Vietare ai cittadini europei di ricoprire posizioni importanti in aziende russe: la proposta di Berlino all’UE

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Gehrard Schröder. Foto: Olaf Kosinsky, CC BY-SA 3.0 DE , via Wikimedia Commons

L’Unione Europea sta discutendo il prossimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e, fra le proposte della Germania, ce ne sarebbe una che riguarda specificamente i cittadini europei. Secondo quanto riportato dalla Süddeutsche Zeitung, un documento condiviso dal governo di Berlino con gli altri Stati dell’Unione chiede che, in futuro, ai cittadini degli Stati Membri sia vietato ricoprire incarichi di vertice all’interno di aziende russe. Non è difficile ravvisare, in questa richiesta, la lezione appresa dopo l’esperienza di Gerhard Schröder. Il fatto che l’ex cancelliere dell’SPD sia stato per anni presidente del consiglio di sorveglianza della compagnia petrolifera russa Rosneft, infatti, è stato motivo di grande imbarazzo non solo per il suo partito, ma per il governo in generale.

“Corruzione strategica”: secondo Berlino, il Cremlino usa gli europei ai vertici delle aziende russe per esercitare influenza politica in Europa

Le nuove sanzioni, che sono state annunciate dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato una parziale mobilitazione dei riservisti nella guerra contro l’Ucraina, non sono ancora state concordate e la proposta di Berlino è solo un punto all’interno di un elenco più ampio di suggerimenti offerti dal governo tedesco. Il divieto per i cittadini europei di sedere ai vertici dei consigli di amministrazione delle aziende russe è stato motivato con il desiderio di evitare quella che nel documento sarebbe definita “corruzione strategica”. Secondo quanto riportato dal SZ, infatti, l’offerta a prominenti figure europee di “posizioni ben retribuite negli organi di gestione delle aziende statali russe sarebbe “da tempo un elemento importante” nei tentativi del Cremlino di esercitare un’influenza politica negli Stati Membri dell’Unione Europea.


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Un eventuale divieto, tuttavia, non dovrebbe essere applicato alle filiali europee delle società russe. Per esempio, anche qualora questa misura venisse applicata, non andrebbe a inficiare la carica di Gerhard Schröder di capo del consiglio di amministrazione di Nord Stream 2 AG, con sede in Svizzera.

La Germania propone anche sanzioni nell’ambito dell’industria del nucleare

Già mercoledì prossimo, gli ambasciatori degli Stati membri dell’UE potrebbero riunirsi a Bruxelles per discutere le proposte per il nuovo pacchetto di sanzioni. Secondo i diplomatici dell’UE, fra le idee che godono del consenso più ampio c’è quella di un tetto massimo di prezzo alle esportazioni di petrolio russo in tutto il mondo. Se l’UE supportasse questa proposta, si troverebbe a farlo ci concerto con i Paesi del G7 (Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna, Giappone, Canada e Stati Uniti), i cui ministri delle finanze hanno già concordato di lavorare in tal senso.

Nel documento esaminato dalla Süddeutsche Zeitung, inoltre, il governo tedesco si esprime a favore di un tetto globale dei prezzi del petrolio e anche del divieto, imposto dall’Unione Europea, di cooperazione con le aziende russe del settore nucleare (la Russia, al momento, rifornisce di uranio le centrali nucleari dell’Europa orientale e la società Rosatom collabora con il fornitore francese Framatome, che gestisce una fabbrica di combustibili a Lingen, in Bassa Sassonia). Quest’ultima proposta, tuttavia, sembra aver incontrato più resistenze fra gli Stati Membri ed è quindi improbabile che venga inclusa nel pacchetto di sanzioni.

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