Il ministro dell’economia tedesco, Robert Habeck, ha annunciato di voler chiudere le tre centrali nucleari ancora operative in Germania entro la fine dell’anno, ma non tutti sono d’accordo. Per esempio L’ifo Institute, un istituto di ricerca con sede a Monaco di Baviera, nonché uno dei più grandi think tank sull’economia tedesca. L’ifo ritiene infatti che mantenere i reattori aperti rallenterebbe l’aumento dei prezzi dell’elettricità.
Il dibattito sulle due opzioni è tra i più accesi del momento per i tedeschi, prossimi all’inverno e nello stesso tempo memori dell’impegno assunto quando hanno scelto di sganciarsi dal nucleare. D’altro canto, il costo dell’energia è considerato uno dei motori dell’inflazione e la Germania vuole assolutamente scongiurare la prospettiva di una recessione.
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L’ifo ha dichiarato che mantenere le centrali operative fino al 2030 potrebbe ridurre l’aumento del prezzo dell’energia, nel prossimo anno. Il risparmio potrebbe essere del 4% nel 2023 e dell’1,2% l’anno successivo.
Tuttavia, l’energia nucleare potrebbe sostituire solo una piccola parte della produzione di elettricità delle centrali a gas. In base ai calcoli dell’ifo, la quota di gas scenderebbe solo dall’8,3% al 7,6%. “Questo perché l’energia nucleare non sostituisce il gas naturale 1:1, ma nel breve termine soprattutto il carbone”, ha dichiarato Mathias Mier, esperto di elettricità del think thank di Monaco. Prolungare la vita delle centrali, inoltre, comprimerebbe gli investimenti nelle rinnovabili, nel medio termine.
Intanto Habeck sembra intenzionato a limitare l’uso delle centrali
Nel frattempo infuria il dibattito tra chi vorrebbe mantenere aperti i reattori, nell’incertezza su quale sarà la situazione, questo inverno, e chi la ritiene una manovra sbagliata e prematura. Intanto, il ministro Habeck ha effettuato un altro stress test e ha dichiarato, la scorsa settimana, che una crisi del sistema elettrico in Germania, nel prossimo inverno, è “molto improbabile”. D’altro canto, però, non può neanche essere “completamente esclusa”. La carena di gas, infatti, potrebbe portare molte persone a passare al riscaldamento elettrico e sovraccaricare il sistema.
Di conseguenza, due delle tre centrali nucleari, Isar 2 e Neckarwestheim, resteranno a disposizione fino a metà aprile 2023 “come riserva”, nel caso in cui si rendesse necessario stabilizzare la rete elettrica. Questo significa che le centrali saranno scollegate dalla rete e l’elettricità non sarà più prodotta, ma il personale rimarrà operativo e continuerà a effettuare controlli di sicurezza, pronto a riattivare tutto, in caso di necessità. Verrà invece chiuso il terzo impianto, quello di Emsland, in Bassa Sassonia.
Habeck è stato tuttavia molto criticato, per questa scelta, dal Consiglio di esperti economici della Germania, che dal 1963 consiglia governo e parlamento tedeschi su questioni macroeconomiche. Il Consiglio ha rilasciato infatti un’intervista a FAZ, definendo assolutamente antieconomica l’opzione di mantenere due centrali in standby come riserva, con relativi costi di gestione, senza poterne beneficiare.
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