Mascherine tedesche non reggono il passo con quelle cinesi: produzione interrotta entro il 2025

mascherine tedesche Gestione della pandemia

I produttori tedeschi di mascherine protettive potrebbero arrestare la loro produzione entro il 2025. La ragione è la scarsa competitività delle mascherine tedesche rispetto a quelle provenienti dalla Cina.

Lo ha dichiarato domenica allo Spiegel un esponente dell’Associazione produttori tedeschi di mascherine.


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Mascherine tedesche a rischio estinzione: non riescono a competere con i prezzi delle mascherine cinesi

Dall’inizio della pandemia, sono diverse le aziende tedesche che si sono messe a produrre mascherine. Nonostante l’emergenza e nonostante abbiano ricevuto dal governo federale cospicui finanziamenti, tuttavia, a due anni e mezzo di distanza questi produttori si trovano a dover pagare debiti di milioni di euro. La ragione è il fatto che le mascherine tedesche non riescano a competere con i prezzi di quelle cinesi, nonostante gli aiuti siano stati erogati esattamente per evitare che i produttori tedeschi venissero sopraffatti da Pechino.

Lo ha dichiarato domenica allo Spiegel Stefan Bergmann, dell’associazione produttori tedeschi di mascherine. Secondo Bergmann, delle 150 aziende entrate nella produzione di articoli protettivi durante la pandemia, “quasi nessuna ha recuperato i propri investimenti, nonostante il sostegno del governo federale”.

La ragione di tutto questo è il costo di produzione dei prodotti, più elevato in Germania di quanto sia in Cina. In Germania, infatti, produrre una FFP2 costa circa 35 centesimi, mentre produrla in Cina solo 12, più le eventuali spese di trasporto. Il problema si pone anche e soprattutto in relazione ai grandi ordini legati a cliniche e ospedali e al fatto che gli appalti vengono assegnati proprio in base a una dinamica di prezzi al ribasso. Un campo che non vede mai vincere le aziende tedesche.

La Francia si è cautelata, ma Berlino non è Parigi

II Tagesschau ricorda come la Francia abbia aggirato il problema imponendo un vincolo nazionale all’acquisto. Come in molti altri Paesi all’inizio della pandemia, anche lì il 97% delle mascherine è stato inizialmente acquistato all’estero. Il Ministero della Salute, però, ha rapidamente emanato un decreto che ha imposto alle autorità pubbliche di acquistare le mascherine dalla Francia o almeno dall’UE. Questo è un atteggiamento che Parigi ha sempre avuto e che identifica il Paese come sostanzialmente protezionista. In Germania, tuttavia, si tende a far rispettare un principio di non discriminazione e questo vale anche per quanto riguarda le normali dinamiche di mercato. Un’indagine condotta dallo “Spiegel” nei 16 Stati federali che acquistano per ospedali e autorità, ad esempio, mostra che non è quasi mai possibile richiedere esplicitamente che vengano acquistati beni prodotti in Germania.

Di conseguenza, secondo Bergmann, la fine della storia sembra già scritta. L’imprenditore spiega che quasi sicuramente la produzione di mascherine tedesche si arresterà entro il 2025 e che molte aziende cesseranno l’attività, smonteranno i macchinari e li rivenderanno. Probabilmente proprio alla Cina.

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