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Elon Musk vuole risolvere la guerra con un sondaggio su Twitter. La risposta di Melnyk: “vaff…”

Qualsiasi posizione si voglia adottare sulla questione ucraina, è impossible non concordare sul fatto che si tratta di una delle contingenze più complesse e pericolose che il panorama geopolitico mondiale abbia affrontato nell’ultimo secolo. Un’analisi del quadro generale attuale richiede di prendere in considerazione molteplici fattori: da un lato l’esercito russo in difficoltà, che perde terreno rispetto alle forze ucraine, che Putin cerca di rimpolpare con una mobilitazione che ha spinto migliaia di persone a lasciare il Paese. Dall’altro Il veto posto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky su qualsiasi tentativo di intavolare negoziati con la Russia. Sullo sfondo, l’annessione dei territori occupati di Kherson, Donetsk, Luhansk e Zaporizhzhya alla Russia, non riconosciuta a livello internazionale. In questo scenario di inconcepibile complessità, si staglia un uomo solo: Elon Musk, che suggerisce di decidere i termini di risoluzione del conflitto con un sondaggio su Twitter, suscitando la prevedibile risposta dell’ex ambasciatore ucraino in Germania Andrij Melnyk.

Un sondaggio su Twitter per le sorti dell’Ucraina

Il sondaggio lanciato da Musk prevede la possibilità di una risposta affermativa o negativa a uno scenario tracciato dal miliardario sudafricano, secondo il quale si indirebbero nuovi referendum nei quattro territori annessi dal Cremlino sotto la supervisione delle Nazioni Unite, l’Ucraina resterebbe neutrale, la Crimea resterebbe russa. Il voto degli utenti di Twitter, peraltro, ha bocciato la proposta – che sembra invece piacere al presidente russo Vladimir Putin.

La risposta di Melnyk

Le risposte delle autorità ucraine non si sono fatte attendere: il primo a replicare al tweet di Elon Musk è stato il consigliere dell’ufficio del presidente, Mychajlo Podljak, che entra nel merito della questione, suggerendo che invece l’Ucraina si riprenda i quattro territori annessi e anche la penisola di Crimea, operazione seguita dal disarmo nucleare e dalla smilitarizzazione completa della Russia, nonché da un processo per crimini di guerra.


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Più sintetico Melnyk, il quale, d’altra parte, non ha mai avuto remore a utilizzare toni veementi e coloriti anche con figure dalla statura politica superiore a quella di Musk. “La mia risposta molto diplomatica è vaffanculo @elonmusk” ha twittato, laconico, l’ambasciatore uscente.

La boutade social-mediatica del CEO di Tesla è stata commentata anche da Zelenskyi e dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, i quali hanno accusato più o meno esplicitamente Musk di sostenere la Russia.

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