamente sul formato delle proteste, ma immaginiamo che i 111 milioni di Euro confluiscano nella ricostruzione climaticamente neutrale della città di Potsdam invece di esporre un quadro in una collezione privata in un finto edificio fatto di finta pietra arenaria….”

Entrambi gli attivisti coinvolti sono attualmente indagati per danni alla proprietà e violazione di domicilio.

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