Gassi alla Philharmonie di Scharoun, una sinfonia fatta volume sotto il cielo di Berlino!

Philharmonie
di Paolo Brasioli

Di Merlin, Elena e Paolo Brasioli. Disegni di Paolo Brasioli

“Perché… la Philharmonie ha una facciata?” Cosi l’architetto Hans Scharoun, nativo di Brema, rispose quando alcuni suoi studenti gli domandarono, forse provocatoriamente, se fosse appagato dall’impatto estetico della facciata esterna della Philharmonie da lui progettata e costruita alle spalle di Potsdamer Platz.

Già, perché generalmente una architettura, nell’immaginario collettivo, è costituita, da un esterno, che si relaziona tramite le facciate con il suo intorno urbano, ed un interno che contiene e supporta fisicamente funzioni ed attività umane. Aber hier nicht! La Philharmonie è infatti un fantastico tutt’uno, un organismo completo ed autonomo, quasi come uno strumento musicale, a grande scala, pronto a suonare!
Come si sa, in seguito alla costruzione del muro di Berlino dal 1961, la parte Ovest si ritrovò priva di una sala da concerto, in quanto l’antico plesso della Philharmonie, oltre a recare le gravose ferite della guerra, era rimasto nella parte est della città.

Philharmonie
di Paolo Brasioli

Nacque così la necessità di costruire una nuova sede nell’ambito di un grandioso e piacevolissimo centro culturale denominato Kulturforum, composto e plasmato secondo idee architettoniche esplicitamente moderne, anche nella prospettiva di palesare al mondo intero il grado di civilizzazione occidentale, ricco, attuale, vivace e libero.

Il progetto di Scharoun e l’inaugurazione della Philharmonie

Il progetto fu affidato nel 1956 al geniale Scharoun il quale, dopo l’emarginazione professionale subita durante la dittatura, era ritornato ad operare più concentrato e produttivo che mai.

La costruzione, fu solennemente inaugurata il 15 ottobre 1963, dopo quattro operosi anni di lavori, con l’esecuzione musicale della nona sinfonia di Beethoven!

E allora…musica Maestro, e fu un successo totale! Da subito questa opera fu considerata uno dei capolavori non solo del Maestro Scharoun ma dell’intero Movimento Moderno.
Scharoun disegnò, o per meglio dire plasmò la Philharmonie di Berlino in modo da esaltarne le potenzialità acustiche e cercando di agevolare la formazione di una serrata osmosi tra l’area del podio, dove viene prodotta la musica, e i palchi, dove essa viene ascoltata.

Il suo progetto si concentrò ad esaltare una continuità ottimale tra l’architettura e la musica, ponendo l’uomo al centro, e ciò è evidente soprattutto nell’organizzazione spaziale interna, nel podio del direttore d’orchestra soprattutto.

Il podio, elemento che Scharoun rende estremamente flessibile e ampio, è anche mobile in senso sia verticale sia orizzontale, e si estende per circa 330 metri quadrati, ed è disposto centralmente rispetto al pubblico, che risulta dunque armonicamente coeso al direttore d’orchestra ed è arricchito di parapetti dalle giaciture opportunamente studiate per favorire una diffusione sonora ottimale, agevole e uniforme. Il sogno scharouniano è stato raggiunto ed egli così lo descrisse: “ascoltare la musica è un evento collettivo che unisce ascoltatori e musicisti”.

Philharmonie
di Paolo Brasioli

Alle pertinenti esigenze di natura acustica risponde abilmente anche l’ampio controsoffitto, il quale è determinarne della configurazione volumetrica, fluttuando plasticamente e poeticamente sospeso nello spazio come se fosse una vela, garantendo pure ottime prestazioni acustiche, essendo costituita da tre superfici convesse che, compenetrandosi, assicurano un tempo di riverberazione perfetto per l’esecuzione di musica sinfonica.

Scharoun compone e dirige questo fluire di ondeggianti superfici, esaltate anche dalla raffinata illuminazione, al fine di donare bellezza estetica e, seguendo un approccio progettuale scientifico, garantire al massimo rendimento funzionale.

Diceva egli stesso: “La sua forma suggerisce una tenda e questo carattere di tenda è suggerito dalla musica. Le superfici convesse devono aiutare a diffondere il suono in ogni punto della sala”.

Il contributo di Wisniewski

Successivamente, l’architetto Edgar Wisniewski, prima studente poi stretto collaboratore ed infine socio in affari di Scharoun, prosegui la realizzazione, seguendo anche gli schizzi preparatori originali, del complesso dedicato alla musica con l’istituto di ricerca musicale ed il museo degli strumenti musicali!

Parimenti l’involucro esterno della Philharmonie risponde abilmente all’esigenza di frantumare meglio i suoni e di adattarsi all’organizzazione pentagonale interna, configurandosi come una prorompente aggregazione di dorati pannelli superficiali multidirezionali, dal profilo mirabilmente ondulato e flessuoso!


Leggi anche:
Gassi al Mendelssohn-Bartholdy-Park di Berlino: il parco che un tempo era un porto!

Il tutto, e me ne accorgo girandoci intorno durante il mio Gassi, tra i comodi marciapiedi, aiuole e panchine di recentissima elegante sistemazione, continua ad offrire sorprendenti e sempre nuove prospettive e spunti visivi, arricchiti dai riflessi naturali dell’illuminazione del sole di giorno, ed artificiali la sera e la notte! Un oggetto fuori da evidenti riferimenti dimensionali, una vera scultura a scala urbana, tenutaria solenne della tradizione e della storia dell’arte musicale, tanto cara ai berlinesi ed ai suoi visitatori, che in essa risuona e che da essa si propaga!
Hans Scharoun è oggi annoverato giustamente tra i più significativi interpreti dell’architettura moderna, ed è stato un architetto così poliedrico da risultare difficilmente riconducibile entro i limiti e gli orizzonti di una determinata corrente architettonica. Questa sua caratteristica è impressa proprio nei volumi della Philharmonie che, conseguentemente, diviene una sinfonia fatta materia, sublime ed armonica in ogni dettaglio, e che risuona, amabilmente ed incessantemente, sotto il cielo di Berlino! Wonderbar! Tschüss

L’autore: Architetto Paolo Brasioli – Quattro | architectura

Provenendo da una famiglia di artisti veneti, Paolo Brasioli è stato influenzato presto dal ricco patrimonio culturale e artistico italiano. Fondamentale è stata l’influenza di suo padre, Alfredo Brasioli, rinomato fumettista, illustratore e grafico italiano.

Il suo lavoro fino ad oggi si è concentrato sulla costruzione di hotel di alta qualità e sull’interior design per abitazioni, hotel e strutture di gastronomia e benessere, così come sulla creazione di mobili, lampade, accessori e arte.

Ha lavorato con rinomate compagnie e gruppi alberghieri come Best Western, Crowne Plaza, Falkensteiner, Hilton, Hyatt, Le Meridien, Leonardo Hotels, Marriott, NH Hotels, Rocco Forte Hotels e Sheraton. Molte delle sue creazioni sono state esposte in rinomate fiere d’arte e di design.

Per saperne di più:

Quattro | architectura
Instagram
Facebook

P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!