Detassare i cibi sani, come frutta e verdura: un obiettivo fortemente voluto dalle associazioni tedesche per la difesa dei consumatori.
In questo modo si potrebbe inoltre compensare l’incremento del prezzo della carne, che verrà venduta con più garanzie e maggiore trasparenza e quindi osservando standard più alti.
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Detassare i cibi sani per compensare l’aumento del prezzo della carne
Nel dibattito contemporaneo relativo alle risorse alimentari, da più parti, in Germania, si invoca la necessità di evitare che fasce meno abbienti della popolazione soffrano una fame “nascosta”, non cioè quella di chi non incamera sufficienti calorie, ma la fame di chi non può permettersi alimenti di buona qualità.
Non si può vivere bene se non si è in salute e non si è davvero in salute se la carne ha una provenienza non chiara e dall’altro lato frutta, verdura e legumi costano troppo. Per questa ragione, le associazioni dei consumatori spingono per per ottenere sgravi fiscali proprio per gli alimenti più sani. Rilancia in questa direzione, anche Ramona Pop (Verdi), direttrice dell’Unione Federale delle associazioni dei consumatori.
Cos’è la “fame nascosta” dei ceti meno abbienti
Pop ha infatti confermato alla dpa l’intenzione di detassare i cibi sani e ribadito il rischio di un’alimentazione scorretta. “Gli studi mostrano che le famiglie a basso reddito potrebbero non soffrire di fame vera e propria, per mancanza di calorie, ma perché il cibo che consumano non è sufficientemente sano” ha ribadito l’esponente dei Verdi, che a Berlino è stata Senatrice per l’Economia, l’Energia e gli Affari fino al 2021.
Una diminuzione dei prezzi relativi a frutta, verdura e legumi, inoltre, potrebbe compensare l’aumento di quelli della carne, che si renderà presto necessario per garantire ai consumatori prodotti di qualità migliore e dalla provenienza certa. Il sovrapprezzo servirà proprio per finanziare una ristrutturazione degli allevamenti in conformità con standard più elevati.
Importante sarà, anche in questo caso, rendere manifesti i costi reali dell’alimentazione e far capire alle persone che i prodotti a basso prezzo ed etichettatura incerta provenienti dagli allevamenti intensivi rappresentano, in realtà, un costo altissimo per l’ambiente e per la stessa salute dei consumatori.
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